Suzuki SV 650
Facile, versatile e divertente. Questi erano i tre dogmi della Suzuki SV650 del 1999, capostipite della serie SV di minore cilindrata (c’era anche la muscolosa versione da 1.000 cc), moto che in Italia ha ottenuto grande successo. Qui da noi ne sono state vendute ben 32.000 grazie ad una bella linea, al telaio e forcellone in alluminio e al motore dalla spiccata personalità. Seguì poi la seconda serie del 2003, che abbandonò il tutto tondo della serie precedente per abbracciare un design spigoloso, mantenendo intatte prestazioni e piacevolezza di guida.
Poi, nel 2009, arrivò la Gladius, forse la meno apprezzata a causa del design forse troppo personale e finiture non all'altezza delle serie precedenti. Arriviamo dunque alla SV650 ABS 2106, che torna alle origini grazie a un design che pur senza essere particolarmente coinvolgente, lo potremmo definire “di sostanza”, ritrova una maggiore cura del particolare, prestazioni e dinamica di guida di tutto rispetto, con costi di gestione contenuti così come il prezzo di acquisto.
Com'è fatta
Design di sostanza, senza particolari spunti o picchi di personalità ma adatto a incontrare i gusti di un'ampia cerchia di motociclisti, caratterizzato da forme slanciate e rastremate nella parte centrale, dove mette in mostra una maggiore snellezza sia del serbatoio sia della sella rispetto ai precedenti modelli e soprattutto alle concorrenti dirette - due “ossi duri” come Yamaha MT-07 e Kawasaki ER-6N.
Gli assi nella manica rispetto a quest'ultime, secondo gli uomini Suzuki, sono oltre alla maggiore potenza del motore bicilindrico a V della SV650, che ha un paio di cavalli in più della Yamaha (76,5 in totale per la precisione) e circa quattro rispetto alla Kawasaki, nei confronti delle quali però la moto di Hamamatsu può vantare l'omologazione Euro 4, e anche i consumi che, a detta dei tecnici, sono inferiori a quelli delle concorrenti.
Confronta la Suzuki SV 650 con le rivali
Un altro vantaggio che troviamo sulla SV650, tenendo conto della tipologia di moto e soprattutto del cliente tipo cui si propone, è la contenuta altezza da terra della sella, che essendo posta a soli 785 mm (le concorrenti si fermano entrambe a 805 mm), ed essendo anche piuttosto rastremata, consente anche ai più corti di gamba di poter poggiare entrambi i piedi a terra.
A proposito di posizione di guida, in sella alla SV650 2016 ci si trova a proprio agio sin da subito, con una posizione del busto moderatamente caricata sul manubrio che appare “aperto” quanto basta e le pedane che seppur moderatamente rialzate (chi scrive è alto un metro e ottanta), non costringono a posture troppo chiuse per le ginocchia. Da notare che le pedane del pilota sono ora separate da quelle del passeggero (sulla Gladius erano entrambe fissate a un'unica piastra), particolare che alleggerisce anche la vista laterale della moto.
Non riesce invece a dissimulare il suo volume il nuovo terminale di scarico (accidenti alle nuove normative di omologazione), che però perde ben 3,5 kg di peso rispetto a quello della Gladius, e che considerando il minor peso anche dell'ABS (-1,5 kg) e quello delle sovrastrutture varie (- 3,5 kg), vede la SV650 dimagrire di ben 8 kg rispetto al precedente modello, facendo segnare 197 kg sulla bilancia.
Motore
Il bicilindrico Suzuki è stato pensato e progettato per combinare al meglio prestazioni, fruibilità e consumi contenuti. 645 cc di cilindrata per 76 cv (56 kW) di potenza massima a 8.500giri, con una coppia di 64 Nm a 8.100 giri, numeri che non impressionano ma che si sposano alla perfezione con il concetto di moto adatta a tutti, neofiti e non, che ha fatto la fortuna delle serie precedenti. Economia di gestione e bassi consumi passano attraverso vari accorgimenti adottati sul bicilindrico bialbero, a partire dalla gestione dell'iniezione elettronica dotata di sistema SDTV con doppia valvola a farfalla per cilindro, iniettori a dieci fori e controllo del minimo attraverso il sistema ISC.
L'efficienza del motore Suzuki é stata raggiunta anche mediante l'utilizzo di tecnologie particolarmente avanzate, quali l'utilizzo di un rivestimento delle camicie dei pistoni, per migliorarne la scorrevolezza e di conseguenza diminuire gli attriti. Questi sono dotati d’inediti raschiaolio con una particolare forma ad "L" che ne migliora ulteriormente la tenuta, e non manca il rivestimento SCEM dei cilindri (Suzuki Composite Electrochemical Material), come sul resto delle sportive di casa. Di nuovo disegno anche air box e radiatore, quest’ultimo più largo di un paio di centimetri.
Ciclistica e freni
Il telaio a traliccio è accoppiato a una forcella tradizionale da 41 mm e 125 mm di escursione, non regolabile, mentre il mono posteriore ha la possibilità di essere regolato su sette posizioni differenti di precarico ed ha un’escursione utile di 63 mm. L’impianto frenante consta di una coppia di dischi da 290 mm con pinze Tokico a due pistoncini e un singolo da 245 mm con pinza a un pistoncino marchiata Nissin.
