Monster SP vs KTM Duke 890 R vs MT-09 SP: SFIDA in strada e in pista [VIDEO]
Mai come negli ultimi anni si vedono moto di ogni genere e cilindrata, dalle potenze e destinazioni d'uso più disparate, adatte a soddisfare ogni genere di motociclista.
C'è una tipologia che però ci piace parecchio, è quello delle fun bike, che in italiano suona come "moto divertenti", quel genere di due ruote che possono risultare scomode per alcuni, poco propense al compromesso per altri, ma che hanno una minimo comune denominatore: sanno come far divertire chi le guida!
Le moto della nostra comparativa sono tre esempi perfetti di moto che fanno spuntare il sorriso, c'è una Ducati, la Monster SP, top di gamma della famiglia, c'è poi una snella austriaca, la KTM 890 R che sembra anteporre l'aspetto ludico a qualsiasi altra caratteristica, e una moto proveniente da oriente, la Yamaha MT-09 SP, che strappa sorrisi ad ogni apertura di gas.
Hanno motori dalle caratteristiche tecniche differenti, un bicilindrico a V per l'italiana e in linea per l'austriaca, mentre la giapponese di cilindri allineati ne ha tre.
Anche le ciclistiche sono ben distinte, con tre telai molto diversi e scelte ergonomiche poco paragonabili, con la Ducati che fa il verso alle sportive, la KTM alle motard e la Yamaha alle stradali vere e proprie.
Anche dal punto di vista della costruzione si distinguono. Ducati è ben rifinita e con un allestimento ricco (si capisce il perchè sia la più cara del gruppo con 15.390 €), finiture e assemblaggi sono ben eseguiti.
In casa KTM qualche particolare andrebbe curato maggiormente (adesivi non protetti da trasparente e gruppo ottico preso in prestito dalla Duke 125 in primis), ma il prezzo è allettante 12.999 € (a cui si possono o si devono aggiungere 799 € del Tech Pack).
Yamaha è caratterizzata da un allestimento al top e finiture ben eseguite, ma alcuni particolari andrebbero celati meglio (clacson e regolatore di tensione per esempio), ha il merito di costare molto meno delle altre a parità di allestimento: 12.790 €.
Tre interpretazioni dello stesso concetto di moto, che sanno regalare emozioni e soddisfazioni a profusione
Come sono fatte
Ducati Monster SP - Meccanica in bella mostra per la bolognese, che esibisce il bicilindrico Testastretta 11° a V di 90° di 937 cc, raffreddato a liquido e con distribuzione desmodromica otto valvole capace di erogare 111 cavalli a 9.250 giri e 9,5 kgm (93 Nm) a 6.500 giri/min.
Non c’è più il telaio a traliccio in voga sulle superbite del tempo, bensì un attualissimo Front Frame, ispirato a quello della Panigale V4, in pratica una struttura leggera e compatta in lega di alluminio fissata alle teste del motore. Il peso è di 186 kg anche grazie all’adozione di una leggerissima batteria agli ioni di litio, oltre alla inedita forcella (-600 gr), e alle flange dei freni in alluminio.
Un abito in stile MotoGp, sospensioni Öhlins completamente regolabili, scarico Termignoni e pinze Brembo Stylema con flange in alluminio per i dischi freno anteriori da 320 mm. C'è anche l'ammortizzatore di sterzo a tenere a bada eventuali intemperanze dell’avantreno.
L'altezza della sella è di 840 mm (850 mm con accessorio sella alta - 810 mm con accessorio sella bassa).
La dotazione elettronica di serie comprende ABS Cornering, Ducati Traction Control, Ducati Wheelie Control, tutti regolabili su diversi livelli di intervento.
Non mancano il Launch control e il Ducati Quick Shift (DQS) up/down.
I Riding Mode sono tre, Sport, Road e Wet mentre tutto è facilmente gestibile attraverso i comandi al manubrio e il cruscotto TFT a colori da 4,3”.
