La Suzuki V-Strom 1000
Dal mio punto di vistaLo scorso dicembre Moto.it ha pubblicato il test in anteprima della nuova Suzuki V-Strom 1000, provata dal nostro Andrea Perfetti durante il lancio alla stampa internazionale tenutosi in Spagna, nella zona di Almeria. Le impressioni di Andrea sull’attesa Sport Enduro Tourer - così è catalogata ufficialmente la V-Strom made in Hamamatsu - al suo rientro dopo un’assenza di oltre 6 anni hanno catturato l’attenzione di tantissimi lettori e generato parecchi commenti (siamo a quota 200, al momento). Nell’ormai gremito quanto variegato segmento delle cosiddette “maxi-enduro stradali”, la nuova 1000 di Suzuki – l’avremo già letto, detto e ripetuto chissà quante volte fin prima che dal concept bike si trasformasse in prodotto finito – funge da trait d’union tra le omologhe “800” di BMW e Triumph e la nuova generazione di 1200 a due, tre cilindri e quattro cilindri, condividendo la cilindrata solo con la quadricilindrica Kawasaki Versys, moto tanto efficace su strada quanto esteticamente discussa, perlomeno in Italia. Una filosofia, quella di Suzuki di non andare a inserirsi tra le più potenti (anche tanto di più) 1200, condivisa da moltissimi dei nostri lettori, ma anche da noi di Moto.it, convintissimi che un’ottima coppia e un’erogazione piacevole, abbinate a un peso tutto sommato più che accettabile e a una ciclistica facile e molto efficace, possano non far affatto rimpiangere i 150 cavalli di moto come Ducati Multistrada e KTM Adventure.
Giorni fa, Suzuki Italia ha organizzato per la nuova V-Strom un press meeting in Liguria - nella fattispecie a San Lorenzo a Mare, vicino a Imperia - organizzato per i numerosi giornalisti italiani che per forza di cose non hanno potuto partecipare all’anteprima di Almeria. E ha nuovamente invitato Moto.it, nella fattispecie il sottoscritto, curioso e felice di saggiare le doti della nuova arrivata dopo aver più volte piacevolmente provato, a suo tempo, la progenitrice nata nel 2002, come del resto la gemella Kawasaki KLV prodotta nel 2004 e 2005 in seguito ad accordo di partnership tra i due costruttori giapponesi, durato abbastanza poco. Del resto, un bel giro in moto non si rifiuta mai!
Vien da sé che questa volta non starò ad elencarvi per filo e per segno tutte le informazioni tecniche e filosofiche già riportate in questo articolo. Mi limiterò quindi a raccontarvi le mie sensazioni in sella alla V-Strom 1000 durante un giro di quasi 200 km organizzato da Suzuki sulle Alpi Liguri, lungo un percorso molto tortuoso e con alcuni tratti umidi o bagnati, e talvolta dissestati, senza però aver potuto saggiare la moto in autostrada. Cosa che però faremo certamente nel corso della comparativa che stiamo preparando, visto che la V-Strom 1000 l’abbiamo già in redazione.
Nel corso dell’evento ho anche intervistato alcuni colleghi, per riportarvi anche i loro giudizi sulla nuova Suzuki: a loro ho chiesto una breve valutazione globale sulla moto, e una votazione media, da 0 a 10; e alla fine ho detto anche la mia, scordandomi però il voto, che per quanto mi riguarda è un buon 8½.
Esteticamente la nuova V-Strom mi piacerebbe di più se avesse uno scarico più filante e meglio raccordato col collettore, e se il parafango anteriore fosse più corto nella parte posteriore: va bene la protezione in caso di pioggia, ma, come sulla 650, in caso di bisogno si può sempre aggiungere un bel paraspruzzi da tenere sotto la sella. Per quanto mi riguarda, inoltre, monterei immediatamente i paramani e, soprattutto, il paramotore, dando la preferenza (estetica) a quello di plastica: quel povero filtro dell’olio così esposto è decisamente brutto, oltre che in balia di sassi ed altro. Quanto alla posizione di guida, sono alto 1,76, sulla V-Strom mi son trovato subito come a casa già da fermo. Ma vorrei poter posizionare la leva del freno anteriore più vicina alla manopola di quanto sia previsto dall’apposita rotellina di regolazione. Il serbatoio, ben raccordato con la sella, anteriormente non mi sembra più imponente rispetto quello della sorellina 650. E la sella stessa mi è parsa sufficientemente confortevole, sebbene non come quella della progenitrice, perlomeno a memoria.
