Honda DCT: la scelta obbligata [VIDEO e GALLERY]
Era il 2010 quando Honda lanciò sul mercato una moto, per la precisione la VFR 1200 DCT, dotata di una inedita trasmissione automatica, vera e propria novità nel campo delle due ruote, anche se, come scriveva il nostro Maurizio Tanca proprio nella prova della VFR 1200 F DCT qualcosa il costruttore giapponese aveva fatto già negli anni settanta.
Sembrava un azzardo, il variegato popolo delle due ruote è sì affascinato dalle rivoluzioni, ma solo in ambito di Saloni e Fiere, quando poi si reca dal concessionario per acquistare, è uno dei più tradizionalisti e poco propensi al cambiamento.
Honda in questo caso però, ha visto lungo e all'iniziale fronte corruciata, si è sostituito un gran sorriso. Il perchè è presto detto, la funzionalita del DCT ha conquistato una bella fetta di motociclisti, 230.000 nella sola Europa, grazie a una funzionalità e ad una capacità di adattamento straordinarie, emerse fin dalla prima presa di contatto .
Adattamento consentito dal continuo sviluppo tecnologico, soprattutto della parte software, che ha permesso al Dual Clutch Transmission di equipaggiare anche una fuoristrada come l'Africa Twin, con risultati sorprendenti come afferma il nostro Andrea Perfetti.
Il DCT non vuole essere la "soluzione finale", ma un'alternativa, un modo di pensare ed utilizzare la moto in maniera differente, e per certi versi, anzi "molti versi", più semplice e meno impegnativa. Non è la soluzione per tutti ma lo è per molti.
Il nostro giro in Irlanda, ne ha fatto emergere una volta ancora, l'ottima funzionalità e l'estrema intuitività, le differenti logiche di funzionamento legate alle diverse tipologie di moto, che nel caso della magnifica Goldwing prevedono anche un rapporto in più, 7 al posto di sei, ne adattano il funzionamento in base al tipo di utilizzo.
Il software in questo caso è di basilare importanza, e anche se non si vede, nel corso degli anni è stato oggetto di continui sviluppi e modifiche, con aggiornamenti pensati e realizzati per perfezionarne il funzionamento.
La fluidità e la morbidezza del sei cilindri che equipaggia la Goldwing, si sposa perfettamente al concetto di "automatico" garantito dal DCT, ma la stessa cosa si può dire anche dopo aver guidato la "NT", moto perfetta per l'uso quotidiano e i viaggi in coppia.
La varietà di situazioni e strade, incontrate e percorse in Irlanda, non ha mostrato punti deboli della trasmissione, e anche l'originalità dell'X-ADV si è conformata all'automatismo della trasmissione.
Il fatto stesso che non si senta la necessità di selezionare l'opzione "manual", e quindi di utilizzare i comandi al manubrio per la selezione delle marce, la dice lunga (un po' come quando si guida l'auto ... leva su Drive e via andare!). Questo sta a significare che il DCT riesce ad accontentare in tutti i frangenti, e che riesce a rispondere alle richieste in maniera adeguata.
Rimangono due contesti o meglio due tipologie di moto che potrebbero mettere in difficoltà la trasmissione Honda, il fuoristrada come ha detto il "Perfetto", non è un problema, almeno finchè parliamo di enduro di grossa cilindrata, certo che sulle più snelle monocilindriche la vediamo dura.
Poi vengono le sportive, o sarebbe meglio dire le SBK replica. Ebbene lì è ancora presto per pensare al DCT.
Chissà se Honda riuscirà a stupirci ancora...
Maggiori info
Moto: Gamma Honda DCT
Meteo: Sole 25°
Luogo: Irlanda
Terreno: Strada
Casco Caberg Horus X
Giacca Clover Crossover 4WP
Pantaloni Clover GTS 4
Guanti Clover Predator
Stivali Alpinestars RT 7 Drystar
Interfono Interphone U-Com 8R
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Leo8412, Roma (RM)Ma per carità. Che orrore.
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bikermann, Perugia (PG)Premetto che a me piace cambiare in maniera tradizionale e quindi questo DCT non piace proprio, i numeri delle vendite non sono corretti perché se vuoi acquistare, per esempio una NT 1100 con cambio manuale tradizionale, Honda consegna ai concessionari su 10 moto solo 2 senza DCT quindi non è che vendono quelle col cambio automatico ma NON vogliono vendere quelle con cambio manuale! Quando io guido la cambiata voglio sentirla, viverla e non delegarla all'ingegnere giapponese che ha progettato il DCT!