Enduro in Lunigiana, tra intolleranze e falsi allarmi [L'INCHIESTA]
Compare su La Nazione di oggi, 31 marzo, un articolo allarmistico:
“L’aumentata presenza di moto da enduro e di jeep nei boschi di Fosdinovo - si legge - mette in allarme gli abitanti delle frazioni. La circolazione con mezzi a motore sulle strade da esbosco, piste e sentieri è vietata dalle norme nazionali e dalla Legge Regionale, ma moto e auto percorrono le strade dei taglialegna e persino i sentieri ripristinati e tabellati dal Cai con un’opera di manutenzione di notevole impegno da parte del Comune di Fosdinovo e dei volontari.
E’ una situazione - prosegue la Nazione - che scatena proteste e spesso discussioni animate fra residenti e motociclisti. La Lunigiana sta diventando una meta turistica di grande interesse per gli amanti delle escursioni in montagna, degli appassionati di gite a cavallo, in bicicletta. Sono attività in continua crescita, rispettose della natura, mentre i motori hanno un grave impatto sull’ambiente. Tutti chiedono un aumento dei controlli sul territorio”.
L’organizzatore della Cavalcata: c’è chi vuole lo scontro
Gianni Belloni, organizzatore della Cavalcata di domenica prossima 3 aprile intorno ad Aulla, mette a fuoco qualche dettaglio.
“Intanto - premette - uno dei sentieri che viene citato nell’articolo del giornale l’abbiamo pulito e messo in sicurezza noi motociclisti, non altri. E poi a Fosdinovo, domenica scorsa, non c’è stato alcun assembramento di moto: tanti erano a pulire i boschi con me per l’evento di domenica, altri erano ad Albenga per una gara... Saranno passate tre o quattro moto, in zona Fosdinovo, e sfido chiunque a trovarne le tracce: il terreno era secco come cemento. Il punto è che noi cerchiamo il dialogo e la convivenza, altri invece combattono, muro contro muro”.
Tutti gli anni, in occasione della Cavalcata, c’è sempre qualcuno che alza la voce e organizza proteste popolari più o meno reali. Inoltre sui social compare di tutto e questo non serve al dialogo e alla ricerca delle soluzioni nell’interesse generale. E i progetti per fortuna non mancano.
L’operatore turistico: il dialogo è possibile
Una voce sopra le parti. Pierangelo Caponi è presidente di Sigeric, che con basi a Filattiera e Pontremoli offre servizi per il turismo in Lunigiana e anche oltre: escursioni a piedi e in bicicletta, visite guidate, itinerari per ogni gusto. E’ molto dialogante: bisogna progettare per tempo le manifestazioni, convivere con le diverse esigenze, sviluppare l’offerta turistica locale.
”La situazione è un po’ difficile - ci dice - ma gli enti pubblici sono collaborativi. Nei giorni scorsi ho partecipato a una riunione interlocutoria convocata dall’Unione dei Comuni, rappresentata dal sindaco di Fivizzano Gianluigi Giannetti, e con i rappresentanti dei MC della Lunigiana. Gli enti pubblici fanno fatica a prendere posizione, purtroppo demandano, ciascuno chiuso nelle sue convinzioni. Il tema è difficile e controverso, e poi la normativa non viene in aiuto: la famosa legge 49 di Regione Toscana non è per niente chiara, solo in poche situazioni le strade sono identificabili. Qui in Lunigiana ci sono strade che non esistono nemmeno in cartografia, alla fine è difficile sapere chi può fare cosa e quando. Aggiungo che la nuova direttiva ministeriale di inizio anno teoricamente impone gravi limitazioni anche alle mountain bike sui sentieri. Insomma, è un casino”.
Caponi non è l’ultimo arrivato: ingegnere, è anche consulente per il Parco Nazionale Tosco Emiliano.
“E posso confermare che succede la stessa cosa anche nel reggiano, nella zona di Castelnuovo Monti, o anche in Garfagnana. Si fa fatica a inquadrare la situazione oggettivamente, ma occorre farlo: c’è chi si riunisce e cerca il dialogo e c’è chi invece risponde con articoli e azioni di forza”.
Il delegato della FMI: progetto comune
Giuseppe Pizzanelli è il delegato della FMI per la provincia di Massa Carrara. Anche lui guarda avanti e cerca il dialogo.
“Aiuto i ragazzi della Cavalcata di Aulla, che porta tre o quattrocento motociclisti in Lunigiana ed è da tanti anni una bella operazione sul territorio. Forse a Fosdinovo c’è poca rete di sentieri, qui in alta Lunigiana invece c’è molto abbandono e si potrebbe fare un bel lavoro con la collaborazione degli enti. Per le bici hanno messo i cartelli indicando i sentieri, con le moto non è il modo adatto: dovresti riempire i boschi di cartelli, e poi verrebbe gente da fuori che si butta sul percorso pensando di poter fare quello che vuole”.
“Purtroppo c’è anche chi che se ne frega e copre le targhe…. Invece ci vuole l’attenzione di chi conosce il territorio. Insomma, i cartelli non bastano, io penso che sia opportuno avere delle guide. E’ una materia delicata, ma può portare del bene al territorio, mantenere i sentieri, dividere gli itinerari di valore turistico, ambientale e paesaggistico dagli altri, quelli perfetti per le moto e non frequentati dai camminatori”.
“Occorre un progetto, un vero sistema: portiamo le moto in Lunigiana, definiamo i tracciati, i motociclisti paghino 10 euro a testa per poi sistemare e ripulire il territorio con regolarità. Anche le moto verrebbero viste in un modo diverso, ne sono sicuro: opero anche nella protezione civile nazionale, gruppo moto, dopo il corso a Roma. Con la moto se devi andare a cercare qualcuno ci arrivi in fretta, con la jeep diventi matto…”.
Risultato : i sentieri si stanno progressivamente richiudendo perchè il passaggio delle moto e delle jeep contribuisce a tenere sgombro il terrreno dalla vegetazione.
Sentieri che 15 anni fa erano ampi ora non sono più percorribili.
Forse sarebbe il caso di trovare un punto di equilibrio, magari permettendo il transito solo in alcuni giorni.