Come si può intuire dal nome SV650 ABS, sulla bicilindrica giapponese è montato il sistema antibloccaggio delle ruote, che in questa nuova versione perde, oltre al peso (-1500 gr), anche un bel po’ di volume, essendo di dimensioni più contenute. Cerchi a cinque razze in lega d’alluminio per la SV650, che ha di primo equipaggiamento una coppia di Dunlop Sportmax Qualifier 120/70 anteriore e 160/60 posteriore, montati entrambi su cerchi da 17 pollici.
Come va
L'obiettivo degli uomini Suzuki era di rendere la SV650 facile e comunicativa, per un'utenza di motociclisti, se non proprio alle prime armi, con poca esperienza, ma adatta a soddisfare anche le esigenze di quelli più "maturi", motociclisticamente parlando. L'obiettivo è stato raggiunto pienamente, grazie a un motore che riesce a far convivere caratteristiche sportiveggianti, con una facilità d'uso e costi di gestione da vera entry level.
La ciclistica da parte sua convince e conferma che anche con componenti non particolarmente ricercati, si può mettere in strada una moto dalle ottime caratteristiche di guida. Queste sono le impressioni che ci ha trasferito la guida della bicilindrica di Hamamatsu, che ha avuto vita dura durante il test, oltre che per i ritmi serrati che gli abbiamo imposto, anche a causa di un meteo impazzito che ha visto l'alternarsi di pioggia e freddo, con sole e temperature più miti.
La SV650 si è adattata perfettamente a ogni condizione d'uso, e in questo hanno avuto un ruolo importante anche le ottime performance garantite dalle gomme di primo equipaggiamento, le Dunlop Sportmax Qualifier, perfette su asciutto e incredibilmente “mordaci” anche su asfalto bagnato. Agile e leggera nel traffico, la SV650 si potrebbe considerare un'alternativa al maxiscooter di turno, con il quale condivide di certo i consumi ridotti, che a detta dell'indicatore presente nella strumentazione si attestano ben oltre i 20 chilometri con un litro nell’uso misto urbano/extraurbano, e dove emergono le ottime caratteristiche funzionali di frizione e cambio, entrambi morbidi e precisi, con un confort di guida apprezzabile.
Quando ci si sposta fuori città, però, emergono anche altre peculiarità della bicilindrica giapponese, che ci riportano ai fasti dei trofei monomarca a lei dedicati. La SV650 sa essere aggressiva quando vuole, o meglio quando chi gli sta in sella ha voglia di aprire il gas e cercarne i limiti. Il motore fluido e corposo ai bassi e medi regimi, è capace di dare tanto anche agli alti, senza per questo vibrare fastidiosamente (caratteristica emersa anche a velocità autostradale), o diventando ruvido.
Anche tenendolo “impiccato”, il motore della nostra Suzuki risponde bene, senza reazioni scomposte nel chiudi/apri, mentre la ciclistica consente di sfruttare fino all’ultimo i 75 cavalli a disposizione. L’assetto delle sospensioni, pur garantendo un confort ottimale, non entra mai in crisi, anche quando ci si trova a strisciare pedane e scarico sull’asfalto, e mantiene la moto rigorosa e precisa in inserimento, anche quando ci si trova ad esagerare. In questo frangente si potrebbe desiderare una maggiore potenza frenante da parte del doppio disco anteriore, perfetto e poco aggressivo quando si va a spasso, ma un po’ carente quando si chiede tutto alla moto.
Ottimo invece il funzionamento di quello posteriore, e soprattutto dell’ABS, puntuale e preciso nel funzionamento, come abbiamo potuto appurare percorrendo strade allagate e cosparse di brecciolino. A fine prova non si può che promuovere a pieni voti la piccola, o meglio la media Suzuki, una moto generosa che saprà accontentare una vasta gamma di motociclisti, che di certo ne apprezzerà la doppia personalità, moto facile e fruibile che a comando è in grado di tirare fuori personalità e prestazioni da piccola sportiva.
Sono stati utilizzati:
- Giubbotto Macna Mission
- Guanti Dainese Carbon D1
- Stivali TCX
- Casco Caberg Stunt
- Pantaloni OJ Muscle Black Man
Maggiori informazioni su:
Moto: Suzuki SV650
Data: Febbraio 2015
Luogo: Lloret de Mar (Spagna)
Meteo: coperto/pioggia 10 °
Terreno: strada
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ober0nNon sono affatto d'accordo che sia una moto facile da guidare per un neofita, considerato anche che è la moto più potente della sua categoria. Dipende poi da quello che si cerca in una moto. Sembrerà strano a molti ma non tutti cercano i CV.
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anonym_4397114Moto semplice, essenziale e concreta, esteticamente più o meno discutibile in base ai gusti personali, ottima per imparare e tutto sommato economicamente abbordabile. Pregi e difetti potranno essere ampiamente valutati solo a medio e lungo termine. Per quanto mi riguarda l'ho provata e non mi è dispiaciuta ma non mi ha neppure "eccitato" più di tanto( al riguardo trovo che la gsr750 è molto più intrigante...). E' davvero facile da guidare, anche per i neofiti, ed in fin dei conti ci si può divertire.