Yamaha YZF-R1M: tutto quello che c'è da sapere
Sempre uguale ma sempre diversa: è questo il mantra con cui Yamaha ha deciso di condurre lo sviluppo dell'allestimento di punta della sua supersportiva 1000, l'YZF-R1M, giunta oggi alla seconda generazione.
La differenza principale dell'ultimissima versione riguarda la gestione elettronica, il cui pacchetto ha al centro una piattaforma IMU che regola Traction Control, Launch Control, Slide Control, e il controllo denominato LIF per la gestione dell'impennata. Non manca, ovviamento il cambio elettronico QQS che funziona anche in scalata e la centralina CCU per la raccolta dei dati e l'interoperabilità con dispositivi e applicazioni esterne, e l'ABS cornering che lavora simbiosi con il sistema Unified Brake System che ripartisce la forza frenante applicata sui due assi incrociando i dati provenienti dalla piattaforma inerziale.
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Il cuore è il quattro cilindri crossplane a scoppi irregolari con bielle e valvole di aspirazione in titanio, carter e coppa dell'olio in magnesio che eroga 200 cv a 13.500 giri e 112,4 Nm a 11.500 incastonato nel tradizionale telaio Deltabox in alluminio con telaietto posteriore in magnesio e forcellone con capriata superiore.
Al reparto sospensioni troviamo le Öhlins Smart EC 2.0 con forcella di 43 mm di diametro e 120 mm di escursione e il mono posteriore, entrambi gestiti dal nuovo software attraverso la presenza di tre ulteriori sensori che offrono la possibilità di setting predefiniti per la percorrenza e l'uscita di curva e la frenata.
A quest'ultima pensa una coppia di pinze radiali monoblocco Nissin che mordono una coppia di dischi anteriori di 320 mm e la pinza a singolo pistoncino con disco posteriore di 220 mm. I cerchi sono in magnesio e il peso complessivo è di 201 kg in ordine di marcia.
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