Suzuki GSX-R 1000R: tutto quello che c'è da sapere
Arrivata sul mercato nel 2017, la Suzuki GSX-R1000R (qui la prova) è apparsa fin da subito come destinata, da un lato, a raccogliere la prestigiosa eredità della gloriosa K5 e dall'altro a ricevere parte dello spirito e delle soluzioni che la casa di Hamamatsu utilizza nella GSX-RR da MotoGP, il sistema di distribuzione a fasatura variabile, in questo caso chiamato SR-VVT in primis
Anche grazie a questo sistema il quattro cilindri in linea Suzuki dotato di valvole in titanio, pistoni forgiati e bilancieri a dito con trattamento DLC eroga una potenza massima di 202 cavalli a 13.200 giri con una curva di coppia ai bassi e medi di ben 118 newton/metro a 10.880 giri.
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Anche l'ettronica è basata su una piattaforma inerziale a tre assi e sei direzioni è di derivazione MotoGP con i 3 riding mode disponibili oltre al Traction Control settabile su dieci livelli, il Low RPM Assist per la guida e per le ripartenze da bassa velocità, l'ABS cornering, l'avviamento elettroassistito, il Launch Control e il quickshifter bidirezionale.
Il telaio è a doppio trave e il forcellone in alluminio a doppio braccio e, al reparto sospensioni c'è la forcella BFF da 43mm e l’ammortizzatore il BFRC Lite.
L'impianto frenante anteriore prevede dischi freno Brembo in acciaio di 320 mm, con attacco ibrido convenzionale/T-Drive e pinze radiali Brembo monoblocco dotate di 4 pistoncini di 32 mm. Sulla ruota posteriore agisce un singolo disco di 220 mm.
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