L'editoriale di Nico

Nico Cereghini: "Marquez sta perdendo il controllo?"

- Soltanto io vedo un campionissimo che spinge il limite troppo oltre? Ha senso teorizzare la caduta come metodo per arrivare a vincere e poi non sapersi più fermare, nemmeno quando vincere proprio non si può? Ho visto tanti altri grandi della moto, ma nessuno così
Nico Cereghini: Marquez sta perdendo il controllo?

Ciao a tutti! Se avete visto MotoGP Unlimited, la serie TV sulla stagione 2021 trasmessa da Prime Video, concorderete con me: il rientro di Marc Marquez è una delle cose più belle del docufilm. La vicenda è stata raccontata con molto pathos in tutte le sue fasi, dall'incidente originario di Jerez nel 2020 a tutte le tappe del recupero, fino al difficile rientro in pista l'anno scorso e infine alle vittorie. La sofferenza fisica, le ansie e i dubbi, la disperazione e poi la gioia del pilota e della sua squadra... mai avevo visto immagini così intime ed emozionanti girate nel mondo della moto.

Premetto tutto questo per dire che mi pare impossibile, per un appassionato, non partecipare anche emotivamente alla vita sportiva dello spagnolo. E il Marc Marquez catastrofico che abbiamo visto sabato e domenica a Mandalika, palesemente incapace di accettare una inferiorità tecnica che probabilmente era solo momentanea, colpisce profondamente. Marc ha perso il controllo, ha spinto a testa bassa sopra i problemi fino al punto di cadere tre volte in pochi giri. Uno, due, tre voli, sempre più rovinosi.

Marc è un grandissimo campione, anche se non piace a tutti per qualche lato del suo carattere. Lui oggi rappresenta meglio di chiunque altro la moto e la guida di quel mezzo straordinario che ci entusiasma.

Ora la mia sensazione è che nella personalità di Marc Marquez ci sia qualcosa che non quadra con la sua statura di campione. Mi rendo conto che uno come lui debba subire, oltre alle disavventure di questi ultimi due anni, anche una pressione spaventosa. Generata prima di tutto dalla sua legittima e fortissima ambizione, poi dalla Honda, dagli sponsor, dagli appassionati, dalla famiglia...

Però. Però ho visto correre altri grandissimi campioni. Parlo di quelli che hanno vinto tanti titoli mondiali, da Ago a Nieto, a Hailwood, Ubbiali e Rossi. Sono sicuro che a livello di pressione e di ambizione nessuno di loro fosse inferiore a Marquez. E nella loro carriera tutti costoro hanno dovuto affrontare fasi molto difficili, per il fisico e per il morale. Non ricordo però che qualcuno di questi grandissimi abbia perso il controllo per un periodo più o meno lungo. Magari hanno buttato qualche gara nel tentativo di battere un rivale particolarmente ostico, ma non di più.

Ero sicuro che il controllo delle emozioni fosse una qualità indispensabile per un campione, in tutti gli sport. Ed ora non so cosa pensare di fronte a questo Marquez che non sembra sapersi fermare davanti ad ogni rischio, anche il più grande. 

Per capire il limite devi cadere, diceva. A Mandalika il limite della Honda era decisamente più basso di quello di molte moto avversarie, se non di tutte. Colpa delle gomme, delle nuove geometrie, chissà. Aveva ancora senso quel teorema della caduta cercata? Per capire il limite devi cadere, ok, fai come vuoi. Ma poi per capire il limite devi saltare le gare, devi rovinarti?

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Commenti

  • Unonessunocentomila
    Unonessunocentomila, Torino (TO)

    Per adattarsi ci va intelligenza
  • Lelfo
    Lelfo, Roma (RM)

    Secondo me, cercare il limite avvicinandosi alla caduta (data la capacità tecnica di controllo e recupero che nessuno ha come lui) è proprio la sua cifra tecnica, e può andare bene finchè sta bene a lui correre quel rischio per quel beneficio.
    Da lì nasce il problema alla spalla, ma quel problema si supera, o almeno per me quel problema lui lo supera, ci può guidare sopra, adattando lo stile ad una modificata capacità.
    Il problema vero è la diplopia, se battere la testa gli provoca ricadute, cadere vuol dire quasi certamente battere un pò la testa, ok non sempre come quello spaventoso high-side, ma comunque raramente si cade scivolando seduti.
    Sulla spalla può andare finchè ce n'è con quel che può o che sa fare (che nel suo caso è più degli altri), se non avrà più la sufficiente forza o mobilità per essere campione di motoGP si fermerà ma sarà abbastanza per fare quasi tutto quello che vorrai nella vita fuori. E' con la diplopia però che dovrebbe forse fare un ragionamento diverso, quella te la porti anche fuori dalle piste, è lì che devono aiutarlo (penso ai medici, lui farà quel che gli dicono) a non camminare troppo sul filo.
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