Interviste

Stephen Schaller, BMW: "Amplieremo la gamma e continueremo a correre"

- Il novantesimo compleanno di BMW Motorrad è l'opportunità per parlare di presente e futuro della Casa di Monaco con l'amministratore delegato Stephen Schaller. Fra i piani, allargamento dei prodotti e nessuna rinuncia allo sport
Stephen Schaller, BMW: Amplieremo la gamma e continueremo a correre

I festeggiamenti per il novantesimo anniversario di BMW Motorrad sono stati celebrati presso il museo della Casa dell'elica, a Monaco di Baviera, con la nuovissima - e quasi rivoluzionaria per la sua apertura alla personalizzazione - R nineT, che fa seguito alla concept R90 realizzata in collaborazione con Roland Sands e presentata a Villa d'Este da un orgoglioso Stephen Schaller.

I festeggiamenti per noi hanno rappresentato, tra le altre cose, una gradita occasione per reincontrare l'amministratore delegato della divisione motociclistica di BMW, con cui a distanza di poco meno di un anno dalla nostra chiacchierata ad EICMA abbiamo potuto tornare a parlare di presente e futuro per il marchio dell'elica.


Festeggiate il novantesimo anniversario dopo un 2012 che ha fatto segnare il record assoluto di vendite per BMW Motorrad e un 2013 che si preannuncia ancora migliore nonostante la crisi finanziaria globale e nello specifico del mercato moto. Qual è il vostro segreto?
«Nessun segreto, solo tanto lavoro da parte di un grande team capace di affrontare ogni aspetto, ogni singola sfaccettatura delle problematiche del nostro mercato. Quello che vedete è il risultato di un team di persone appassionatissime al loro lavoro».

BMW Motorrad può contare da sempre sull’esperienza delle auto; Ducati, con l’acquisizione Audi, diventa ancora di più un diretto competitor (fascia premium) Come vivete/giudicate il binomio Audi-Ducati?
«Credo che sia un'ottima cosa avere dei concorrenti capaci e competitivi. Conosco un po' il Gruppo Volkswagen (Schaller vi ha lavorato prima del suo ritorno in BMW, ndr) e so che se hanno acquistato il marchio Ducati è per spingerlo e supportarlo, ed è un bene. Siamo l'unico produttore tedesco, e crediamo che la concorrenza di KTM e Ducati, oltre ad altri costruttori italiani, ci spinga sempre a migliorarci a vicenda. Non abbiamo paura del confronto».

Forse la mossa più ardita di BMW è stata l’introduzione dei maxiscooter della serie C: in ottica mondiale è andata secondo le vostre aspettative, considerando che in Italia sta faticando? Con la versione elettrica di Francoforte considerate esaurita per ora la questione?
«Sul piano globale direi che siamo soddisfatti, li consideriamo un grande successo per diversi motivi. Ci hanno permesso di entrare in segmenti in cui BMW Motorrad non era presente, conquistando una clientela nuova e diversa - per la maggior parte non si tratta di motociclisti. Il cliente tipo del nostro C è un esordiente delle due ruote, che però apprezza la qualità offerta da BMW. Abbiamo buone quote di mercato, in alcuni paesi siamo i numeri uno, mentre in mercati come Francia o Italia non lo siamo, ma abbiamo acquisito tanta esperienza che ci renderà più forti nel futuro».

Quindi, ci permettiamo di interpretare le parole di Schaller, il capitolo è tutt'altro che chiuso.
«Per quanto riguarda il C-evo e il futuro - continua Schaller - non possiamo fare previsioni, perché il segmento al momento non esiste - non sappiamo bene che cosa aspettarci, ma siamo pronti. Speriamo che il pubblico capisca il potenziale di un mezzo capace di viaggiare nelle città per 100 km prima di venire ricaricato, facendo i novanta all'ora - noi crediamo che ci sia spazio per grandi numeri, ma di nuovo, si tratta di una porta che si è appena aperta, è presto per parlare di volumi e quote di mercato. Ne riparleremo fra un paio d'anni».

Monocilindrico, bicilindrico parallelo, boxer, quattro e sei cilindri in linea: una gamma di motorizzazioni davvero estesa. Il futuro di BMW vedrà altre configurazioni o piuttosto altre declinazioni di quelle esistenti?
«Prima mi avete chiesto quale fosse il nostro segreto, come ho detto non c'è una risposta sola, ma sicuramente è importante penetrare e sfruttare ogni singola nicchia con la propria gamma. Dal mio punto di vista, quindi, è essenziale ampliare ancora la gamma della nostra offerta in tutti i sensi. Viviamo un momento di declino del mercato, e l'unica risposta possibile è rispondere a tutte le opportunità che si presentano. Quindi, in sintesi, faremo entrambe le cose tutte le volte che ne avremo la possibilità».

