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Moto e hi-tech: dall'intelligenza artificiale al 5G. Capitolo 3, Radar e ARAS

- Quali sono le innovazioni che vedremo a brevissimo sulle nostre moto? E come funzionano? La nuova puntata del nostro viaggio si concentra sui sistemi derivati dal mondo dell'auto
Moto e hi-tech: dall'intelligenza artificiale al 5G. Capitolo 3, Radar e ARAS

Nei capitoli precedenti abbiamo parlato di come il mondo dell'alta tecnologia e la sua inarrestabile evoluzione stia sempre più entrando in comunicazione con l'universo della moto e abbiamo indicato nella piattaforma inerziale e nelle sue applicazioni il punto di partenza tecnologico in tema di miglioramento di sicurezza e performance.

In particolare, l'IMU rappresenta un presupposto irrinunciabile quando si vuole declinare il tema dell'intelligenza artificiale applicata alla motocicletta e sulla sua scia altre innovazioni vengono sviluppate, alcune quasi pronte per essere introdotte sul mercato, altre ancora in fase di studio.

 

il sistema ARAS sviluppato da Continental
il sistema ARAS sviluppato da Continental

Trasferimento tecnologico

In questo terzo capitolo, cercheremo di capire quali sono le soluzioni che possiamo aspettarci di vedere sulle nostre moto in tempi brevi, ma è necessaria una premessa: quando si parla di tecnologia applicata all'automotive è innegabile che il mondo automobilistico indichi la strada da seguire grazie ai suoi grandi numeri che consentono un rapido recupero degli investimenti.

Tuttavia, raramente è possibile travasare direttamente e senza ulteriore sviluppo le tecnologie dal mondo auto quello delle motociclette: la dinamica della moto è talmente complessa e peculiare da necessitare di soluzioni progettate e realizzate specificamente, da integrare nella moto rispettando sia il design che gli spazi certo meno ampi di quelli disponibili sulla superficie di un'automobile per l'inserimento dei sensori e dei dispositivi necessari.

Se in campo automobilistico infatti, gli ADAS (Advance Driver Assistance System) sono una realtà diffusa e già proiettata nella guida assistita e autonoma, in campo moto stiamo appena iniziando a scoprirla. Si parla in questo caso di ARAS, ovvero di Advanced Rider Assistance Systems, lo step successivo alla gestione del veicolo attraverso ABS cornering e IMU e consistono in tutte quelle soluzioni tecnologiche (dalla frenata autonoma al cruise control adattivo, tanto per iniziare) che intervengono autonomamente nella guida della moto per migliorare la sicurezza e ridurre il rischio di incidenti.

Le soluzioni tecnologiche in questo campo vengono sia sviluppate dalle singole case che fornite da partner tecnologici di primo piano come Bosch o Continental: vediamo cosa ci aspetta il prossimo futuro, iniziando dalle singole case motociclistiche e dai loro brevetti.

L'impegno delle Case

BMW

Come potete leggere più in basso, BMW ha da tempo sviluppato una partership con Continental riguardo sistemi di sicurezza, primo fra tutti l'ABS cornering dalla quale ci aspettiamo delle novità. Le capacità e le prospettive di BMW sono state mostrate al pubblico già un anno fa duranta la presentazione della R1200GS a guida totalmente autonoma.

Attraverso GPS, IMU, sensori dell'angolo di sterzo e vari attuatori la GS a guida autonoma parte, accelera e si ferma poggiandosi sul cavalletto, tutto da sola. Non è certo una soluzione disponibile per il mercato quanto piuttosto una dimostrazione di quanto bolle in pentola riguardo l'assistenza alla guida in casa BMW.

Bosch

Ducati e KTM sono due tra le case che hanno sviluppato una partnership tecnologica con Bosch per l'implementazione sui loro veicoli dei sistemi ARAS. Le soluzioni di Bosch per le moto nascono dall'osservazione che - secondo una ricerca condotta dal produttore tedesco - un incidente su sette potrebbe essere evitato con sistemi di assistenza automatica alla guida, e la descrizione di questi dispositivi ci permette di fare il punto su quanto sia già disponibile e pronto per il mercato.

Le tre soluzioni integrate nell'ARAS Bosch sono:

  • l'Adaptive cruise control (ACC) che agisce sui freni e sul motore per mantenere una certa distanza/tempo dal veicolo che precede, individuato dal radar frontale, e si inserisce e disinserisce automaticamente quando la strada è libera. Il sistema nasce per una guida più sicura e meno stressante, specie in strade molto trafficate.

  • Il Forward Collision Warning System, sempre attraverso il radar frontale, capisce se ci si avvicina troppo velocemente ad un veicolo e avverte il pilota con segnali acustici o ottici.

  • Il Blind Spot Detection che, attraverso un radar posteriore, avverte con un segnale (posizionato per esempio sullo specchietto retrovisore) della presenza di un veicolo nella zona non coperta del campo visivo.

