Guida alla MV Agusta Brutale
Quando è nata molti credevano che le naked potessero forse essere anche moto sportive, ma valide si e no per la strada e comunque mai realmente in grado di tenere il passo di una sportiva di pari cilindrata. Ed inevitabilmente legate, esteticamente, ad un modello sportivo da spogliare e adattare in qualche modo cambiando il serbatoio e la posizione di guida. Poi è arrivata MV Agusta, che unendo la passione del compianto Claudio Castiglioni e il genio di Massimo Tamburini ha dato alla F4 una sorellina che non poteva chiamarsi altro che Brutale, visti i tempi e i modi con cui ha ridefinito tutti i parametri – estetici e tecnici – della categoria.
Bellissima, compatta e cesellata come nessun’altra, la Brutale era anche velocissima non tanto per le prestazioni motoristiche – la 750 era ormai una cilindrata morente – quanto per l’ardire dei suoi creatori nell’aver riportato su una “banale” nuda soluzioni tecniche e geometrie ciclistiche precedentemente riservate alle supersportive. Ma anche chi non aveva manico e forse nemmeno ambizioni da supersportivo se ne innamorò fin dall’inizio, perché bella lo era davvero per tutti: Brutale è diventata quasi immediatamente un’icona di stile a due ruote, amata tanto dai duri e puri quanto dai motociclisti più casual.
Dalla prima 750 sono passati tempo e versioni fino ad arrivare alle attuali 1090, ma la Brutale è sempre rimasta fedele alla sua filosofia e all’impostazione estetica, cambiando pochissimo e restando sempre immediatamente riconoscibile come una Brutale nonostante molte rivali abbiano fatto tutto il possibile per assomigliarle.
Vi descriviamo a seguire tutti i modelli a quattro cilindri, con l’aggiunta di un’indicazione economica media ma soprattutto riportando il parere di un professionista che ci ha a che fare tutti i giorni. Visto il loro numero non è stato possibile citare le innumerevoli versioni speciali, per le quali comunque si può fare riferimento al corrispondente modello di serie.
Come sempre, cliccando sul nome del modello accedete alle relative offerte dell'usato, ai dati tecnici e alla nostra prova quando realizzata.
LE VERSIONI
Brutale 750 (2001-2006)
Come buona tradizione MV Agusta aprì l’era Brutale con la Serie Oro, più potente e pregiata nella componentistica, per poi arrivare solo successivamente alla versione accessibile anche ai comuni mortali. Il 750 della Serie Oro faceva paura, per l’epoca: 127 cv e un’erogazione più nervosa di molte Superbike da gara. Meglio ripiegare sulla S (che costava comunque la bellezza di 28 milioni di lire) e sapeva farsi rispettare: con 108 cv a 12.000 giri su strada non le mancava nulla, e i 6 kg in più rispetto alla Serie Oro (185 contro 179) non si sentivano più di tanto a meno di non andare a cercare il decimo in pista.
Qualche problema tecnico di gioventù le fece conquistare una reputazione (non del tutto giustificata) di moto fragile, mentre dal punto di vista dinamico le si poteva rimproverare soltanto una specializzazione davvero marcata per i canoni dell’epoca: se si voleva andare forte serviva polso fermo e tanta esperienza. Oggi la 750 si trova a quotazioni davvero accessibili: per la versione “S” si atterra in media attorno ai 5/6.000 euro, mentre se si cerca la più rara America la cifra raddoppia. Ancora fuori portata le prime Serie Oro, oggetti da collezionisti che a tutt’oggi fanno registrare prezzi molto più vicini ai 20 che ai 10.000 euro.
Brutale 910 (2005-2011)
C’è chi dice che fin dall’inizio la Brutale avrebbe dovuto avere questo motore, esistente da diversi anni ma tenuto invece nel cassetto per chissà quale motivo. Non sappiamo se sia vero; certamente la Brutale con cilindrata maggiorata (tre millimetri in più di alesaggio, sette di corsa) diventa più potente e sfiora i 140 cavalli ma soprattutto guadagna quella coppia ai medi regimi di cui si piangeva l’assenza sulla 750. Esce come da buona tradizione MV Agusta in due versioni: la più popolare S e la più raffinata R, che gode di componentistica più raffinata.
