Yamaha Xenter 125
Lo Yamaha che mancava - Part II
Scooter bagnato, scooter collaudato
Il meteo non è dalla nostra, a Barcellona: freddo, pioggia e traffico congestionato ci accompagnano per tutta la giornata in sella al nuovo ruota alta di Iwata.
Quale condizione migliore per testare a modo il nuovo nato Yamaha?
Visto l’utilizzo quotidiano urbano per cui si propone, quindi in qualsiasi condizione meteo, la giornata non proprio tipicamente spagnola ci ha sicuramente aiutato nella valutazione.
Nel suo nome, Xenter, è racchiuso tutto quello che Yamaha vuole trasmettere: la X, ormai simbolo di riconoscimento degli scooter dei tre diapason, la parola centro, luogo in cui si sente più a suo agio ed entry level, che va a sottolineare il pubblico a cui maggiormente si rivolge.
Com’è?
La linea di Xenter 125 è fresca e filante, come richiesto dal mercato per il target in cui va ad inserirsi; il doppio faro anteriore gli dà un’impronta decisamente "Made in Iwata" e le accortezze estetiche quali una bella coda slanciata - che ospita un portapacchi integrato e i maniglioni per il passeggero, e si completa con un faro a LED - e il parabrezza con paramani (decisamente efficace sotto al diluvio spagnolo!) ne evidenziano la ricercatezza.
Il bauletto in tinta da 39 litri, appositamente disegnato da Yamaha per Xenter, è di serie e va a sopperire la mancanza di spazio nel sottosella dove difficilmente potrete alloggiare qualcosa più di qualche effetto personale, pecca non rara sugli scooter a ruota alta, ma parametro importante per chi cerca un mezzo da sostituire all’auto in città.
Borsa interna e cuscino poggiaschiena per il bauletto sono optional, così come il telo copri gambe dedicato.
Un vano con apertura "push" sul cruscotto permette di riporre gli oggetti di uso frequente come chiavi, Telepass o un piccolo cellulare (no, l’iPhone non ci sta).
La pedana piatta è più ampia della media, merito del telaio a doppia trave, novità importante su questo tipo di scooter, che va a favorire anche la stabilità del mezzo e la riduzione delle vibrazioni.
I cerchi da 16" a cinque razze calzano pneumatici dal battistrada appositamente disegnato, che hanno sofferto un po' solo nelle frenate sulle scivolose strisce bianche bagnate.
Il pannello della strumentazione è a cristalli liquidi (non siamo riusciti a testarlo controsole, ma nella nostra prova della versione da 150 cc il collega Maurizio Tanca riporta: "Come per tutte le strumentazioni lcd, però, controsole può diventare difficile leggerne le informazioni, a maggior ragione usando occhiali o visiera scura"), e ospita tutte le informazioni di routine, tra cui la velocità ben visibile al centro, oltre all’orologio, la temperatura esterna e, nella parte alta, cinque spie per avere sempre tutto sotto controllo.
Come va?
Una volta in sella emerge subito il lavoro svolto dai tecnici dei tre diapason per rendere Xenter facile e confortevole per i piloti di ogni stazza e capacità di guida: la sella è bassa (a 785 mm da terra), con la parte anteriore molto stretta che permette un appoggio sicuro a terra anche ai meno alti. Le ginocchia non toccano lo scudo e la posizione, anche se un po’ obbligata (come su buona parte dei ruote alte del resto), è comunque comoda. Un po’ più sacrificata l’abitabilità per chi supera il metro e settanta.
Il piccolo Yamaha è leggero (142 kg in ordine di marcia) e si lascia spostare con nonchalance anche a motore spento.
Stupisce anche la semplicità con cui si lascia accomodare sul cavalletto centrale: dell’assente stampella laterale non si sente quindi più di tanto la mancanza e questo è stato reso possibile semplicemente avvicinando il cavalletto al baricentro dello scooter, per la felicità di molte fanciulle che (ammettiamolo!), si trovano spesso in difficoltà con questa angusta manovra.
