MV Agusta Dragster e Brutale si vestono di Rosso
MV Agusta la conosciamo tutti come un marchio esclusivo, che costruisce moto che si distinguono per dotazione e immagine, ma qui nessuno regala alcunché, quindi, per parcheggiarsi una moto di Schiranna nel proprio box si deve essere disposti a spendere qualcosa in più, e in alcuni casi, molto di più.
Qualcosa è però cambiato, e senza dover rinunciare al piacere di guida e alle prestazioni in generale, MV Agusta ha creato la gamma "Rosso", declinata in tre modelli, Turismo Veloce, Dragster e Brutale. Queste ultime, protagoniste della nostra prova, sacrificano qualche gioiello di famiglia, senza però compromettere l'estetica e tanto meno il piacere di guida, ma con un prezzo di acquisto molto allettante: 11.990 la Brutale, 12.990 la Dragster.
Si parte da una colorazione dedicata, Rosso Ago e Nero Carbon Metallizzato, che sarà anche più economica di quella adottata sulle sorelle ingioiellate, ma che fa la sua gran bella scena. Il parafango anteriore è grezzo al posto di essere verniciato, mentre non si vede il puntale della "RR", anche i cerchi seppur identici, perdono la lavorazione per fresatura dei profili delle razze, ma parliamo sempre di particolari.
Dal ponte di comando si nota la mancanza dell'ammortizzatore di sterzo, per il resto tutto uguale su entrambe le moto, che seppur meno dotate, fanno una gran bella figura, soprattutto la Dragster con i suoi semi manubri. Se poi dopo l'acquisto vi venisse voglia di montare qualche optional per rendere più esclusive queste due moto, non avrete che l'imbarazzo della scelta vista l'offerta del catalogo accessori ufficiale.
Anche la strumentazione LCD, non cambia, compatta e completa, a parte la mancanza del livello carburante, è discretamente leggibile in condizioni di luce media, mentre quando il sole batte, si fatica a notare l'accensione delle spie di servizio. I blocchetti sono condivisi con quelli della "RR", e di conseguenza anche il pulsante sdoppiato per la navigazione nei sottomenu, criticabile nella funzionalità.
La dotazione elettronica delle "Rosso" conferma quanto previsto sulla versione più ricca e potente, quindi troviamo l'MVICS (Motor & Vehicle Integrated Control System), con quattro differenti mappe motore, tre delle quali predefinite - più precisamente, Normal-Rain-Sport - mentre la Custom consente la personalizzazione di diversi parametri, quali la risposta del motore all'acceleratore, l'erogazione della coppia, la sensibilità del comando gas, il freno motore e il regime di intervento del limitatore. Non manca il controllo di trazione, regolabile su otto differenti livelli ed escludibile all’occorrenza, così come il cambio elettronico, dotato anche di downshift, l’assistenza in scalata che funziona in simbiosi con la frizione antisaltellamento.
La ciclistica prevede per entrambe un telaio a traliccio di tubi in acciaio ALS, integrato con piastre in lega di alluminio nella zona posteriore, ma differenti soluzioni sia per i forcelloni sia per il codino, più compatto e cortissimo quello della Dragster, caratterizzato dal coreografico gruppo ottico posteriore e dalle pedane passeggero a scomparsa, inconfondibile quello della Brutale con il caratteristico "buco" e il maniglione del passeggero a scomparsa. La vista posteriore mette in evidenza anche la misura differente per quanto riguarda il canale del cerchio, che sulla Brutale ospita un classico 180/55 mentre sulla Dragster troviamo un 200/50.
Sospensioni in condivisione per entrambe, forcelle Marzocchi ultraregolabili a steli rovesciati da 43 mm di diametro, con trattamento DLC (Diamond Like Carbon). L’escursione è di 125 mm, la stessa degli ammortizzatori posteriori Sachs completamente regolabili nell’idraulica.
Il motore tre cilindri perde una bella fetta della cavalleria, si passa da 140 a 110 cv, ma le prestazioni, almeno su strada, non ne risentono particolarmente, soprattutto in virtù del fatto che la coppia massima rimane quasi identica, 8,5 kgm al posto di 8,9, ma questa viene raggiunta ad un regime inferiore, 7.600 giri contro i 10.100 della "RR". In ogni caso, il rapporto peso/potenza rimane di tutto rispetto considerando un peso a secco di 175 kg, che in ordine di marcia faticano a diventare 190.
Come vanno
Sono sorelle, hanno parecchio in comune, ma quelle poche differenze ne condizionano la dinamica di guida in maniera evidente, l'assetto cambia notevolmente solo prendendo in considerazione i semi manubri della Dragster, che consentono di caricare maggiormente l'anteriore, senza parlare poi del gommone posteriore che togliendo qualcosa in termini di agilità nei cambi di direzione, che rimangono comunque di una rapidità disarmente, garantisce una sensazione di appoggio spettacolare, oltre che a un look molto aggressivo.
