MotoGP: Dorna lavora per il futuro Gran Premio in India
Dopo l’annuncio di Misano, con la firma di un protocollo con l'obiettivo di fare un GP in Arabia Saudita, Dorna Sport comunica ufficialmente che sono iniziati i lavori per un “possibile” futuro GP dell’India. Carmelo Ezpeleta, il CEO Dorna, è stato recentemente in India, ha incontrato le autorità, il promoter designato, i rappresentanti dell’industria locale e persino i media. L’entusiasmo c’è.
Il circuito indicato dovrebbe essere il Buddh International Circuit di 5.500 metri alle porte di Nuova Delhi, che già ospitò la F1 anni fa, come vedremo in seguito. Le aspettative sono molto alte e Carmelo Ezpeleta lo sa.
“L’India è un mercato enorme - ha dichiarato - e portare un Gran Premio qui è importante per l’industria della moto e anche per la MotoGP. La moto è uno strumento incredibile per i trasporti e in molti Paesi del mondo guida la società, fornendo la mobilità e dando energia alle famiglie di tutto il mondo. Correre in India sarebbe un riflesso del nostro impegno ad aprire il mondo dello sport il più ampiamente possibile”.
Il ministro dello sport dell’Unione, Shri Anurag Thakur, ha sottolineato l’importanza storica della giornata e ha aggiunto che l’India potrebbe essere potenzialmente uno dei più grandi mercati per la MotoGP in termini di spettatori e ricavi. Il Primo Ministro Uttar Pradesh ha orgogliosamente annunciato che l’evento sarà appoggiato dal Governo con ogni mezzo perché è prestigioso e porterebbe grandi vantaggi al turismo e impulso all’industria locale.
Insomma, si fa sul serio. Da ricordare però che la F1 non ha avuto una esperienza felice in quel Paese. Le vetture a ruote scoperte hanno corso in India per tre anni, dal 2011 al 2013, proprio sull’allora nuovissimo impianto che sorge a 50 km da Dehli.
Nella prima edizione si registrò la protesta degli agricoltori, che accusavano gli organizzatori di prepotenze nell'acquisto dei terreni, oltretutto pagati troppo poco; ci fu anche il problema delle tasse doganali che il Governo introdusse a sorpresa: nessuna scuderia voleva pagare, l’organizzatore provò a mediare e soltanto in extremis le tasse furono abolite dal Governo.
Bisogna dire che, pur tra mille problemi, l’evento indiano della F1 fu premiato quale migliore GP della stagione sia nel 2011 sia nel 2012. Ma poi, dopo la terza edizione, non entrò nel calendario del 2014 perché gli organizzatori non accettarono lo spostamento temporale a marzo, e lo stesso accadde nel 2015. Ecclestone provò a recuperare il GP dell’India nel calendario 2016, ma i problemi economici ne decretarono la fine.
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patatino1226, Fosso' (VE)temo che si arrivi allo stesso risultato del WTC , l'ex campionato superturismo che ora si corre spesso in paesi medio orientali con molti piloti proprio di quei paesi e quando guardi una di queste gare ti chiedi se è un campionato mondiale o un campionato del medio oriente con piloti del tutto sconosciuti
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billiballo, Monza (MB)mi sembra un'ottima conquista, un posto si era liberato con il gp di finlandia definitivamente abortito, e non ancora sostituito dall'ipotetico kazakistan. è un bene che ci sia interesse da parte di un paese che ha un enorme quota del mercato moto(credo il numero 1 al mondo) e che da solo ha quasi il doppio della popolazione di tutta l'europa. il triste campionato europeo di 2 anni fa ora inizia a sembrare un lontano ricordo