SUZUKI GSF 600 Bandit S
Bandit, ma non troppo...La prima cosa che si nota è l'estetica, ampiamente rinnovata rispetto alla precedente versione, resa molto aggressiva dal bel gruppo ottico, con un cupolino protettivo ed il nuovo codino dalle forme filanti che ben si abbina al design del gruppo sella - serbatoio.Osservando la vista laterale, si notano le dimensioni "importanti", ma non incombenti, della Bandit.
Il telaio (un doppia culla in tubi d'acciaio) è stato profondamente modificato rispetto al precedente, come lo sono anche le quote ciclistiche. Le finiture sono molto curate, anche tenendo conto del prezzo (7500 Euro), come buono è l' assemblaggio.
Nulla da eccepire sulla strumentazione, che si sposa bene esteticamente con il resto della moto, oltre ad essere molto completa visto che comprende oltre ai classici tachimetro - contagiri, anche due contachilometri parziali, orologio e l'utilissimo indicatore livello carburante.
Discrete le dimensioni del vano sottosella. Pratici i ganci per la rete elastica fissati al codino, che sembrano anche particolarmente robusti.
Altro protagonista a livello estetico è il motore, un classico quattro cilindri con raffreddamento misto aria-olio, alimentato da una batteria di carburatori Keihin da 32, che con la sua ricca alettatura per il raffreddamento ci porta indietro nel tempo.
Da sottolineare l'assenza di cavi, cavetti e connettori a vista in tutti i reparti della Bandit, bravi.
Adesso basta…saliamo in sella!
La prima impressione è quella di avere tutto sotto controllo e che la posizione di guida sia adatta oltre che per andare in ufficio, anche per affrontare lunghi trasferimenti autostradali e non.
- Un mezzo veramente equilibrato
Infatti il cupolino, che dà l'idea di essere protettivo e la sella comoda sia per il guidatore che per la (mi raccomando "la" e non "il") passeggera , fanno sognare tragitti piu' lunghi e piacevoli di quello (quasi sempre palloso) casa - ufficio.
Una volta in movimento, si scopre una moto facile ed intuitiva, e le sospensioni che in un primo tempo sembravano flaccide (classica la prova di affondamento a moto ferma, manco fossimo dei tecnici) assorbono bene le asperità (maledetto pavé) senza dare la sensazione di galleggiare, ed anche quando si viene assaliti dalla scimmia per la velocità, la Bandit non si tira indietro, anche se preferisce una guida piu' fluida che non di "cattiveria".
Affrontando dei tratti di strada medio - veloci, si scopre che la Bandit è molto stabile e che le sue reazioni sono alla portata di tutti. Anche il reparto freni preferisce la guida turistica piuttosto che quella adrenalinica visto che soprattutto nella guida in coppia, con il doppio disco anteriore spesso si deve chiamare in causa il posteriore.
A velocità autostradali si scopre che le promesse del cupolino diventano certezze. Infatti la protezione dall'aria è più che sufficiente per tenere medie elevate (meglio comunque abbassare il busto per essere più protetti dal flusso dell'aria fino a 160 Km/h, oltre diventa comunque faticoso), che grazie anche ai consumi ridotti vuol dire percorrenze elevate. Infatti se non vi sentite il Valentino della situazione potete percorrere anche venti chilometri con un litro senza particolari problemi.
Il motore vi aiuterà in questo, visto che predilige i regimi medi, essendo un po' vuoto ai bassi e troppo ruvido agli alti dove poi vengono fuori anche delle fastidiose vibrazioni (adesso capisco perché le pedane sono montate su supporti elastici!).
Nel complesso il voto che diamo alla GSF 600 Bandit S e piu' che buono, visto il rapporto qualità prezzo e l'estrema adattabilità ai vari tipi di utilizzo.
Insomma una moto che strizza un occhio all'estetica e due alla praticità e alla facilità di guida…
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fabio.fa, Roma (RM)bella moto