SUZUKI GSX-R 750
Quattro lettere per entrare nella storiaArrivati tranquillamente al traguardo dei 180 cv per le mille e plafonati ad oltre 120 cv per le seicento, i 150 della Gixxer rappresentano una giusta via di mezzo. Ma fate attenzione alle mie parole...giusta per l'utilizzo all'interno degli autodromi e non sicuramente per quello stradale, dove i motori saturi di cavalli scalpitanti cozzano contro strade sature di traffico, infrastrutture a dir poco obsolete e "studiate "per qualsiasi veicolo che non sia una due ruote!
L'abito non fa il monaco. Ma il vestitino attillato indossato dalla Suzuki, soprattutto nella livrea storica bianca-blu-nera fa fatica a nascondere le
cattive intenzioni di questa moto.
Linee taglienti e aggressive, rappresentano al meglio lo spirito della serie GSX-R, che in questa versione ha raggiunto una pregevole maturità
stilistica.
Maturità ribadita anche dalla meccanica, che seppur imbrigliata dalle varie normative riguardanti l'inquinamento atmosferico ed acustico, riesce ancora ad emozionare chi la guida.
Il quattro cilindri in linea raffreddato a liquido, eroga 150 cv (110,3 KW) a 13.200 giri/min. un dato che aiutato dagli 86,3 Nm di coppia a 11,200 giri/min. e da un po' di manico, permette alla settemmezzo giapponese di difendersi bene dagli attacchi delle varie millone.
La dotazione ciclistica come da tradizione è al top. Telaio a doppia trave in alluminio, forcella a steli rovesciati e mono regolabili in tutto e per
tutto, con un bel paio di scarpette a pianta larga, 120/70ZR17 e 180/55 ZR17. A tenere a bada i bollenti spiriti, ci pensa un impianto frenante con
doppio disco anteriore da 310 mm e singolo posteriore da 220 mm. Pinze anteriori ad attacco radiale, così come è radiale anche la pompa freno.
Un giro attorno alla moto prima di montare in sella evidenzia il buon livello di finiture generale, anche se, ma ormai è abitudine consolidata anche dalla concorrenza, la mancanza del trasparente sugli
adesivi delle carene è un particolare che mal digerisco.
Già che ci sono butto un occhio sotto la sella e...miracolo c'è un vano portaoggetti dalle dimensioni accettabili (catena e bloccadisco ci stanno!) una vera rarità per la categoria.
Salito in moto, apprezzo immediatamente l'imbottitura e la conformazione della sella, un po' meno l'assetto dei semimanubri, un filo troppo chiusi. La regolazione della distanza delle leve è
limitata a quella del freno, mentre per la frizione ci si deve accontentare.
Le pedane regolabili, risultano troppo avanzate se si considera un uso pistaiolo (difficile "spingerci sopra") ma nell'utilizzo quotidiano si dimostrano ergonomicamente a posto.
La strumentazione mista analogica-digitale è ben leggibile e ricca di informazioni. Contagiri e indicatore di marcia nello stesso quadrante,
orologio, conta km, totale e parziali visualizzabili nel display, spie di servizio e cambio marcia a fare da contorno.
Originali e decisamente funzionali gli specchi retrovisori, con indicatori di direzione incorporati.
Utilizzare la GSX-R come moto di tutti i giorni è un peccato... ma non un sacrificio! La dolcezza di erogazione del propulsore è notevole, basta evitare di spalancare il gas in maniera sconsiderata per muoversi dolcemente nel traffico. Girare per la città ad andatura da
passeggio risulta facile, anche se il calore che butta fuori il quattro cilindri con l'indicatore della temperatura che passa facilmente i 100°, mette a dura prova il guidatore, soprattutto nelle giornate più calde.
Il cambio, anche se non propriamente silenzioso negli innesti, è rapido e preciso, mentre la frizione è discretamente leggera da utilizzare. I 193 chili in ordine di marcia si sentono solo in parte, mentre la ciclistica svelta ed agile aiuta parecchio nei cambi di direzione e negli slalom urbani.
Allontanarsi dalla città però, significa per la GSX-R una boccata di ossigeno. Sulle strade meno trafficate si riesce a far respirare più adeguatamente il quattro cilindri, che si accorda al meglio anche con la ciclistica. Ecco allora emergere una personalità diversa e più emozionante.
- SUZUKI GSX-R 750
Poter allungare oltre gli ottomila, significa una trasformazione evidente del carattere. Il propulsore al di sotto di questo regime risulta piacevole e rotondo, ma una volta che la lancetta oltrepassa questo punto cambia tutto. Pur senza evidenti "entrate in coppia" il quattro cilindri inizia a spingere davvero forte ed in maniera vigorosa. La strozzatura causata dall'Euro 3 ed i chili in più regalati soprattutto a livello di sistema di scarico rispetto alla precedente versione sono avvertibili, ma vi assicuro che di birra ce né in abbondanza.
Proprio per questo motivo ci spostiamo in pista, per poter saggiare al meglio, al riparo da scherzi e sorprese sgradite tipiche del traffico, le
qualità della nostra Suzuki.
Il primo grande pregio che emerge, è legato alla possibilità di aprire il gas senza tante remore, diversamente da un mille che richiede perizia nello
scaricare a terra cavallerie infinite, la settemmezzo esce di curva come una saetta con l'avantreno che si alleggerisce solo leggermente. L'impegno psicologico risparmiato si trasforma in divertimento di guida.
Forte di una ciclistica efficace sia nei cambi di direzione, dove si rivela estremamente reattiva, sia sui curvoni in appoggio, dove mantiene le
traiettorie impostate senza problema alcuno, la Gixxer, mette in evidenza tutte le qualità richieste ad una moto da pista. Anche l'impianto frenante
si è dimostrato all'altezza, potente, estremamente gestibile nell'azione, pur se martoriato, ha mantenuto la sua efficacia per tutta la durata del test.
Unico appunto che mi viene da segnalare dopo la prova in circuito, è un leggero effetto apri-chiudi del gas, che si manifesta nelle curve più lente
e che porta a scomporre leggermente l'assetto.
Per quanto riguarda le vibrazioni, sono presenti solo agli alti regimi e quasi esclusivamente su serbatoio e pedane.
Più che discreta la protettività offerta dal cupolino, che seppur di piccole dimensioni non crea fastidiosi vortici e nel caso ci si abbassi leggermente, protegge efficacemente sino alle spalle.
Il periodo di vita in comune con la settemmezzo Suzuki è volto al termine...e nasce il rammarico per l'abbandono da parte di "tutti" di questa cilindrata ora più che mai "azzeccata".
Meno male che c'è lei!
Al semaforo
Quattro lettere che sono entrate nella storia, con schiere di appassionati pronti a scambiarsi opinioni e sensazioni.anche durante le brevi soste semaforiche!
La GIXXER SETTEMMEZZO
Speriamo che questa nuova moto mi dia sensazioni nuove che sul bandit non ho mai provato.
Pasquale