Grande protagonista rimane il motore tre cilindri, dotato di albero controrotante, caratteristica che esalta ulteriormente le caratteristiche di agilità di queste due moto, in veste depotenziata a 110 cv si fa apprezzare per l'erogazione della potenza, la coppia e per la voce allo scarico, semplicemete esaltante, un pochino meno per la rumorosità meccanica al minimo e per qualche vibrazione a velocità autostradale.
La nostra conoscenza della Brutale ci ha suggerito di guidare con il Riding Mode Custom, modificando la risposta del gas per rendere la "prima apertura", meno reattiva e quindi di limitare l'effetto on/off, questo la rende più piacevole sia andando a spasso in città, sia quando ci si diverte su un misto di montagna.
Il funzionamento del cambio, sia nell'uso sportivo ma anche semplicemente andando a spasso, è esemplare, Edo avrebbe preferito una corsa leggermente più breve della leva, ma questa caratteristica mette al riparo da eventuali cambiate idesiderate nella guida concitata.
La Dragster 800 Rosso, è figlia della Brutale, e lo si percepisce per vari aspetti, motore in primis, ma quel gommone posteriore con il forcellone differente e i semi manubri trasmettono sensazioni differenti, e per certi versi sorprendenti.
Amano entrambe le strade lisce come biliardi queste due MV, l'abitudine di farle uscire di fabbrica con assetti standard molto rigidi è diventata una costante in quel di Schiranna, fortunatamente le sospensioni sono ampiamente regolabili e quindi se non abitate nel paese dei balocchi stradali, potete intervenire sulle sospensioni e regolarle come più vi aggrada.
Certo è che quando l'asfalto è buono, entrambe sono davvero belle da guidare, precise e leggere al tempo stesso, con la Brutale che mette in chiaro da subito la sua natura da fun bike, con un'agilità che ti prende sempre in contropiede e una reattività ai comandi che non ha rivali nella categoria.
La mancanza dell'ammortizzatore di sterzo non si sente, almeno in queste condizioni, e di certo i trenta cavalli in meno rispetto alla "RR", rendono la moto meno nervosa quando si va a riprendere in mano il gas, ma questo non va a inficiare il piacere di guida, anche perchè la coppia del tre cilindri è praticamente uguale a quella della Erre Erre, ma disponibile a un regime inferiore.
Come affermato da Edo nel video, non fatevi trarre in ingannno dall'immagine modaiola e perfetta per l'aperitivo nel locale modaiolo, la Dragster è una moto che ha tanta sostanza e che può sorprendere per le prestazioni. Costretti dalla sua compattezza in senso longitudinale, ad una posizione di guida obbligata, cosa che è meno evidente sulla Brutale, la Dragster è divertimento allo stato puro nel misto di montagna, ma non per questo si trova a disagio in altri contesti (ecco magari eviterei l'autostrada ...). Sulla Brutale, il passeggero è tenuto in considerazione tra il poco e il nulla, mentre sulla Dragster proprio per niente, nonostante le bellissime pedane retrattili, la porzione di sella è davvero minuscola.
I freni si dimostrano all'altezza della situazione, anzi funzionano alla grande, sia andando a spasso, dove con un dito si fa tutto, sia anche quando si guida in maniera più aggressiva, frangente che richiede l'uso di due dita, permane una sensazione di modulabilità ottima, mentrel'elevato grip delle Pirelli Diablo Rosso III (II sulla Dragster), si sposa alla perfezione con le ciclistiche di queste moto.
Tirando le somme, la cura che ha portato ad un ridimensionamento del prezzo di listino per entrambe queste MV Agusta, non ha intaccato quasi per nulla l'immagine, tantomeno le prestazioni e la piacevolezza di guida. Insomma fanno ancora girare la testa!
Maggiori informazioni
Moto: MV Agusta Brutale 800 Rosso - Dragster 800 Rosso
Meteo: Variabile, 25°
Luogo: Passo del Penice
Terreno: Extraurbano
Sono stati utilizzati
Casco Caberg Drift Evo Carbon Pro - X-Lite X-903 Ultra carbon
Giubbotto: Alpinestars T-Jaws WP - REV'IT
Guanti Alpinestars Supertech - Rev’it Spitfire
Pantaloni Alpinestars Victory Jeans - Dainese Bonneville Slim
Scarpe: TCX Street Ace Air - Dainese
me è meglio spendere qualcosa in più e prendere una versione speciale in modo da godersi gli "accessori" in più e differenziarsi dalla moltitudine di "modello base" al momento di rivenderla. Il silenziatore pietoso, quel bombolone sotto, vedo non sono ancora riusciti a migliorarlo. Il mio aveva delle saldature pietose per un pezzo che rimane in vista.
Però risparmiare sulla strumentazione, fermo restando che evidentemente non è il display che fa la moto, a me, con tutto il rispetto, sembra un po' una roba da barboni...
Sella dura e sospensioni rigide magari nel limitano la fruibilità (e il piacere di guida) sulle nostre martoriate strade.
Per il resto la Brutale, passano gli anni, ma è sempre bellissima, una moto con linee che sembrano non invecchiare mai.
Anche in versione "rosso" costa ancora tanto, ma per alcuni fortunati potrebbero risultare soldi ben spesi.
Qualche dubbio resta su affidabilità e soprattutto assistenza post vendita.