Yamaha Ténéré Challenge 2021: abbiamo corso il rally di Scarlino!
Ricordo che all’età di vent’anni quando andavo alle gare e vedevo la mitica categoria Major con le tabelle gialle rabbrividivo… Il pensiero ricorrente era “cosa vanno ancora in moto a fare quei signori”.
Ora invece, che mi avvicino a completare anche io le 40 primavere, capisco quanto abbia senso. Si perchè se sei motociclista dentro lo sei per sempre, per tutta la vita, per ogni istante della stessa, nonostante i cambiamenti, l’evoluzione personale, i momenti belli e quelli brutti.
Partecipare alla prima prova del Yamaha Ténéré 700 Challenge, oltre che avermi fatto divertire un mondo, mi ha fatto capire tutto questo e, parlare con i partecipanti e trascorrere due giorni di moto con loro, mi ha permesso di entrare un pochino nelle loro vite e vivere con loro la vera passione per le due ruote, che va oltre la gara, oltre il risultato.
A vent’anni l’unico scopo era primeggiare, non c’erano ancora i social dove poter pubblicare le proprie gesta da campione del mondo (anche se la gara era un regionale), ma di certo si poteva già andare in giro per i paddock con la coda aperta a pavoneggiarsi. E poi c’erano gli amici al bar, dove tutto si poteva ingigantire, dalla buca presa male al salto chilometrico fatto nel bosco.
Ora l’istinto ti porta automaticamente a preservarti maggiormente, a non correre rischi inutili, a raccontare agli altri che sei li “solo per partecipare” ed il più delle volte è vero, tranne quando all’inizio della speciale ti fanno il conto alla rovescia...ed allora in quel frangente ritorni ragazzo, con la grinta a l’orgoglio di quel tempo, con la voglia di dimostrare che non sei un “vecchio Major o Veteran” e che i giovani, loro, hanno ancora una sacco di strada da fare! Ma la cosa più bella è che apprezzi un sacco di dettagli al quale prima non facevi caso, anzi erano distrazioni e scocciature che ti allontanavano dall'obiettivo, quello di vincere. Il viaggio per esempio, ora è una fuga dal lavoro, un momento per staccare, i luoghi dove vai sono magici ed inesplorati e vorresti avere più tempo per trovare il ristorantino caratteristico, la camminata panoramica dove andare con la moglie e la spiaggetta privata dove far correre i cani.
La gara non è più il fine, ma l’opportunità per vivere esperienze uniche ed alimentare nuove storie di vita da raccontare. Yamaha questo lo ha capito ed ha abbracciato questa filosofia con grande spirito, dando vita ad un Challenge davvero unico! Iniziai con le ruote artigliate nel 1997 proprio con il Yamaha Super Cup 125 che si svolgeva a fianco del mondiale motocross e non avrei mai e poi mai pensato di ritrovarmi in un trofeo Yamaha 25 anni dopo!
La gara non è più il fine, ma l’opportunità per vivere esperienze uniche ed alimentare nuove storie di vita da raccontare. Yamaha questo lo ha capito ed ha abbracciato questa filosofia con grande spirito, dando vita ad un Challenge davvero unico! Iniziai con le ruote artigliate nel 1997 proprio con il Yamaha Super Cup 125 che si svolgeva a fianco del mondiale motocross e non avrei mai e poi mai pensato di ritrovarmi in un trofeo Yamaha 25 anni dopo!
E invece eccoci qui, a Scarlino, nei pressi di Grosseto, nuovamente dietro ad un manubrio e questa volta anche ad un sacco di strumentazione… GPS, traccia, serbatoio enorme, tabella con gli orari, oltre 200 kg di moto...come farò, quanta ansia. Ma una volta partiti tutte le preoccupazioni svaniscono e rimani solo tu, la tua Yamaha e la traccia fucsia, in mezzo al nulla a godere dell’immensità della natura e dell’unicità del nostro bel paese. Per la navigazione abbiamo usato la traccia GPS su navigatore Garmin.
Due giorni di gara davvero unici, che di fatto hanno ben poco della gara, se non fosse stata per l’ottima organizzazione, la presenza di personale medico in caso di bisogno, le strade chiuse al traffico dove serviva e la gestione delle prove speciali, ma molto dell’avventura e della condivisione con gli altri partecipanti. E’ si perchè dei 40 temerari non c’è n'è uno uguale, ognuno con una storia diversa, ognuno qui per un motivo differente.
Davide, che ha ripreso la moto dopo la perdita del padre ed è tornato a correre per necessità d’animo, Giampaolo, classe ‘58, che ha fatto delle moto la sua vita e vuole ancora dimostrare, soprattutto a se stesso di essere forte (e lo è!! ndr), Rodolfo classe ‘95 che nel primo giorno domina su tutti e dimostra la sua incontenibile voglia di emergere come è giusto che sia!