KTM - La Duke 890 R rappresenta la fun bike allo stato dell'arte, poca logica, tanto cuore e due polmoni così!
Polmoni rappresentati al meglio dal propulsore bicilindrico parallelo LC8c da 121 cavalli di potenza massima e 99 Nm, che si sposa perfettamente per prestazioni e temperamento alla ciclistica. Telaio in tubi d'acciaio e sospensioni WP APEX completamente regolabili, impianto frenante con dischi da 320 mm e pinze Brembo Stylema, comandate da una pompa Brembo MCS.
Il peso in ordine di marcia è poco superiore ai 180 kg, mentre il piano di seduta è a 834 mm da terra.
L'elettronica si affida a una IMU a sei assi che consente l'implementazione di traction control con controllo separato di slittamento, imbardata e Cornering ABS. Tre i riding mode di serie (Rain, Street, Sport) a cui si può aggiungere l'optional Tech Pack, all'interno del quale è compreso il Track Pack, che consente di personalizzare l’intervento del Traction Control su nove livelli, la risposta del comando dell’acceleratore ride-by-wire e l'anti-impennata, oltre alla funzione MSR (Motor Slip Regulation), e il quick shifter bi direzionale.
Yamaha - Il tre cilindri 889 cc incastonato in un telaio a diamante in alluminio, ha una potenza massima di 119 CV 10.000 giri, e 93 Nm di coppia massima a 7000 giri.
La ciclistica prevede una forcella KYB con steli da 41 mm e rivestimento speciale DLC (Diamond Like Carbon), regolazioni di precarico, estensione e compressione.
Al posteriore è montato un ammortizzatore Öhlins totalmente regolabile con precarico remoto, doppia regolazione in estensione e compressione a bassa e ad alta velocità. L'impianto frenante prevede una pompa radiale a comandare le pinze Nissin che mordono dischi da 298 mm.
Caratteristica esclusiva della MT-09 SP è il forcellone rifinito in alluminio spazzolato.
Peso in ordine di marcia 190 kg, mentre l'altezza sella è di 825 mm.
La MT-09 adotta una piattaforma IMU che ha consentito il montaggio del Cornering ABS, il controllo di trazione più preciso e il controllo anche dello slittamento laterale in curva. Non manca il Lift Control System, che evita le perdite di contatto dell'avantreno durante le accelerazioni più violente, mentre sono disponibili 3 Riding Mode, 2 con parametri predefiniti del TC, Lift e del SCS (slittamento laterale), più uno personalizzabile. Sono invece 4 i D-Modes, le modalità di risposta del motore, più o meno pronte e una della quali, dedicata ai fondi a bassa aderenza, che limita la potenza e, unica delle tre, è dotata di cruise control.
Tutti questi parametri si possono visualizzare sulla nuova strumentazione TFT da 3.5" e le regolazioni si effettuano attraverso dei pulsanti sui blocchetti elettrici.
Come vanno
Solo leggendo le caratteristiche tecniche delle tre protagoniste del test, sarebbe facile farsi un'idea di cosa sono capaci.
Rapporto peso potenza e "destinazione d'uso", ne fanno presagire prestazioni e dinamiche di guida esaltanti per qualsiasi motociclista che vede nella moto posseduta una vera e propria sala giochi.
Ciò non toglie che raggiungano lo stesso risultato ma che lo facciano in maniera diversa, con la KTM che si dimostra la meno propensa a qualsiasi compromesso, snella e potente, sembra quasi una motard, con la sua sella alta e il manubrio basso, i fianchi stretti e lo scarico che punta il cielo.
Ducati non si scorda il DNA e lo fa con una posizione di guida che è una via di mezzo tra una sportiva e una naked stradale, un bel compromesso per "spingere" nella guida aggressiva. Paragonata alle prime due, la Yamaha con il manubrio alto e le pedane avanzate, appare meno spinta ed estrema, verrebbe da dire più versatile, ma i risultati sono simili.