Abbiamo raggiunto anche questa volta Stefano Chianese responsabile Marketing & Business Strategy - 2 Wheeler & Powersports di Bosch per capirne di più:

“Noi abbiamo speso tanti anni per capire come sviluppare un ARAS per le moto, partendo da quanto già disponibile in campo auto - dettaglia il manager -  iniziando quindi da componenti prodotti in larga scala e adattando una funzione che non rovini il piacere di guidare una moto ma prima che il mercato riesca a capire i benefici di questa funzione ci vorrà del tempo”.

Dopo il 2020, anno di introduzione di queste tecnologie, ci saranno altri sviluppi?, domandiamo. ”Oltre a tutte le tecnologie che abbiamo già pronte per il 2020 siamo già pronti per qualcosa in più, ma prima di andare all in bisogna che siano validate, sono ancora dei prototipi. In Bosch siamo circa in 300 ad occuparci dei prodotti per le moto e un mese fa in Germania abbiamo avuto un evento interno per testare alcune soluzioni che stiamo ricercando per allargare lo spettro di possibili riding assistance di seconda generazione, ma fino a che non avremo sul mercato la prima, andiamo un po' più cauti”.

Come pensa che i motociclisti accoglieranno questi dispositivi che sembrano quasi indipendenti dalla volontà del pilota?, torniamo a chiedere. “Credo che al momento sul mercato non ci sia una moto capace di un minimo di indipendenza nel prendere una decisione, questa è una cosa che spaventa molto i motociclisti - argomenta Chianese - ma se devo dirti la verità, ho percorso circa 2000 km con una moto dotata di riding assistance, sia in autostrada che nelle statali trafficate e l'ho trovata molto rilassante, la moto accelera e frena da sola tenendoti distante da situazioni di pericolo; tra l'altro la moto è piccola rispetto alle auto e quindi puoi svincolarti dall'ACC uscendo dalla sagoma delle automobili e rendere così la guida molto più dinamica: io sono un motociclista e l'esperienza mi è piaciuta molto”. Ma “il mercato della moto sta cambiando, o cambierà: l'età media dei motociclisti si alza e cambiano le loro esigenze”.

la disposizione dei sensori nell'ARAS di Bosch
la disposizione dei sensori nell'ARAS di Bosch

Continental

La casa tedesca, forte della sua esperienza in campo auto, ha presentato ad EICMA 2018 il proprio sistema ARAS che include un sistema di controllo della velocità adattivo, l'assistente per gli angoli ciechi, il riconoscimento del segnale stradale e l'assistente intelligente del faro che accende i fari abbaglianti ogni volta che è possibile.

Se viene rilevato un pericolo di collisione, il sistema avverte i guidatori visivamente, acusticamente o attraverso manubri vibranti. Se il pilota non reagisce all'avviso, automaticamente aumenta la forza frenante a condizione che il pilota abbia entrambe le mani sul manubrio. Se BMW fa già uso del cornering ABS di Continental ci sembra altamente probabile che vedremo presto un ARAS Continental sulle moto della casa dell'elica.

Non è un ARAS - e non va ad essere installato sulle moto, ma sulle auto - ma vale lo stesso la pena di inserirlo nella nostra panoramica, un sistema di sicurezza denominato Right-Turn Assistant che basandosi su radar a corto raggio a 77 GHz anziché a 24 GHz permette all'automobilista di essere avvertito quando, nelle svolte a destra, viene affiancato da un ciclista o un motociclista col rischio di collisione e, se necessario, può arrestare l'automobile in maniera automatica per evitare un possibile impatto.

Ducati

Ducati è in prima linea nella proposta al mercato di un sistema ARAS completo e già nel 2020 (quindi le aspettiamo ad EICMA 2019) ha annunciato che metterà in vendita le prime motociclette dotate di un sistema di allerta basato su un radar posteriore in grado di identificare e segnalare attraverso segnali acustici, ottici o altre forme di avvertimento al pilota, sia eventuali veicoli posizionati nell’angolo morto sia il sopraggiungere da dietro di veicoli a velocità elevata.

Questo sistema di Blind Spot Detection sarà completato dal Cruise Control Adattivo e il Forward Collision Warning System, attraverso un radar anteriore, che permetterà di mantenere una determinata distanza dal veicolo che precede e avviserà il motociclista del rischio di impatto frontale in caso di una sua distrazione.

Marco Ciabini, Vehicle Control Unit Engineer di Ducati che segue da vicino questo progetto, conferma su tutta la linea: “Questi sistemi basati su radar saranno commercializzati a partire dal 2020. I lavori stanno andando avanti a ritmi serrati per rendere il sistema quanto più piacevole e performante possibile, con la miglior integrazione dei sensori nel veicolo che, come tutti i nostri veicoli, ha un target di design elevatissimo; inoltre - aggiunge l'ingegnere - i sistemi di assistenza alla guida sono solamente la punta dell’iceberg delle funzionalità che possono beneficiare di questi sensori, nuovi per le moto ma assodati nel mondo delle 4 ruote.

