Suzuki Burgman 400
La storia continuaLa casa giapponese, dall' alto delle oltre 100.000 unità vendute dal 1998 ad oggi, con questa nuova versione vuole riconfermare il prorpio ruolo di leader nel settore dei “quasi” maxi.
Linee moderne e dinamiche per il maxi Suzuki, tagli netti e personalità sportiva, caratterizzano il look di questo scooter.
Adeguato al rango, il livello delle finiture è più che buono, così come la verniciatura ed i materiali plastici scelti per le sovrastrutture.
Ampia la disponibilità di spazio per i bagagli, ben 62 litri per il vano sottosella (può contenere due caschi integrali e qualche oggetto di piccole dimensioni) mentre nel retroscudo ne troviamo altri tre di cui uno da ben dieci litri di capacità.
Ponte di comando ricco e dal design piacevole. La nuova strumentazione oltre al contagiri ed al tachimetro, offre due contachilometri parziali, l’orologio, indicatore temperatura ambiente, livello carburante, consumo medio e temperatura motore.
Se il vestito è tutto nuovo, anche il resto è stato rinnovato completamente.
Nuovo il telaio in tubi di acciaio, dal diametro maggiorato rispetto al predecessore, ma dallo spessore minore (minor peso, maggiore resistenza alla torsione).
Forcella anteriore con steli da 41 mm, mono posteriore (regolabile nel precarico) con leveraggio progressivo.
Abbandonato il cerchio anteriore da 13' per un più "stabile" 14 pollici che abbraccia un bel paio di dischi da 260 mm (dietro c'è un solitario da 210 mm).
Il propulsore da 400 cc effettivi, ha ora la distribuzione bialbero in testa ed un nuovo impianto di iniezione, che ne migliorano ulteriormente le caratteristiche prestazionali.
Una volta salito sulla sella apprezzo la facilità con cui si tocca terra. La sella a soli 710 mm di altezza e la conformazione della stessa aiutano i meno alti nelle manovre da fermo. Meno “amichevole” la massa, pari a 199 chili (a secco) e le dimensioni, per così dire “importanti”.
La posizione di guida è quella tipica degli scooters di ultima generazione, busto dritto e gambe avanti.
Comodo lo schienalino regolabile su cinque posizioni che permette una personalizzazione della seduta.
Mentre aspetto che cominci la prova dinamica, mi “guardo in giro” e noto subito il comodo posizionamento della leva del freno a mano (nel retroscudo) che se per i motociclisti può sembrare cosa strana, per gli utenti degli scooters è un must (provate voi a parcheggiare in discesa…).
Le strade che circondano il lago Maggiore rappresentano il percorso scelto dalla Suzuki per farci saggiare le caratteristiche del nuovo Burgman 400.
Sin da subito è impossibile non apprezzare l’agilità di questo scooter, paragonabile a quella di un duemmezzo. Facilissimo, dotato di un motore che ha nella fluidità di erogazione e nella rotondità di funzionamento i punti forti, il Burgman, si muove disinvolto nel traffico. Equilibrato e ben bilanciato nei cambi di direzione alle bassissime velocità, dimostra di essere “ben predisposto” anche per gli spostamenti più veloci, tipici dei percorsi extrurbani. Non chiedetegli di comportarsi come una moto, ma negli allunghi della statale che costeggia il lago, si è dimostrato capace e preciso. Forzando il ritmo, area poco adatta per la verità, i limiti emergono, ma sempre in maniera “educata”. La guida di forza viene mal digerita dal Burgman, l’agilità della ciclistica innesca qualche ondeggiamento, mentre un leggero effetto galleggiamento inizia ad emergere. Vediamo di rientrare nei limiti…
Ottimo il comportamento delle sospensioni, anche sullo sconnesso. Anteriore che senza risultare flaccido, permette di incassare i colpi più duri e posteriore che riesce a mantenere la ruota motrice ben incollata all’asfalto, anche nei passaggi più difficili.
Meno convincente l’impianto frenante, che permette sì spazi di frenata limitati, ma che oltre a richiedere l’utilizzo di entrambe le leve per ottenerli, soffre di una mancanza di coerenza tra anteriore e posteriore. Infatti la leva destra, che comanda l’anteriore, è reattiva e permette di frenare fin quasi al limite del bloccaggio della ruota anteriore, mentre agendo sul comando a sinistra del manubrio, la risposta è indecisa e poco “autorevole”.
Continuando il nostro test, inizio ad apprezzare anche l’ottimo lavoro svolto dal parabrezza, che devia il flusso d’aria fin soppra la testa. Meno efficace la protezione per i piedi, che a causa dell’ingombro in larghezza del tunnel che ospita il telaio, si ritrovano al limite della sagoma della pedana.
La prova purtroppo per noi, visti i luoghi incantevoli e la giornata di sole, si va a concludere. Tirando le somme, quanto detto in conferenza stampa a riguardo della versatilità di questo scooter, è sato comprovato. Perfetto collega di lavoro, ma anche ottimo compagno per il fine settimana. E se lo dice anche Alex Del Piero…