Il cuore delle delle tre moto è certamente il motore, tre propulsori che sanno conquistare, per personalità e prestazioni. Il bicilindrico della Ducati di personalità ne ha parecchia, dei tre è il meno propenso a girare ai bassissimi regimi, sotto i 2.500 giri non è pulitissimo, ma ai medi è godurioso. Spinge e canta con piacere, e asseconda perfettamente la ciclistica svelta e reattiva. Avantreno preciso e assetto standard che, anche grazie alle Pirelli Rosso IV di primo equipaggiamento, permette di spingere in tutta sicurezza, con un impianto frenante che oltre a essere potente, si dimostra molto progressivo ed efficente.
Delle tre è quella che fa sentire maggiormente il calore del motore, d'altronde il cilindro posteriore in mezzo alle gambe non aiuta.
La KTM 890 R è invece la "lama" del gruppo, svelta e tagliente, leggera e sempre pronta a scapparti da sotto le terga. Il motore gira lineare in basso e spinge forsennatamente in alto, canta e accompagna i cambi marcia con delle vere e proprie fucilate. Dura e pura, senza filtri, ti conquista con la sua precisione di guida, garantita anche dalle Michelin Power Cup di primo equipaggiamento e la funzionalità dei comandi.
Delle tre è quella con la connessione gas-ciclistica-motore più estrema, e quindi fa la felicità dei duri e puri.
La Yamaha MT-09 SP è l'estremo opposto della KTM, con un assetto di guida e sospensioni più confortevoli, un motore dalla grande personalità, coppioso e sempre pronto a lanciarti verso la curva successiva e con un cambio quick shift che dei tre, almeno su strada, sembra essere il più performante.
Anche lei è svelta e rapida, e con un comportamento stradale strappa sorrisi, certo è che il manubrio alto e le pedane basse e avanzate, quando si comincia a spingere, sono il suo punto debole rispetto alle compagne di scorribande.
Il fatto che rappresentino al meglio il concetto di fun bike, almeno su strada, ci ha fatto venire voglia di vedere se questo aspetto sia replicabile anche in pista, contesto dove le abbiamo messe alla frusta nel vero senso della parola.
Ospiti del Cremona Circuit ci siamo divertiti a guidarle al limite finalmente, e a modo loro ci hanno fatto divertire davvero tanto.
Non ci sono state sorprese, le premesse emerse su strada si sono confermete anche in pista, con la KTM 890 R che conferma di essere la più estrema, la Ducati Monster SP nel mezzo, e la Yamaha MT-09 SP che si adatta ad un ruolo che non le appartiene.
Forte della gommatura più sportiva (Michelin Power Cup), la 890 R non perde un filo della sua precisione anche tra i cordoli, anzi si esalta con una luce a terra che permette di piegare senza ritegno e una rapidità nei cambi di direzione che gli fa recuperare terreno nei confronti delle moto ben più pistaiole presenti sul tracciato. Certo l'impostazione da motard, con il busto completamente esposto, alla lunga mette a dura prova il pilota, ma nel frattempo ci si diverte davvero tanto!
La Ducati Monster SP da parte sua ci mette un grande equilibrio, fatto da un ottimo compromesso tra ergonomia e prestazioni. La posizione di guida e le caratteristiche della ciclistica la rendono facile e prevedibile anche quando si spinge, peccato per la rapportatura piuttosto corta, ottima su strada, un poco meno in pista.
Buona la luce a terra, almeno finchè si montano le Pirelli Diablo Rosso IV, mentre la frenata, in virtù di un assetto di guida meno sopraelevato, la fa primeggiare nei confronti della KTM che soffre i trasferimenti di carico dovuti al peso e alla posizione del pilota.