Il vostro accordo con TVS Motor Company avrà ricadute anche sui mercati occidentali: che tipo di modelli vi immaginate per noi?
«TVS è un grande costruttore indiano, il secondo dopo Bajaj, con un tasso di crescita elevatissimo. Con loro lavoreremo su modelli sotto i 500cc. Sicuramente in un primo momento si tratterà di una collaborazione in cui TVS potrà imparare da BMW in materia di veicoli Premium, mentre noi potremo conoscere meglio gli aspetti delle produzioni su volumi elevatissimi. All'inizio faremo prodotti destinati al Sud America e al Sud-est asiatico, ma se si rivelassero appetibili non ci precludiamo certo la possibilità di offrirli sul mercato europeo».

Il recente ritiro dal Mondiale Superbike è arrivato a sorpresa, soprattutto dopo che l’anno scorso ci aveva professato l’importanza dell’impegno sportivo nello sviluppo di S1000RR ed HP4. L’attività ha esaurito la sua funzione di affinamento del mezzo oppure state semplicemente preparandovi ad un riposizionamento del vostro impegno in serie diverse?
«Intanto ci tengo a precisare che la decisione di entrare nel segmento delle sportive sia stata una decisione giustissima; con la partecipazione al Mondiale SBK abbiamo approcciato una clientela nuova, dimostrando che siamo in grado di competere e vincere ai massimi livelli. Vincere il titolo purtroppo dipende da tanti fattori non pianificabili, ma siamo saliti tante volte sul podio, abbiamo vinto diverse gare e lo riteniamo un successo, perché ci ha permesso di vendere tante supersportive ad un ritmo stabile.
Detto questo voglio rassicurarvi che non è la fine della nostra storia nelle competizioni, visto che stiamo dando il via ad un intenso programma di supporto per i clienti privati di cui a breve conoscerete tutti i dettagli. Anzi, possiamo dire che in realtà intensificheremo i nostri sforzi in questo senso. E vi posso assicurare che la prossima generazione di sportive sarà ancora superiore : semplicemente, non abbiamo più bisogno di partecipare in forma ufficiale al Mondiale per svilupparle».

Proviamo ad insistere sull'argomento: per quanto instabile al momento, il regolamento della MotoGP premia lo sviluppo tecnologico e prestazionale con particolare accento all'elettronica e all'efficienza nei consumi.
Possibile che uno scenario del genere non interessi a BMW, che su questi temi investe ed innova tantissimo nel mondo auto?
«In teoria il discorso è sensato, ma come ho detto non ci stiamo allontanando dallo sport. Grazie al Mondiale Superbike abbiamo potuto sviluppare le nostre sportive, con diverse ricadute tecniche e tecnologiche su tanti modelli della gamma: per questo continueremo a supportare i nostri clienti, ma per farlo non abbiamo bisogno della MotoGP, che è troppo lontana dalla serie».

Chiudiamo questa intervista facendo finta che siano passati dieci anni. Lei è ancora a capo di BMW Motorrad e siamo di nuovo qui a festeggiare il centesimo anniversario. Che modello commemorativo presentate?
Schaller si lascia andare ad una risata. «Mi piacerebbe saperlo. Sicuramente avremo ancora una GS, avremo ancora le RR, credo proprio che avremo lo scooter elettrico e probabilmente un'ampia gamma di moto elettriche. Credo che per allora avremo un discreto successo sul panorama del customising, probabilmente con più moto appetibili per questo tipo di appassionati. E avremo altri mercati su cui vantare i successi di cui oggi siamo orgogliosi»

 

  • Yugus1142
    Yugus1142, Chiaravalle (AN)

    Inutile cantarsela e suonarsela da soli...

    Non è che se continuiamo a raccontarci tra di noi quanto siamo bravi e quanto siano meravigliose le moto italiane, stupende e perfette più che ogni altra, il mercato inizierà a premiare i prodotti italiani. Se oggi la gente preferisce comprare mezzi giapponesi, tedeschi, austriaci inglesi o americani invece delle stupende Moto Guzzi o Aprilia, probabilmente è perché ritiene che siano migliori, o più affidabili nella qualità e nella tenuta del valore. Le case dovrebbero darsi da fare per invertire questa tendenza (se fanno ancora in tempo) e non saranno i commenti inutilmente sciovinisti di tanti lettori qui dentro che invertiranno la tendenza.
  • Roberto.Visconti
    Roberto.Visconti, Marta (VT)

    La verità?

    Da quando esiste il mondo se si vuole qualcosa di bello ci si rivolge all'Italia. E' storia non sono chiacchiere da bar.
    Per tutto il resto ci sono tedeschi giapponesi ecc ecc ecc...
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