Álvaro Bautista: "La Honda CBR 1000RR-R sembra una 'due tempi! "
È stato un inizio di campionato sicuramente diverso da quello che si aspettava. Álvaro Bautista, sbarcato in Honda con grandi aspettative a fine estate 2019, immaginava di poter riprendere il discorso Superbike da dove lo aveva lasciato. A quel momento antecedente la gara di Imola in cui il rapporto moto/pilota - fra Bautista e la Ducati V4, che prima sembravano imbattibili - si è irrimediabilmente incrinato, gettando tutto il team in una spirale negativa che, appunto, ha portato Álvaro a scegliere di cambiare casacca.
Quando Honda si muove non va sottovalutata, e sicuramente Bautista ha scelto il team ufficiale HRC - un rientro storico, a dire poco - pensando alla competitività del mezzo più che all'ingaggio. Ma i primi test hanno messo in mostra una moto un po' acerba rispetto alla concorrenza, che però il compagno Leon Haslam, a Phillip Island, ha dimostrato di riuscire a interpretare in maniera più efficace rispetto a Bautista. Il fatto che Haslam provenga da una Kawasaki - quadricilindrica in linea come la Honda - forse potrebbe non essere da sottovalutare: come in MotoGP, se il cambio di sella (o il cambio di modello, come ben sa il povero Chaz Davies) comporta un cambio di schema motoristico, pare essere diventato molto più difficile da digerire rispetto al passato.
In un'intervista pubblicata da Bikesportnews, Bautista spiega meglio quanto stia soffrendo proprio questo cambio di configurazione, arrivando a definire il motore della CBR "come un 'due tempi' ", per la cattiveria nell'erogazione - e in effetti, anche nella versione di serie, abbiamo trovato la CBR 1000RR-R piuttosto vuota ai bassi regimi. E Bautista, che con le due tempi 125 e 250 ci ha corso, vincendo anche un titolo, sa evidentemente di cosa si sta parlando.
"In tutta onestà non mi aspettavo una differenza così grande. Il punto è che per tutta la mia carriera in MotoGP e nel mio primo anno in Superbike ho sempre guidato moto con propulsori V4" ha ammesso Bautista. "Mi aspettavo il 'quattro in linea' come un motore più facile - è quello che dicono tutti. In generale però non mi sento di dire che sia più facile o difficile, quello che è certo è però che si tratta di un motore completamente diverso."
"Il motore è molto potente, anzi, credo che questo sia il suo maggior punto di forza" continua lo spagnolo. "Non me lo aspettavo così potente, ma a volte le prestazioni sono inutili se non sono sotto controllo. Anche la potenza non serve a nulla, se non se ne ha il controllo: finché la moto non sarà del tutto a posto in uscita di curva, quando bisogna scaricarla tutta a terra, non riusciremo a spingere al 100%. Ma sono fiducioso, perché si tratta di una moto pensata e realizzata per la pista, e Honda si sta impegnando pesantemente in questo progetto: stiamo lavorando tantissimo con i tecnici dell'elettronica per rendere la moto più guidabile. HRC sta facendo uno sforzo enorme, e lavora molto duro..."
Bautista e'troppo inquinato da soldi e moto facili