La Yamha MT-09 SP è quella delle tre che si adatta meno all'uso in pista, ciò non toglie che sappia come far divertire il pilota.
Una volta trovato il compromesso con l'assetto di guida, ci si può concentrare sulle prestazioni del motore e sulla risposta della ciclistica.
Certo le pedane basse non assecondano le ottime prestazioni delle Bridgestone Battlax S22 di primo equipaggiamento, ma una volta prese le misure, si può sempre contare sul tre cilindri e sul reparto sospensioni che risponde sempre al meglio.
Il quick shift che su strada si era dimostrato il migliore, nell'uso esasperato in pista perde parte della sua precisione e qualche volta rifiuta il passaggio di marcia, ma stiamo parlando di un utilizzo estremo.
Nel complesso anche la MT-09 SP ci ha sorpreso, pur essendo la meno adatta all'uso in pista, almeno sulla carta, ha difeso al meglio la sua figura di fun bike, insomma è riuscita a divertire anche in un contesto...poco consono!
Tirando le somme le tre protagoniste hanno soddisfatto appieno il concetto che le vede rappresentare, seppur in maniera differente, il concetto di moto divertenti, di naked sportive con potenze gestibili e sfruttabili dalla ciclistica raffinata.
Lo hanno fatto a modo loro, mantenendo personalità ben distinte e adatte a soddisfare motociclisti dai gusti differenti.
Quello che condividono è il risultato finale, a modo loro ci hanno convinto tutte e tre, c'è chi preferirà l'immagine della Ducati, chi la dinamica della KTM e qualcun altro il carattere della Yamaha. A prescindere da quale si scelga...è la scelta giusta!
LINK
https://www.moto.it/moto-usate/ducati/monster-937/TemuxL
https://www.moto.it/moto-usate/yamaha/mt-09/wCBp8q
https://www.moto.it/moto-usate/ktm/890-duke/W8Qebd
Maggiori info
Moto: Ducati Monster SP | KTM 890 R | Yamaha MT-09 SP
Meteo: Sole 30°
Luogo: Lago di como - Pian del Tivano | Cremona Circuit
Terreno: Strada | Pista
Caschi - Airoh GP 550 | X-Lite X-803 RS | Suomy SR-GT
Tuta - Alpinestars GP Tech V4 |
Guanti - Alpinestars Super Tech | Spidi NKD | Ixon GP 5 Air | Clover Predator
Stivali - Alpinestars SuperTech R | Spidi X- Village | TCX | Ixon Ranker
Pantaloni - Spidi Pathfinder Cargo | Clover Cargo | Ixon Barry
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motamante, Acqui Terme (AL)La scelta della moto è personale e spesso travalica l'estetica o la tecnica. Da quando sono salito per la prima volta su una MT09 (ne ho già cambiate due) ho stabilito che quello era il mio "target"! E' fra le più leggere, fra le più potenti ed è quella che costa meno. Mi sono trovato bene anche nel fare la manutenzione: cambio pastiglie freni, filtri, candele... tutto molto comodo. Con le gomme Dunlop TT, infine, ho trovato un grip mai provato. Anche le coperture di primo equipaggiamento sono ottime ma le trovi solo dai concessionari ($!). Le altre moto sono meglio? Forse le Triumph ma con altro prezzo! Il tre cilindri, per me, è superiore ai due. Nel rumore, indiscutibilmente ma anche nell'erogazione, più simile al quattro ma con ingombro trasversale più contenuto. Che dire? A ognuno la sua. Io sulle mie MT09 mi sono divertito tanto e ci tenevo a dirlo! ;-)
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billiballo, Monza (MB)ho provato solo le versioni "base" della 890 e della mt-09 e per i miei gusti la ktm si guida decisamente meglio, più sportiva e precisa, la mt mi ha dato poca fiducia sull'anteriore, magari con le sospensioni della sp cambia, ma penso fosse più una questione di posizione in sella.