Piacevole la voce del V2 Suzuki, ovattato e di tono greve, senza noiosi sferragliamenti e rumori da attrito. Morbido il gas, e piacevolmente dolce la frizione; idem il cambio, che solo inserendo la prima da fermi è moderatamente rumoroso, ma una volta in movimento si rivelerà notevole: col piede si avverte leggermente l’innesto della marcia, l’azione è comunque molto fluida, mentre chi si diverte a guidare in scioltezza “appoggiando” le marce senza usare la frizione andrà ancor più sul velluto. Il bicilindrico Suzuki sfoggia un carattere assolutamente diverso dal progenitore della vecchia DL1000 (che peraltro era una versione addolcita di quello della sportiva TL), rispetto al quale il nuovo differisce al 90%, tra interventi interni e di materiali. Niente più strappi a bassa velocità, ma una sorprendente fluidità di erogazione (un comportamento davvero rimarchevole per un V2 con pistoni da 100 mm), tanto che già da 1.800 giri, in sesta, si può riprendere tranquillamente. Osservando le curve di potenza e coppia fornite da Suzuki (nelle quali peraltro non sono riportate le rispettive scale), è evidente la linearità di erogazione della potenza, ma anche il picco di coppia massima che si manifesta prestissimo: sono ben 10,5 kgm (103 Nm), quasi come sul vecchio motore (101 Nm), ma a soli 4.000 giri anziché 6.400, quindi c’è una bella differenza, perché ci si può muovere velocemente tra le curve con una spinta notevole fin da subito senza andar troppo su di giri, e usando meno il cambio: nella fattispecie viaggiando prevalentemente in terzo e quarta marcia, su percorsi abbastanza tortuosi.
Sui tornanti molto stretti, invece, ci si trova dubbiosi sull’impiegare la prima, un po’ “impiccata”, piuttosto che la seconda, in questo caso giocando ovviamente con la frizione. La spinta, comunque è notevole, e continua con una verve ben più che soddisfacente anche tirando le marce fino alla zona rossa (9.000 giri) ed oltre. Tutto ciò accompagnati da vibrazioni davvero poco importanti, spesso praticamente nulle.
Bel motore, a mio avviso, specie per chi non abbia fregole da 150 cv, e se ne freghi delle mappature. Ma anche chi adora l’avantreno che punta al cielo anche senza dover usare la frizione avrà modo di godersela, a patto di escludere del tutto il controllo di trazione, ovviamente, altrimenti ci si pianta subito. Nel corso della nostra scorribanda tra curve e tornanti, il TC peraltro si è fatto sentire ben poco. Così come lo stesso Abs, in particolare davanti, dove l’impianto frenante è oltretutto molto pronto e potente, mentre dietro abusando del freno, qualche volta si è fatto sentire modulando un pochino la decelerazione, specie in discesa, com’è logico.
Di questa Suzuki ho apprezzato davvero molto la neutralità di guida, peraltro per nulla stancante: l’approccio con lei si rivela subito confidenziale, l’avantreno è piuttosto preciso, sincero e rassicurante anche quando si piomba su tratti sporchi o umidi, se non proprio molto bagnati, come su quelle belle strade liguri da giorni battute dal maltempo. E ho apprezzato molto anche le sospensioni, specie la forcella, molto migliore della vecchia: le tarature standard scelte da Suzuki sono più toniche che morbidone, e vanno bene un po’ per tutto. Comunque sia, è tutto abbondantemente regolabile, quindi ci si può lavorare bene. Non abbiamo avuto modo di spingere oltre i 130 se non su un breve tratto, dove ho potuto anche verificare che la protezione dall’aria è più che sufficiente, specie col plexiglass spostato al massimo in avanti. Un po’ d’aria si avverte sempre, ma a me piace così: voglio la visuale libera, non sopporto di guardare attraverso un pezzo di plastica, e un minimo di aria attorno alla testa la devo sentire, a patto che non mi causi sbattimenti del capo.
Parlando di consumi, sono andato a curiosare sui computer di bordo di quattro moto facenti parte del test di gruppo, rilevando consumi medi variabili tra I 16 ed i 19,2 km/l, evidentemente conseguenti a differenti modi di guidare, pur sullo stesso percorso: la media calcolata è stata di 17,6 km/l.
In conclusione, la nuova V-Strom è esattamente come me l’aspettavo dopo aver letto e ascoltato tutto su di essa, dai primi bozzetti in poi.
Moto piacevole da guidare e confortevole. Forse il prezzo, considerata la sua bruttezza, l'ho trovato un tantino esagerato. Un look più accattivante farebbe aumentare le vendite.