BMW R90/6: un lavoro radicale l'ha trasformata in una moto da pista
Tra tutte le competizioni motociclistiche, ce n’è una dal sapore particolarmente unico, ovvero la Battle of The Twins, che ha visto la luce negli Stati Uniti a Daytona nel 1981 e che ha posto le basi per la realizzazione della mitica Britten V1000.
Grazie a questa competizione sono nate moto spettacolari, una delle quali è la BMW che vi presentiamo oggi: una special, molto special, che ha di serie, forse, solo il motore. Parliamo di una BMW R90/6 del 1976 realizzata da Scott Kolb.
Il pensiero di Kolb era quello che "Un motore BMW raffreddato ad aria in un buon telaio, con il giusto pilota, possa battere le moto moderne durante i track day." E così ha deciso di eliminare ogni fronzolo dalla moto tedesca facendo scendere il peso ad addirittura 130 kg, con una potenza di cv, rendendo omaggio ai piloti che hanno corso la Battle of the Twins di Daytona.
Il cliente che ha commissionato la moto, che come il customizzatore lavora nel mondo dell’architettura, voleva un oggetto di design, ma anche funzionale e, soprattutto adatto alle proprie dimensioni, visti il suo metro e 95 di altezza e i suoi 109 kg di peso.
Effettivamente la moto gli sta cucita addosso, con delle quote della triangolazione della posizione di guida maggiorate del 5% rispetto alla media delle moto di serie
Il risultato è radicale ma ben riuscito, e la componentistica utilizzata merita un approfondimento: Rotobox ha fornito gli splendidi cerchi in fibra di carbonio, utilissimi per tagliare al minimo il peso; sono state adottate sospensioni completamente regolabili a marchio Öhlins, mentre le pedane, le leve, gli specchietti e il portatarga arrivano dal catalogo Rizoma dedicato ad un’altra BMW, ovvero la R nineT, e sono ricavati dal pieno.
Nonostante l’aspetto originale del motore, per guadagnare coppia e potenza, è stato utilizzato un kit Sieberock che ha permesso di incrementare la cilindrata fino a 1.000 cc, la frizione è stata sostituita con una più performante e anche l’albero motore è stato rivisto e alleggerito.
Il telaio, così come il forcellone, è assai scenografico, sia per la forma che per la tinta azzurra, e al posteriore si cela l’albero di trasmissione cardanico della stessa R nineT. L’impianto frenante a marchio Brembo è stato mutuato da un’altra moto della Casa dell’Elica, una S1000R. Perché il posteriore R nineT? Solo per lo sfizio di montare uno pneumatico da 200 mm.
Anche la carrozzeria è stata realizzata da zero, scolpendo le forme sulla schiuma di poliuretano e poi realizzando la struttura finale in fibra di carbonio a tre strati, per quanto riguarda sella e cupolino, e alluminio battuto a mano per il serbatoio.
Se il design vuol essere un po’ vintage, l’elettronica, invece, è al passo con i tempi: troviamo quindi una centralina m.unit di Motogadget e un sistema di avviamento keyless. Per rendere il design pulito tutta l’elettronica è stata installata sotto al sedile, mentre dietro al cupolino rimane solo una strumentazione mista analogica e digitale.
L’insieme parrebbe essere molto ben riuscito, e la moto verrà presentata il prossimo 7 febbraio in occasione del One Moto Show al Veterans Memorial Coliseum a Portland, in Oregon, ma sarebbe bello avere la possibilità di portarla in pista tra i cordoli.
Fonte e Photo Credits: Bike Exif
Bei tempi, legnate in pista, poi a tavola insieme subito dopo!