In versione 910 diventa ancora più impegnativa da gestire perché la ciclistica resta quella, affilatissima, della versione precedente, ma allo stesso tempo viene incontro anche a chi ama andare a spasso grazie appunto ad un motore comunque più trattabile e la sparizione di qualche difetto di gioventù. Resta purtroppo una risposta poco lineare del motore al comando dell’acceleratore, problema aggravato dal passaggio all’Euro-3. Oggi una Brutale “R” in buone condizioni si riesce a portare a casa fra i 7 e gli 8.000 euro, mentre per la “S” ci si attesta fra i 6 e i 7.000: data la sua lunghissima permanenza a listino è la Brutale più rappresentata fra i nostri annunci con ben 161 esemplari in vendita.
Brutale 989R e 1078RR (2007-2011)
Nel 2007 la Brutale si sdoppia per la prima volta. Seguendo le orme della sportiva F4, la sorella maggiore sfora la cilindrata piena e si propone con un motore mostruoso, la 989 cresce nella cubatura partendo dalla base tecnica del precedente motore da 910cc e rappresenta l’alternativa umana. All’atto pratico la 1078 si rivela davvero una moto per pochissimi: coppia e potenza (11,7 kgm e 154 cv) sono talmente prepotenti da rendere la RR quasi ingestibile (e sicuramente non sfruttabile appieno) su strada, e anche in pista l’assetto rigidissimo, necessario per controllare tanta cattiveria, fa si che la Brutalona passi più tempo con la ruota anteriore per aria che a terra.
Di tutt’altra pasta la 989, che rispetto alla 910 non propone grandi aumenti di potenza ma solo un’erogazione molto più regolare ai bassi e medi regimi – la potenza, in effetti, resta poco superiore a 142 cavalli, ma la maggiorazione della cilindrata viene impiegata nella definizione di un motore più equilibrato e facile da gestire. Restano purtroppo per entrambe notevoli irregolarità nella mappatura dell’iniezione, che rendono la risposta all’acceleratore piuttosto brusca (soprattutto sulla 1078RR) e a volte imprevedibile. Tirarne fuori il meglio resta roba da piloti.
Diversi appassionati ritengono 989 e 1078 le ultime “vere” Brutale, e le quotazioni dell’usato riflettono l’amore dei fedelissimi del marchio. La sorella maggiore si attesta in media sui 10.000 euro per esemplari in ottime condizioni, mentre una 989 si può spuntare per 7/8.000 euro.
Brutale 1090 (2009-ancora in catalogo)
A fine 2009, relativamente inattesa, arriva una vera e propria rivoluzione in casa MV Agusta. La nuova Brutale ha l’85% di parti nuove, l’estetica viene rinfrescata con pochi tocchi di matita pur senza cambiarne le linee in maniera sostanziale ma è sottopelle che la naked varesina cambia davvero. La cilindrata resta invariata, ma il motore al suo interno cambia quasi in tutto. Arriva anche una gestione elettronica tutta nuova, con centralina Marelli 5SM che offre doppia mappatura e controllo di trazione, e in generale il motore si presenta più raffinato, rotondo nella risposta e infinitamente più regolare e gestibile nella risposta all’acceleratore.
Anche sul piano ciclistico la Brutale si modernizza sia nel telaio che nel comparto sospensioni. Alla fine risulta più comoda, accessibile e meno… brutale della 1078 che va a sostituire. Nel 2011 arrivano anche le meno raffinate – ma molto più accessibili economicamente – versioni 1090 e 1090R, che risparmiano su qualche finitura lasciando invariata la sostanza per abbassare sensibilmente il prezzo. Dal model year 2013 arriva finalmente anche l’ABS, oltre che la lussuriosa versione Corsa, prodotta a mano in serie limitatissima che cresce nella potenza (158 cv) e cala nel peso (182 kg) grazie a tantissimi dettagli di altissimo pregio.
Le quotazioni della 1090 sono naturalmente abbastanza alte, vista la novità del modello, pur consentendo un sostanziale risparmio sul nuovo. In generale ci si attesta attorno ai 10.000 euro per le 1090 e 1090R, mentre per le RR in buone condizioni è necessario spendere qualcosa (ma non molto) di più.