Si va, un colpo di acceleratore e Xenter parte dolce ma deciso e con un’ottima risposta del gas anche in ripresa: il propulsore da 125 cc raffreddato a liquido che lo equipaggia è stato pensato e progettato appositamente per lui, con la chiara intenzione di non mettere mai in crisi il guidatore, garantendogli sicurezza anche nei sorpassi più impegnativi. Sono state inoltre ridotte le vibrazioni, grazie ad accorgimenti quali l'impiego di pistoni forgiati in alluminio, riporto ceramico sui cilindri e contralbero di bilanciamento.
Il motore offre una potenza di 9,2 kW a 7.500 giri (poco più di 12 cv) e una coppia di 11,9 Nm a 7.200 giri.
Visto il meteo avverso non abbiamo certo toccato velocità da superbike, ma nonostante tutto abbiamo potuto apprezzare le doti di stabilità offerte dal mono posteriore “di ispirazione TMax”, che personalmente ho molto apprezzato anche per la linea pulita che lascia tra la coda e la ruota posteriore. L’ammortizzatore è posizionato all'interno del telaio, vicino al baricentro in modo da centralizzare le masse e aumentare la maneggevolezza. Due i livelli d’intervento: in primis la molla ammortizza l'impatto iniziale, poi gli sbalzi più forti. L'azione di assorbimento risulta quindi molto efficace, cosa solitamente rara sugli scooter di piccole dimensioni, ma non solo... Disposta longitudinalmente nel telaio, la molla converte il movimento della ruota da verticale a orizzontale, evitando torsioni e con un'escursione di 92 mm. Il comparto sospensioni, quindi anche la forcella, passa dunque l’esame a pieni voti, ricalcando perfettamente la strada anche sulle sconnessioni, e si rivela probabilmente il maggior punto di forza di Xenter.
La frenata è buona e modulabile. Nonostante il tamburo posteriore da 150 mm faccia storcere un po’ il naso, può contare sull’aiuto del disco da 267 mm (contro i 240 mm del concorrente più diretto, leggi SH, che però è dotato di pinza anteriore a 3 pistoncini e disco anche al posteriore). Nelle fermate d’emergenza è necessario forzare un po’ sulle leve per fermarsi in spazi contenuti, ma comunque in sicurezza grazie al sistema di frenata combinata UBS, già collaudata sul Neo’s: agendo sulla leva destra si attiva esclusivamente il disco anteriore, agendo sulla leva di sinistra lo scooter ripartisce la potenza frenante tra il disco anteriore ed il tamburo, in modo da evitare bloccaggi indesiderati.
Il fatto di aver debuttato con un certo ritardo rispetto alla (forte) concorrenza su un mercato importante come quello dei ruota alta di piccola cilindrata, ha logicamente "costretto" Yamaha a proporre un prodotto forte e ben studiato, al quale effettivamente è difficile trovare difetti, anche a livello di finiture e particolari.
A voler cercare il pelo nell’uovo: gli specchietti retrovisori non offrono una visibilità ottimale e le colorazioni attualmente proposte sono solo tre, e non spiccano certo per personalità: particolari di sicuro facilmente migliorabili.
Per quanto riguarda i consumi, Yamaha non rilascia dichiarazioni "in numeri" ma si limita a promettere un parsimonioso consumo di carburante, garantendo che questo aspetto è stato tenuto tra le priorità in fase di progettazione e sviluppo del suo piccolo centoventicinque.
Xenter è nelle concessionarie dai primi di febbraio a 2.890 euro, dotato di parabrezza con paramani integrati e bauletto in tinta di serie, nelle colorazioni Sky Blue, Avalanche White, Midnight Black. E’ ovviamente guidabile a partire dai 16 anni, o con la patente B.
Pregi
Motore | Maneggevolezza | Facilità di guida | Cavalletto centrale
Difetti
Scarsa visibilità specchietti retrovisori | Colorazioni | Sottosella
Cristina Bacchetti
bello
penso!!!!!