SBK 2023. GP della Repubblica Ceca. Le pagelle di Most [GALLERY]
Le gomme Pirelli e la fortuna sono state le vere protagoniste di questo ottavo round di Most. La fortuna dà e la fortuna toglie. Bautista era caduto a Imola offrendo 25 punti su un piatto d’argento a Toprak Razgatlioglu, che ha pensato bene di restituirglieli a Most in Gara2.
La differenza è che mentre lo spagnolo ha commesso un errore, il turco è stato vittima incolpevole di uno pneumatico che non sarebbe giusto definire difettoso, ma che ha ceduto sia a causa delle particolari condizioni della pista ceca, che soprattutto per le sollecitazioni alle quali Toprak lo ha sottoposto. Il risultato finale è che alla fine del trittico di piste che (almeno sulla carta) non erano favorevoli a lui ed alla sua PanigaleV4, il pilota spagnolo se ne torna a casa con 74 punti di vantaggio. Pochi? Tanti?
Mancano ancora quattro round e dodici gare e ci sono quindi ancora in palio 248 punti. Può succedere di tutto, anche che Jonathan Rea porti alla vittoria una Kawasaki inferiore rispetto alle altre moto, complice una fortunata scelta di gomme (ancora la fortuna, ancora le gomme), per poi ammettere che questa vittoria non rappresenta la sua situazione reale. La Kawasaki è in un vicolo cieco e senza Jonny sparirebbe dalle prime cinque/sei posizioni. In Ducati tirano un sospiro di sollievo e guardano con fiducia ai prossimi e decisivi round, mentre in Yamaha si leccano le ferite e pensano con timore a cosa sarà della loro R1 senza il fenomeno di Antalya. Solita solfa per BMW e Honda, che vivacchiano in attesa di Toprak e (così si vocifera) di una rinnovata CBR per il 2024. In attesa che la montagna partorisca il topolino ecco i nostri voti ai protagonisti di Most.
Toprak Razgatlioglu: 10
Pole position con record, un secondo posto, una vittoria ..…e mezza. Oltre a privare il turco di una valanga di punti, la gomma posteriore della sua R1 ci ha negato un duello epico, tra i due piloti che si contendono il titolo 2023. Quando le piste hanno un’anima Toprak si conferma un fenomeno. Deve recuperare 74 punti ma se fossimo in Bautista non dormiremmo sonni tranquilli.
Alvaro Bautista: 8,5
Il suo weekend è condizionato dalla quattordicesima posizione in Superpole, figlia delle bandiere gialle che gli scippano una partenza più tranquilla. Sbaglia gomme in Gara1 (ma i piloti ex GP non conoscono le intermedie) ma poi è bravo a risalire sino al terzo posto finale nella gara sprint e ad approfittare della caduta di Toprak in Gara2. Esce quasi incolume dal trittico di gare difficili, ma il turco non è poi così lontano. E non molla.
Jonathan Rea: 10
Senza di lui la verdona farebbe fatica a centrare la top ten, ma a Most lui la porta sempre sul podio. La vittoria in Gara1 lo ripaga dei tanti rospi che deve ingoiare e conferma la sua grande grinta e determinazione perché non è stato l’unico ad aver scelto le intermedie, ma è stato l’unico che non ha mollato di un millimetro. Infinito Jonny.
Andrea Locatelli: 6
Non è il Locatelli brillante che avevamo visto a Imola, ma (Toprak a parte) questo è il reale valore della Yamaha. La sua caduta nella Superpole Race suggella un weekend difficile.
Axel Bassani: 7,5
Si conferma giovane e arrembante, ma mostra qualche lacuna nella lettura della gara. Da spettacolo sulla pista bagnata infliggendo due secondi al giro a tutti, ma poi esce io sole e lui chiude settimo. Domenica sfiora il podio. Lascia Most con meno punti di quanti ne avrebbe meritati. Lasciamogli il tempo di crescere ancora e senza pressioni. Il team ufficiale può attendere.
Danilo Petrucci: 9
Ecco il vero Petrucci. La Superbike non è facile per nessuno ma Danilone è uno tosto e ci ha sempre creduto. Deve ancora digerire la sprint race, ma è solo questione di tempo. Bello il suo duello con Rea in Gara2 con tanto di complimenti reciproci. Due piloti veri.
Michael Ruben Rinaldi: 7
In Superpole passa da terzo ad ottavo confermando che la fortuna non è mai dalla sua parte. Sbaglia gomme in Gara1 e domenica è nel gruppo degli inseguitori. In ripresa (an che fisicamente) rispetto ai round precedenti, ma può e deve fare di più.
Alex Lowes: 5,5
C’era anche lui? Riesce a fatica ad entrare in top ten, mostrando quale sia il vero livello della Ninja. Non fa mai mancare il proprio impegno, ma quello di Most è stato per lui un weekend da dimenticare in fretta.
Remy Gardner: 6,5
Rimette la testa fuori dall’acqua e mostra qualche sprazzo di talento, ma alla fine ha due sesti posti quali migliori risultati. Nulla di ché, ma se non altro sembra in ripresa.
Dominique Aegerter: 5,5
Non è il brillante rookie che ci aveva stupito ad inizio stagione. Si barcamena tra l’ottavo e l’undicesimo posto, senza mai un acuto. Opaco.
Scott Redding: 5,5
Su questa pista aveva vinto con la Ducati ed aveva conquistato un podio con la BMW ma questa volta ha deluso. Ha azzeccato la gomma giusta in Gara1 e ha chiuso al quarto posto, ma il resto è da dimenticare. L’incertezza sul suo futuro lo deconcentra.
Il pubblico di Most: 10
Tanta gente e tanta passione su questa pista, dove la Superbike rappresenta l’evento dell’anno. Le strutture sono obsolete, ma il tracciato è di quelli “old style” proprio come lo sono i suoi tifosi, entusiasti ed educati. Oltre 53.000 presenze nonostante la pioggia e il (almeno per me) freddo, tra i quali anche il Presidente della Repubblica Ceca. What else?
Se Rinaldi è ok allora il super privato moto 2022 Otlle (o come si chiama) è un fenomeno !!
E Bassani-Petrucci : extraterrestri !!
Bautista : semidio !!
Questo in rapporto alle Ducati, senza contare le altre moto !!!