E poi ci sono Francesco (Catanese) con il quale staresti ore ed ore a parlare degli aneddoti della Dakar, Niccolò (Pietribiasi) che per la prima volta dopo gli anni dell’europeo enduro fatti assieme non l’ho visto trafficare sul motore della sua moto e l’intramontabile Nazzareno (Falappi) sempre onnipresente, che respira motorally da quando è nato, anzi inizio a pensare che il motorally sia nato con lui. Un’esperienza unica che non avrei mai pensato di vivere, una storia che custodirò per molto tempo dentro di me e consiglio a tutti i possessori di Ténéré di provare.
Non pensate alla gara in quanto competizione, ansia e preoccupazione, non è questo lo spirito né tantomeno l’obiettivo.
La storia inizia da quando premerete ok sul modulo iscrizione (trovate tutto qui:
https://www.yamaha-motor.eu/it/it/Experiences/Eventi-ProgettiSpeciali/tenere-spirit/challenge/) e si apre un mondo di cose da fare, e le relative scuse, che “vanno” fatte per partecipare: le grafiche personalizzate, fondamentali e da fare per prime (su 40 moto ne ho viste 40 diverse, uno spettacolo), le gomme, da scegliere con cura, il navigatore (una scusa per prendere l’ultimo modello) o semplicemente il supporto per lo smartphone, le sospensioni (utili ma non fondamentali) e le protezioni giusto per proteggere un pochino la vostra amata.
E poi via che si va all’appuntamento direttamente in moto, da soli o con l’amico del cuore, oppure in furgone con tutta la famiglia con una sensazione di libertà nell’anima che da tempo non sentivi. Vorresti non finisse mai perché quando ti diverti il tempo scorre in fretta ed arrivi a domenica sera che nemmeno te ne accorgi. Anzi, certo che te ne accorgi, sei stanco di bestia con le ossa che fanno male da quanto sono state mischiate, ma cavoli quanto stai bene di testa.
Domani è lunedi, sai che sarai uno straccio di fisico, ma anche che ti potrebbe cadere il mondo addosso e che lo potrai reggere senza problemi.
Questa è la magia della moto, questa è la filosofia del Yamaha Ténéré 700 Challenge.
Preparatevi, perchè non tornerete più indietro! Ed io, che vi ho raccontato la mia storia, mi riterrò responsabile delle vostre follie! Ci vediamo alla prossima tappa.
Cosa serve per correre
La nostra Yamaha Ténéré 700
Per l’occasione Yamaha ci ha messo a disposizone una nuovissima Ténéré 700, dotata di tutti gli accorgimenti necessari per essere perfetta per l’occasione:
- Gomme Dunlop D908RR Rally Raid, montate sui cerchi originali e dotate di mousse sono state indispensabili per gestire le pozze di fango e gli sterratoni veloci dei percorsi Toscani. Senza dubbio è stato indispensabile avere le “scarpe” giuste e consigliatissimo l’uso delle mousse che ti mettono al riparo dalle forature che alla fine guastano l’avventura.
- Sospensioni Andreani con gli steli originali da 43mm all’anteriore, ma con all’interno le cartucce interamente studiate dal gruppo, con uno stelo per la compressione ed uno per il ritorno. Ottima la progressione e la possibilità di personalizzare il setting. Al posteriore un fantastico Ohlins (sembra davvero di tornare ai tempi della Yamaha Super Cup 125) che dona alla Ténéré molto più stabilità e meno trasferimenti di carico così da rendere il mezzo molto più stabile e preciso.
- Navigatore Garmin Montana 700, ottimo per la dimensione di lettura e la facilità di utilizzo in fuoristrada anche con i guanti. Alla fine è di lui e solo di luii che ti devi fidare. Mai guardare in giro, mai fidarsi di un’indicazione esterna sempre e solo la freccina e la riga fucsia. Luca di Garmin mi ha anche consigliato alcune impostazioni utili: posizionamento in verticale per avere maggiore profondità di visualizzazione della mappa, distanza a 50/80 metri come ingrandimento per avere tempo di vedere la direzione senza perdere la vista d’insieme, bloccaggio dello schermo in verticale perchè altrimenti quando pieghi lo schermo si mette in orizzonale e poi non capisci più nulla.
- Protezioni paracoppa, essenziale per non dover badare troppo ai sassi ed alle radici. Le altre protezioni come quelle laterali sono utili, ma non indispensabili, ma quella sotto è senza dubbio necessaria.
Sono stati utilizzati
- Casco: Alpinestars SM5
- Occhiali : Ariete
- Maglia: Alpinestars
- Pantaloni: Alpinestars
- Guanti: Alpinestars
- Stivali: Alpinestars Tech 5
Mi sapete indicare un concessionario Yamaha che ritira le enduro racing
nessuno di quelli a me vicini lo fa ! Husqvarna FE 350 del 2017