Nuova Triumph Daytona 765 Moto2: bisognava osare di più?
Eccola qui: dopo le anticipazioni, le attese e i progressivi disveli da parte di Triumph stessa, la nuova Daytona 765 è finalmente arrivata nella splendida cornice della MotoGP a Silverstone. Una presentazione corredata di dati ufficiali (con l'eccezione del peso, ancora... in bilico per questioni omologative) e delle prime, vere immagini. Presentazione a seguito della quale i commenti si sono scatenati, sui social (qui il post Facebook relativo alla presentazione) così come sul sito. Tutti positivi? No.
La Triumph Daytona 765 Moto2 è una moto prodotta in serie limitata, legata al franchise della classe cadetta del Motomondiale attraverso il motore, di cui la Casa di Hinckley è fornitrice unica da quest'anno, che speriamo apra la strada ad una proposta più semplice e abbordabile. Forse proprio per questo - e perché lo sviluppo è stato portato avanti proprio per la Moto2 - qualcuno si aspettava qualcosa di più. Sia da un punto di vista estetico, che da quello prestazionale. Vediamo perché, forse, queste pretese possiamo giudicarle eccessive.
Il motore: 130 cavalli sono pochi?
Iniziamo dalle critiche secondo noi meno fondate: quelle di aver solo ritoccato, a fronte di quasi 100cc in più, la potenza massima della Daytona. Il modello precedente, la Daytona 675R del 2016, si dichiarava forte di 128 cavalli a 12.500 giri. E' evidente come "solo" 130 cavalli a 12.250 giri costituiscano un incremento marginale, sulla carta, ma forse sarebbe meglio analizzare le cose più nel dettaglio.
La Daytona 675 è uscita dal catalogo nel 2016 non essendo passata all'Euro-4 - dando per scontato che la nuova Daytona, che entrerà sul mercato nel 2020, sia omologata Euro-5, stiamo quindi parlando di un mezzo indietro di due step omologativi in termini di emissioni e vincoli di equipaggiamento. Due step che hanno portato, per tutte le concorrenti, aumenti di peso e cali di potenza compensati, ove possibile, da aumenti di cilindrata che non hanno certo causato salti quantistici in termini di potenza massima. Lo stesso vale per il confronto con la Suzuki GSX-R 750, che peraltro a fronte di una cubatura quasi pari può vantare un cilindro in più: la sette-e-mezzo di Hamamatsu non è mai passata all'Euro-4.
Basta analizzare l'evoluzione delle proposte della concorrenza (ad esempio, una bicilindrica italiana passata da 899 a 959cc fra Euro-3 ed Euro-4) per farsi un'idea del fatto che... non è facile trovare incrementi più sostanziosi. Dove invece altri concorrenti hanno addirittura glissato, nelle dichiarazioni ufficiali, in merito ai cavalli persi per strada già nel passaggio da 3 a 4. Considerando quindi le dichiarazioni in merito alla curva di coppia più favorevole - e la 675 era già piuttosto vivace in questo senso - e in attesa di dati ufficiali sul peso, che comunque sarà inferiore e non superiore come avviene nel resto del panorama mondiale - facciamo molta fatica a criticare Triumph sotto il profilo prestazionale.
La bellezza è nell'occhio di chi guarda
Diverso il discorso sull'estetica. La nuova Triumph Daytona 765, soprattutto vista dal vivo, è decisamente più moderna e affilata nelle linee rispetto alla 675, ma concordiamo sul fatto che non sia stata rivoluzionata come è accaduto a modelli come - tanto per citare il caso forse più eclatante - la BMW S1000RR 2019.
D'altra parte, quando si tratta di mettere mano a design riusciti e riconoscibili, come si fa si sbaglia. La storia è piena di esempi di moto ritoccate cum grano salis accusate di essere "sempre la stessa moto", così come di modelli con estetiche di rottura a cui è stato ascritto il reato opposto. "Avevate un design perfetto, perché non avete fatto come la Porsche 911?"
Non ce la sentiamo di prendere l'una o l'altra posizione - ci limitiamo a dire che anche su un mezzo pronto pista come questo, un bel doppio faro a LED con firma ottica più caratterizzata avrebbe avuto il suo perché, e magari avrebbe contribuito a levare ancora qualche etto. Ma in generale pensiamo che la nuova Daytona 765 sia una gran bella moto. Cosa ne dite, aspettiamo EICMA (e tutte le altre novità che si porterà dietro) e poi ne riparliamo?
piccolo spunto di riflessione a riguardo, che ne avrebbe pensato il buon Carletto Talamo(pace all'anima sua)?
lui che ha sempre osato e a cui si devono praticamente quasi tutte le moto attualmente in produzione in triumph.....lui che riconobbe per primo la bruttezza della tt600, e la genialità dietro una linea semplice come la bonnie....lui che per primo capì quanto importante sarebbe stato fare una enduro "stradalizzata" come la sua prima tiger sport....
quanto manchi Carletto....
C.