Brutale 990R (2009-2012)
La sorellina minore debutta assieme alla 1090RR, offrendo tutti i miglioramenti ciclistici ed estetici – con qualche minimo sacrificio come le pedane non regolabili e qualche finitura meno preziosa – della top di gamma, ma soprattutto proponendo un’uguale evoluzione nel comfort e nella sfruttabilità rispetto alla versione precedente. La 990, a differenza della 1090, cresce nella cilindrata di una manciata di centimetri cubi ma con misure meno superquadre – l’alesaggio cala addirittura di 3 mm – e una personalità evidentemente più morbida e accessibile.
All’atto pratico la 990R si rivela azzeccata: la risposta del propulsore è regolare e pastosa come mai nessuna Brutale prima di lei, e si lascia accostare anche da chi non ha le doti di manico ed esperienza per affrontare la sorella maggiore o – ancora peggio – le versioni precedenti. Viene pensionata nel 2012 quando l’unica quadricilindrica a listino resta la 1090: tanto lei quanto la piccola di famiglia, la 920, vengono sostituite dalle 675 ed 800 a tre cilindri. Fra i nostri annunci se ne trovano 32, con quotazioni medie fra i 7.500 e gli 8.000 euro.
Brutale 920 (2011-2012)
A sorpresa, nel 2011 MV Agusta propone una Brutale a prezzo di saldo in attesa della ormai certa tricilindrica: la quotazione della 920, 11.500€, è la stessa della Triumph Speed Triple. Spariscono diverse componenti di lusso presenti sulle 990 e 1090, e come sulla sorella maggiore (nelle versioni standard ed R) la sella diventa monopezzo; il telaio passa dall’alluminio al più pesante acciaio e i freni rinunciano alle pinze monoblocco. Però le sospensioni restano quelle – difficilmente criticabili – della 990, il motore rinuncia alla frizione antisaltellamento ma continua ad erogare 129 rispettabilissimi cavalli ed è dotato di controllo di trazione.
La personalità resta quella tipica della Brutale di ultima generazione: grintosa ma sfruttabile anche senza essere piloti, e l’unico vero limite della 920 rispetto alle sorelle maggiori – almeno nella guida stradale, a cui è dedicata – sta nella gommatura di primo equipaggiamento Pirelli Angel, dalle doti turistiche fuori discussione ma completamente fuori tema su un mezzo come la Brutale.
Le quotazioni non sono molto diverse da quelle della 990R, a dimostrazione della validità del modello che ha saputo proporre sostanza di pari livello alla sorella maggiore.
L’OPINIONE DEL CONCESSIONARIO
Per completare il quadro abbiamo contattato Brunomoto, concessionario MV Agusta a Paladina (BG) che, nella persona del titolare Bruno Gotti, ci ha dato qualche informazione aggiuntiva relativamente alla MV Agusta Brutale.
Quali sono i modelli più richiesti, se ci sono?
«Senza dubbio la 1090, che è ormai sul mercato da qualche anno e si trova già a quotazioni interessanti. Anche la 1078, la più prestante e a suo modo fascinosa delle Brutale con il primo design è piuttosto ricercata, ma senza dubbio le richieste che mi arrivano sono per lo più per la 1090»
Qualche annata ha subito particolari richiami?
«Sull’ultimo modello no, non c'è stato nessun richiamo. C’è stato qualche problema di gioventù che abbiamo risolto quasi subito. Sui modelli precedenti, diciamo dalla 1078 ad andare indietro nel tempo qualcosa c’era stato, sul mozzo posteriore ad esempio, ma niente di realmente rilevante»
Cosa controllare se si va alla ricerca di un buon usato?
«Credo sia fondamentale, anche se ci si rivolge ad un privato, che la moto sia stata seguita da un concessionario ufficiale, e che quindi abbia ricevuto tutti gli interventi di assistenza e manutenzione, che spesso comprendono aggiornamenti e soluzioni a difetti di piccola entità. Per il resto è sufficiente controllare che non ci siano trafilaggi d’olio in zona pignone e che i radiatori siano in buone condizioni: in entrambi i casi si tratta di riparazioni piuttosto costose»
Con quale modello a suo avviso si fanno i migliori affari?
«Anche in questo caso mi sento di consigliare il 1090, che ha quotazioni di poco superiori a 990 e 920 ed offre tanto di più. Le moto delle generazioni precedenti si trovano a meno, è vero, ma per quanto dotate di grande personalità… insomma, le nuove sono un’altra cosa»
Brutale 750s cv127 non 108
Brutale