Una giornata con la Suzuki Intruder M800: la custom "tutta curve"
La partenza è prevista per le 10, il ritrovo all'Azienda Agricola CIATO di Parma.
La mia piccola (si fa per dire, perché per essere una 800 è decisamente abbondante!) Suzuki Intruder M800 mi attende tranquillamente appoggiata al cavalletto laterale.
Il faro aggressivo, la colorazione nera lucida e le impeccabili cromature la fanno sembrare molto più cattiva di quanto in realtà non si rivelerà una volta in marcia.
La giornata è bellissima, calda e limpida, di quelle che "niente di meglio che un bel giro in moto".
Partiamo da Parma puntando verso le alture che la circondano. La Strada Pedemontana è lunga, dritta e trafficata, ma la percorriamo solo per qualche minuto, giusto per addentrarci nei paesini ai piedi delle colline. Attraversiamo Felino (sì sì, proprio quello del salame!) e cominciamo a salire.
La M800 borbotta placida e si lascia condurre con una facilità inaspettata. La posizione in sella è comoda perché non esasperata, anche se 100%... custom! Il manubrio dritto, la posizione delle pedane e la sella bassa fanno sì che il pilota si senta parte della moto, la sensazione è quella di abbracciarla, quasi a diventare un tutt'uno.
Tutto questo a favore della guida: cominciando a salire sulla Strada della Cisa, dove le curve si fanno più strette e si susseguono con ritmo più deciso, la piccola Intruder si arrampica disegnando le curve con la precisione di un compasso. Solo nelle salite più ripide o nelle riprese in caso di sorpasso, forse un po' di motore in più non avrebbe guastato. Gli 800 cc, spinti da 53 cv a 6.000 giri, si comportano comunque egregiamente vista la mole da spostare (circa 270 kg più guidatrice!). E per chi pensa che non siano abbastanza c'è la sorellona da 1.800 cc, simile nelle forme (ma non nelle dimensioni!) che vanta un brillante motorone da 125 cv.
Piccola nota per i viaggiatori: attenzione sulla strada che sale al Passo della Cisa, l'asfalto non è dei migliori!
Il panorama però sì, e dopo un veloce aperitivo a base di formaggi e salumi locali ci rimettiamo in sella con destinazione... il pranzo! Eh sì, oggi ce la prendiamo comoda e ci viziamo un po'.
Dopo un'altra lunga carrellata di curve e piccoli tornanti (bellissimo il passaggio nei pressi di Selva del Bocchetto, dove la strada è un susseguirsi di piccoli "cavatappi" tra i boschi), raggiungiamo Oriano. Qui ci aspetta il nostro leggero pranzo tipico: gnocco fritto con qualsiasi forma immaginabile di affettato, tre primi, due secondi, sorbetto e caffè, caffè, caffè.
E chi si rimette in moto adesso? Per "recuperare le forze" basta dare uno sguardo fuori dalla veranda della trattoria da Pippo (consigliatissima): si è alzato un leggero venticello, le moto parcheggiate nel piazzale e le colline sullo sfondo chiamano il rombo delle nostre Suzuki!
Percorriamo una strada bellissima, un serpentone di curve dall'asfalto perfetto, che sale fino a Calestano (qui la vista è meravigliosa e c'è un piccolo osservatorio astronomico) per poi ridiscendere verso la vallata che ci ripoterà a Parma.
Anche qui il comportamento della M800 è impeccabile: la strada invoglia e l'andatura si fa più "allegra". Le curve si sprecano e l'unica pecca, che frena entusiasmo e pieghe, è la scarsa luce a terra: soprattutto nelle curve in salita "la grattata" è assicurata, anche se non si azzardano pieghe alla Stoner. Ma alla piccola Suzuki piace giocare alla sportiva, è agile e veloce e il divertimento non manca.
Tornando verso Parma è d'obbligo la sosta al bellissimo Castello di Torrechiara, costruito nel 1448: è perfettamente conservato e unisce elementi del Medioevo a quelli rinascimentali. E' monumento nazionale e quindi tutelato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Da qui alla nostra "base" ci separano pochi chilometri. All'Agriturimo CIATO ci aspettano per la cena e per la serata che darà il via al weekend di festa dei "Truderos", i membri dell'Intruder Owners Club Italy.
Musica, balli, sfide di abilità in sella al Van Van 125 e buon cibo caratterizzano il fine settimana, con protagoniste ovviamente le Suzuki Intruder arrivate da tutta Europa.
Quando si spengono luci e musica saluto la mia ottima compagna di viaggio, una moto che mi sento di consigliare a chiunque voglia avvicinarsi al mondo del custom, proprio per le peculiarità che ha rivelato durante questo breve viaggio: un motore gentile, un piacere di guida unico e una maneggevolezza che non ti aspetti.
ah! Dimenticavo....
Bravi!
grandi aspettative