Phil Marron e Toprak Razgatlioglu

Non fa una piega #7. Phil Marron, l’angelo custode di Toprak

- Uno dei segreti dei successi di Razgatlioglu è il suo rapporto con il Capo tecnico Phil Marron, che lo segue dal 2019 e lo ha aiutato a crescere anche come uomo e come atleta

Il binomio Razgatlioglu-Marron è nato alla fine del 2018 quando il talento turco faceva parte del Turkish Puccetti Racing e Kenan Sofuoglu era alla ricerca di un capo tecnico al quale affidare il proprio pupillo. Negli anni precedenti Phil era stato il responsabile tecnico di Eugene Laverty prima in Supersport e successivamente in Superbike, e Sofuglu lo aveva conosciuto nella classe cadetta, quando si era confrontato a lungo proprio con il pilota nordirlandese.

Nel 2018 Marron era ancora con Laverty nel Team Milwaukee Aprilia, ma successivamente la squadra era diventata ufficiale BMW, mentre il pilota nordirlandese aveva scelto la Ducati del Team GoEleven. Il Sultano aveva colto la palla al balzo e lo aveva portato nella squadra di Manuel Puccetti. Per Toprak l’arrivo di Phil fu subito di grande aiuto. Dopo aver debuttato in Superbike l’anno precedente (con due podi) il 2019 per il giovane turco fu la stagione della definitiva consacrazione quale talento emergente delle derivate, grazie anche a 2 vittorie e 13 podi.

Quando l’anno successivo Sofuoglu decise che era venuto il momento di lasciare la Kawasaki a favore della Yamaha, si assicurò che Marron restasse al fianco del suo assistito. Nei quattro anni con la casa di Iwata pilota e tecnico hanno portato a casa il titolo mondiale nel 2021, 37 vittorie e 100 podi. Il resto è storia recente. Il loro passaggio alla BMW ha rivoluzionato le prestazioni della M1000RR a tal punto che molti reputano che ora la moto tedesca sia addirittura superiore alla Ducati Panigale V4.

Ma chi è Phil Marron? E’ nato a Moneyglass, un minuscolo paese nell’Irlanda del Nord con poco più di 100 abitanti. Terzo di cinque figli, da piccolo era una delle giovani promesse della squadra di calcio del Antrim, dove giocava da terzino di fascia. Un incidente in auto nel 1999 lo costrinse ad una lunga inattività, nella quale Phil si avvicinò al motociclismo, grazie soprattutto ai suoi amici Laverty che vivevano nel vicino paese di Toome. In classe con lui c’era Emma Laverty, sorella di John, Eugene e Michael, che poi diventerà sua moglie e con la quale ora vive a Cargin, Toomebridge. Il padre di Emma era contadino e corridore motociclista e trasmise ed assecondò la propria passione a tre dei suoi quattro figli ad una sola condizione: che corressero solo in pista.

Nei due anni senza poter giocare a calcio, il giovane Marron aiutò i cognati Laverty in pista. Era sempre stato interessato ai motori e dopo aver lavorato nella fattoria Carey e dopo aver terminato un corso sui motori automobilistici al Millfield College di Belfast, iniziò a lavorare al Loughbeg Garage. Qui lavorò su ogni tipo di motore, che fosse di camion o di betoniere e diede libero sfogo alla sua curiosità, alla sua mania di smontare tutto quanto gli capitasse a portata di mano, per comprendere come fosse fatto e come funzionasse.

Oltre che di meccanica era interessato anche alla parte elettronica, e quando accadde l'incidente automobilistico stava seguendo un corso di apprendista elettronico presso la Nortel Networks. In seguito trovò lavoro come meccanico in un negozio di moto a Ballymena (il paese di Jonathan Rea) e nel weekend seguiva i Laverty in pista, dimostrandosi subito uno dei meccanici migliori. Negli anni successivi fu promosso Capo Tecnico, diventando in breve tempo il collegamento tra i piloti e la squadra. La gavetta l’ha fatta con i cognati Eugene (dieci anni) e Michael (due anni) sino alla fine del 2018, quando è entrato in contatto con Sofuoglu e Razgatlioglu.

Gli inizi non sono stati facili anche a causa dell’inglese del giovane turco che si limitava ad una ventina di parole. Ricordo bene quale fosse il linguaggio di Toprak in quel periodo e mi stupiva come riuscisse comunque ad esprime il suo pensiero in poche parole (quelle che conosceva) con una sintesi che faceva comprendere quanto fosse brillante la sua intelligenza. Il suo stentato inglese ha rappresentato comunque un problema, in quanto alcuni non lo capivano e lui preferiva quindi non parlare, sembrando spesso timido e impacciato, mentre non lo era affatto.

Ma il giovane turco impara molto in fretta e in poco tempo mostrò a tutti quale fosse il suo vero carattere. "È un ragazzo adorabile – disse Marron di lui – educato e gentile, ma in pista ha l'istinto e la spietatezza di un assassino”.

Ma Phil non lo aiutò solo con la lingua e con la tecnica, ma anche nella preparazione atletica. Dopo una gara nella quale il turco era arrivato ben presto in debito d’ossigeno, il suo Capo Tecnico gli chiese: “Ma ci vai in palestra?”. “Uhm…. – rispose il turco - non mi piace molto. Ci vado quando piove”. “E quante volte piove nel tuo paese?”. “In media due volte l’anno…..”. Con il passare del tempo Razgatlioglu divenne un atleta e nel 2020 assieme al Sultano, decise di lasciare la Kawasaki per passare alla Yamaha. Marron accettò di restare con loro. Toprak iniziò a lottare per il titolo mondiale, assumendo un ruolo al quale non era abituato. Ma Phil ormai lo conosceva bene e sapeva come aiutarlo anche psicologicamente. La stagione 2021 fu molto difficile, con alti e bassi, ma si concluse con la vittoria del titolo mondiale. Il primo per Razgatlioglu, ma anche per il tecnico nordirlandese, che in passato lo aveva sfiorato per ben due volte in Supersport con Eugene Laverty.

Terminata l’avventura con la Yamaha i due sono passati alla BMW, prendendo una decisione criticata da molti., ma Phil non ha mai avuto dubbi non solo sull’impegno dell’azienda tedesca, ma soprattutto sulle grandi capacità di Toprak che gli hanno permesso di rendere competitiva la quattro cilindri di Monaco di Baviera, che l’anno precedente non era mai salita sul podio. La casa tedesca è stata brava a comprendere che sarebbe stato controproducente sciogliere una coppia come quella formata da Phil Marron e Toprak Razgatlioglu, che hanno raggiunto un’intesa che spesso non ha nemmeno bisogno delle parole. Una coppia vincente.

Chissà se il tecnico nordirlandese seguirà il talento turco anche in MotoGP?

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