Pensate a quello che riescono a farci le auto; la guida autonoma di livello 5 non è ancora in commercio, ma ci sono tutti presupposti per averla nei prossimi anni. E sensori come i radar sono la tecnologia alla base di queste funzionalità. Chissà la fantasia dei nostri ingegneri dove porterà questi sistemi”.

il dashboard della Multistrada 1260
il dashboard della Multistrada 1260

Harley-Davidson

Frenata d'emergenza in arrivo anche per la casa di Milwakee, sempre grazie ai radar posti sulla parte anteriore della moto che monitorano il traffico davanti al motociclo, ma in questo caso Harley-Davidson ha brevettato un sistema integrato di radar, sensori e interruttori che si occupano anche di rilevare il grado di attenzione del pilota, se tiene entrambe le mani sul manubrio e se è seduto sulla sella: nel caso queste condizioni non fossero rispettate segnali sul cruscotto, vibrazioni sul manubrio, piccole frenate improvvise lo avviseranno della situazione di pericolo e soltanto dopo il sistema attiverebbe la frenata d'emergenza.

Si cerca di superare uno dei grandi scogli dell'applicazione della frenata di emergenza: la dinamica della moto, il suo assetto variabile e il suo equilibrio instabile possono rendere le azioni automatizzate molto pericolose se il pilota è disattento.

Honda

Già nel 2017 la Casa dell'ala dorata presentò un brevetto per la frenata automatica di emergenza, probabilmente mutuata dalla sua piattaforma automobilistica, che dovrebbe unire un radar e una telecamera stereoscopica per misurare con accuratezza la distanza tra i veicoli che precedono: i sensori dovrebbero attivare i freni in caso di necessità immediata e sembra possibile l'integrazione con almeno una parte della tecnologia che abbiamo visto nell'Honda Riding Assist, il sistema di autobilanciamento che permette alla moto di restare in equilibrio da sola una volta ferma e di muoversi in equilibrio senza l'intervento del pilota fino alla velocità di 5 km/h.

Kawasaki

Anche la Casa di Akashi che, lo ricordiamo, fa affidamento sul partner Bosch, ha presentato i brevetti per la sua frenata d'emergenza, sempre contando su un radar posizionato nella parte anteriore della motocicletta. A caratterizzare la sua soluzione è la presenza di un radar posteriore posizionato sotto il fanale, che però non avrebbe compiti di intervento sulla frenata ma solo di avviso al pilota di un eventuale mezzo in rapido (o eccessivo) avvicinamento.

il brevetto Kawasaki
il brevetto Kawasaki

KTM

Anche in KTM è in avanzatissimo stadio di sviluppo una soluzione ARAS completa, sempre in partnership con Bosch, puntando sull'ACC (adaptive Cruise Control), Forward Collision Warning System e Blind Spot Detection già mostrati alla stampa in questo video e previsti per le moto arancioni non più tardi del 2021.

il radar posizionato frontalmente su una KTM dotata di ARAS
il radar posizionato frontalmente su una KTM dotata di ARAS

Suzuki

Diciamo pure che Suzuki ha avuto l'idea più: nvece di sviluppare un proprio radar, usa quello degli altri: la casa di Hamamatsu ha infatti chiesto il brevetto per una soluzione che prevede dei riflettori per farsi meglio avvistare dai radar dei mezzi che la circondano, non è quindi una vera soluzione “intelligente” quanto piuttosto un modo economico e rapido per garantire maggiore visibilità. Nessun dispendio di energia, possibilità di retrofit ma anche l'incognita di dover dipendere da standard produttivi ancora tutti da sviluppare.

Yamaha

Ad Iwata, lo stato delle tecnologie più avanzate applicate alle due ruote si è concentrato prima su Motobot, il robot antropormorfo, e poi su MOTOROiD 03, con i quali ha voluto dare una prima dimostrazione "sul campo" dei suoi progressi. Di entrambi, parleremo diffusamente nel prossimo capitolo.

Uno sguardo al domani

Aspettando il 2020, data che una volta avrebbe potuto farci pensare ad un futuro remoto mentre invece la lezione è che il futuro forse sta solo nelle nostre proiezioni (chi si ricorda la serie TV “spazio 1999”?), nel prossimo capitolo affronteremo l'interconnessione tra i veicoli e l'integrazione tra l'intelligenza artificiale e l'uomo alla guida della motocicletta.

 

il Blind Spot Detection System
il Blind Spot Detection System
  • Lollo-CRF-250
    Lollo-CRF-250, Legnano (MI)

    Ma.. sarà che sono un diversamente giovane, ma a me piace la moto ignorante!!!!
    La devo portare in giro io la moto, non il contrario.
    Se volete tutte queste comodità andate in macchina.
    Forse invece sarebbe il caso di ridurre un po' le potenze,la strada non è una pista.
  • quagliodromo
    quagliodromo, Telgate (BG)

    Ben vengano le tecnologie salva-vita, ma credo che la maggior parte degli incidenti in moto sono provocati da velocità eccessiva in zone trafficate. Se non cambia la testa dei motociclisti, poco si può fare.
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