Nico Cereghini: “Bautista, Rea, Redding, Ratza. Si profila una grande SBK”
Ciao a tutti! E così Álvaro Bautista è tornato al successo dopo due mesi e mezzo: era dal 23 giugno a Misano, Superpole Race, che non portava la Ducati sul gradino più alto del podio. Il successo in Gara due, domenica a Portimão, è stato costruito bene dallo spagnolo: finalmente una buona partenza, nessun errore, l’aggressività giusta. Facile suggerire che tutto questo sia il frutto, tra le altre cose, di una ritrovata serenità.
Questo campionato SBK passerà alla memoria tra i più pazzi, lo sapete. Nessuno avrebbe potuto immaginare che dopo una prima parte di stagione da dominatore, con quel filotto da lasciar basito il campione del mondo, adesso, a settembre, Álvaro dovesse inseguire Rea con 91 punti di ritardo. Comunque ok, mancano ancora tre appuntamenti, Francia Argentina e Qatar; sono nove corse da disputare e tutto teoricamente può ancora succedere, anche se difficilmente succederà. Rea deve soltanto gestire, ed è una cosa che mi sembra sappia fare molto bene.
L’aspetto che più mi incuriosisce in questa vicenda è naturalmente la giostra. Tutto che cambia in pochi mesi. Bautista che dalla MotoGP viene trasferito in SBK, Bautista che domina e poi va in crisi, la Honda che corteggia Bautista a metà stagione e lo blocca, la rossa che annuncia al suo posto Scott Redding nel 2020. Questi sono veri fuochi d’artificio. Quando a fine agosto arrivò finalmente il comunicato ufficiale di Ducati mi chiesi subito: ma chi ci perde e chi ci guadagna?
Prima i piloti. Bautista guadagnerà più soldi e non ci vuole molto: la Ducati lo pagava curiosamente poco, rispetto agli standard. Però sul piano tecnico e sportivo per Alvaro è una bella incognita: la Honda è la Honda, ma riuscirà a varare un progetto vincente in un paio d’anni? Su questo piano Redding parte avvantaggiato, perché la V4R già la guida nel BSB e la guida benissimo, l’ha portata sette volte al successo: l’ultima giusto domenica scorsa, a Oulton Park in gara 2, in simultanea con Portimao. Scott lascia un campionato nazionale e ritorna in un mondiale, la sua posizione tecnica è soltanto migliorata e immagino che anche quella finanziaria progredisca.
Se guardiamo alle Case la logica dice che Ducati è messa decisamente meglio della Honda: moto collaudata e già vincente, pilota giovane (26 anni) che non è una incognita ed è certamente capace di portare al limite una moto che di problemi ne ha: è velocissima, è più potente di tutte ma, come abbiamo visto anche in Portogallo, ciclisticamente è ancora da sistemare: frena forte ma si muove molto, è alta e mostra spostamenti di carico difficili da controllare, sembra avere ingressi di curva incerti, va portata con forza e con molto mestiere. Lo stesso Davies, che resterà in squadra anche nel 2020 e che è un combattente, non si può dire che dopo una stagione abbia preso le misure per intero alla sua quattro cilindri.
Se posso permettermi, credo che alla fine ci guadagnerà soprattutto Rea, che tirerà un bel sospiro di sollievo. Bautista gli aveva dato delle belle gatte da pelare: se non fosse andato misteriosamente in crisi, se avesse continuato a lavorare in Ducati con la forza e l’efficacia che aveva steso la Kawasaki nella prima metà del 2019, beh, per Jonathan sarebbe stato un bel disastro. Invece le carte si rimescolano un’altra volta, e lui, tra quelli seduti al tavolo da gioco, mi sembra il più sveglio e il più esperto. Avrà i suoi problemi, c’è il nuovo che avanza, c’è Ratza che scalpita, e poi non si vince per sempre; ma il numero uno è mister Rea dal 2015, forse anche da prima, e al momento resta lui in vetta alla SBK.
E alla fine ci guadagniamo parecchio anche noi: almeno sulla carta, Honda, Yamaha e persino BMW fanno un bel passo avanti e si avvicinano un po’ di più a Kawasaki e Ducati. Si profila un magnifico campionato.
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piero.mussano, Settimo Torinese (TO)ho dimenticato:ha riprova di quanto soatengo indugiate maggiormente sulla griglia di partenza,numericamente pietosa anche se la regia tv cerca di farla vedere poco,sempre piu' campionato per pochi intimi,anche come pubblico!!!
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piero.mussano, Settimo Torinese (TO)Capisco tutto,anche i pietosi tentativi da parte vostra di cercare di far credere a noi mpoveri sprovveduti che questa superbike sia in crescendo ma conserntite ad un nnon piu' verde appassionato di dire la sua,e piu' precisamente credo che la parabola discendente della superbike sia irreversibile benche' le basi fossero state buone ed ascrivo questo declino in massima parte a quegli enti che hanno,per bramosia di denaro,voluto cercare artificialmente di indirizzare il campionato.Cilindrate flottanti,regime di giri altalenanti si sono ritorti come un boomerang nei confronti degli pseudo gestori della carovana.Cio' ha portato ad un progressivo raffreddamento dell'interesse da parte del pubblico che non è affatto teminato,nonostante tutti i vostri battage per invogliarlo a partecipare,Come sono lontani i tempi quando si partiva in moto da Torino per andare a MIsano ad assistere all'unica manche ivi programmata!! Amarezza e delusione grazie alla voracita' umana.Piero Mussano