Honda brevetta l'Head Up Display per le moto
Honda ha appena registrato un brevetto per un HUD (Head up Display) molto particolare e che, di primo acchito, potrebbe sembrare soltanto un gadget mentre, in realtà, è uno dei punti più controversi nel campo di applicazione di tutte le nuove tecnologie applicate alla moto come intelligenza artificiale, ARAS, V2X.
Il brevetto di Honda prevede che, similmente a quando già disponibile in campo automobilistico, vengano proiettate informazioni su una superficie - in questo caso il cupolino della Africa Twin, ma in altre parti del brevetto si ipotizza anche il serbatoio di una CBR 600RR - e che questa superficie venga resa “touch” da un film contenente elettrodi trasparenti, in modo da poter interagire con il display come se se trattasse di un tablet.
Passati i tempi quando il convento passava un tachimetro, un contagiri e quattro tremolanti spie (Honda tra l'altro non è nuova ad un approccio simile: ricordate la strumentazione della NR 750 del 1992?), oggi siamo inondati di informazioni che ci arrivano dai reparti più disparati della moto: mappature, tarature delle sospensioni, livelli, angoli di piega, medie e in futuro tutti gli alert relativi alla interconnessione tra i veicoli, collision warning, blind spot detection, informazioni sul traffico e grazie alla connessione 5G - chi scrive è pronto a giocarsi un euro - tra molti anni anche news e adv.
La partita si sposta quindi non soltanto verso l'implementazione dei servizi e l'alloggiamento dei dispositivi ma anche sull'interfaccia uomo-macchina, ovvero sul modo in cui la moto comunica con il pilota e il pilota interagisce con la moto.
Tra non molto le informazioni che moto, infrastrutture, ciclisti, pedoni, auto e servizi si scambieranno diventeranno una mole gigantesca: una parte di queste deve essere “tradotta” dall'interfaccia per essere resa utilizzabile dall'uomo, logico quindi che non ci si possa più affidare ai pur ricchi ma sempre più affollati dashboard TFT che non possono probabilmente ospitare più informazioni di quante già non ne mostrino oggi.
Tra l'altro, e questo è un aspetto che potrebbe sembrare a torto residuale, l'età media dei motociclisti aumenta: numeri e caratteri di dimensione troppo piccola mal si adattano a centauri con qualche problema di presbiopia, vietato quindi affollare ulteriormente i dashboard odierni e comunque resta necessario renderli interattivi. Per non parlare di eventuali “augmented reality” che potrebbero comunque trovare alloggiamento solo in uno schermo sufficientemente ampio, come appunto l'interno di un cupolino.
Con questo brevetto Honda potrebbe aver centrato l'obiettivo ed aver già preparato il campo all'applicazione del più pervasivo V2X: resta da vedere se e quando l'HUD sul cupolino o sul serbatoio diventerà realtà.
Sugli aerei non hanno l'HUD per le notifiche di Facebook.
Sono un vecchio nostalgico.