Suzuki RG 500, il mito
E’ uscito un bel libro su una delle moto che ha fatto la storia dei GP nella classe 500: la Suzuki RG. Lo ha scritto Massimo Cuffiani, che in realtà lavora sviluppando lo styling di moto che andranno in produzione: prima per il gruppo Cagiva, poi in Italjet, oggi in Engines Engineering. Imolese, designer e grafico, ha sempre avuto una gran passione per la moto, si può dire che sia cresciuto a piadina e corse di moto dalla 200 Miglia in avanti. “Quattro anni di lavoro - ci ha detto l’autore - da che è sbocciato l’amore per la RG 500”.
Aiutato da validissimi consulenti come Merzari dell’Imola Classic Racing Team (con Broccoli, Poggi e Galassi), Cuffiani racconta la famosa "due tempi" a quattro cilindri in quadrato fin dall’esordio del 1974. La prima vittoria è dell’anno dopo. Per ogni stagione ci sono belle fotografie, le descrizioni tecniche dell’evoluzione, le interviste ai piloti e ai tecnici che le hanno sviluppate. La tecnica è descritta fino ai dettagli, attraverso le varie edizioni dei motori, dei telai, dell’aerodinamica; e per ogni pilota che con la RG è salito sul podio mondiale c’è una scheda completa: da Lansivuori ad Hartog, poi Sheene (due volte campione del mondo), Hennen, Middelburg, Mamola.
In chiusura, belle le interviste inedite ai quattro piloti italiani che con la Suzuki RG 500 sono diventati grandi: Marco Lucchinelli, che l’ha portata subito sul podio fin dal primo anno di produzione di serie (1976) e poi ci ha vinto il titolo mondiale nell’81; Franco Uncini, che si è laureato campione l’anno dopo; poi Virginio Ferrari (vice-campione nel ’79) e infine Graziano Rossi, che l’ha guidata fino all’82, dopo la Morbidelli 500. Aneddoti, ricordi, gioie e amarezze. C’è anche una bella chiacchierata con Mario Ciamberlini, il tecnico che fece di Franco Uncini il “privato più veloce del mondo”.
“Suzuki RG 500: il mito delle corse 1974-1980” di Massimo Cuffiani è acquistabile solo su Amazon: 260 pagine, formato 22x28.5, prezzo 48 euro.
Allora poi non è che ci fosse tanto da scegliere: la MV Agusta si era ritirata per perdita di interesse dei proprietari ma anche per essere arrivati alla fine della tecnologia a 4 tempi. Almeno con quelle regole.
La Yamaha giocando male le proprie carte secondo me, dopo avere vinto il mondiale nel 1975 con Agostini ufficialmente decise di ritirarsi e comunque realizzò alcune moto per distribuire ai team in forma privata iniziando dai propri importatori.
In pratica decise di fare quello che aveva già fatto con successo con le classi più piccole.
Questa volta però a mandargli di traverso il progetto furono proprio i connazionali della Suzuki.
Anche loro misero in campo un lotto di moto per i piloti privati ( la RG 500 appunto ) molto simili alle ufficiali anche come prestazioni e comunque molto più competitive delle Yamaha semiufficiali dei vari Cecotto, Baker, Sarron……
Tutti quelli che finanziariamente all'epoca potevano, ordinavano quindi quindi la Suzuki consapevoli che, manico consentendo, avrebbero potuto aspirare a salire sul podio: Dopo le 2 moto schierate ufficialmente dalla Suzuki infatti venivano le Suzuki RG private.
Tantissimi piloti sono riusciti a mettersi in mostra in ambito mondiale con la RG: Ferrari, Lucchinelli, Uncini. Van Dulmen, Hartog, Middelburg, Newbold, Coulon,….. permisero inoltre a veterani come Read di continuare senza il rischio di essere umiliati: epica fu la sua gara nel 1976 al Nazioni del Mugello, lo stesso agostani la usò in alcune gare prima di ritirarsi.
Una gran moto che ha ricoperto un importante ruolo nel panorama mondiale da corsa.
Valentino Masini