Quella che vedete è la Suzuki GSX1200 che Sylvain Berneron, preparatore francese spesso nascosto dietro lo pseudonimo di Holographic Hammer, ha presentato al festival di Biarritz Wheels & Waves lo scorso giugno arrivando alla selezione finale. Ed aggiudicandosi, a dimostrazione di essere veloce almeno quanto è bella, la gara di accelerazione.

L'approccio è stato molto razionale, cercando di capire esattamente dove si voleva arrivare prima di iniziare i lavori. Un bel telaio in acciaio monotrave per un look più classico, un motore senza raffreddamento a liquido, robusto e potente ma senza radiatori a rovinare il look, e doppio ammortizzatore per avere una soluzione filologicamente coerente. Ma il tutto in un pacchetto moderno, che si potesse usare tutti i giorni.

Berneron ha scelto alla fine la Suzuki per la foggia del serbatoio, che gli avrebbe consentito di mantenerlo e limitare il budget, concentrandosi invece sul codino e su un aggiornamento della ciclistica: davanti è arrivato un avantreno completo della GSX-R1000, montato pari pari, su cui campeggiano semimanubri LSL, tachimetro Acewell e pompe freno e frizione Braking PR19 radiali. Il telaietto è stato accorciato di 30cm ed ora ospita batteria e centralina sotto la sella.

Il motore è stato rinvigorito grazie a filtri aria K&N, scarichi maggiorati che confluiscono in un silenziatore Zard, accensione modificata e asse a camme Yoshimura - lo stesso proprietario stima la potenza massima attorno ai 160cv. Tocco finale la verniciatura che richiama ovviamente le Suzuki 500 da Gran Premio di Barry Sheene.

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