Suzuki Van Van 125 Rebel
Siamo in un periodo in cui la personalizzazione – la customizzazione, per usare il termine più in voga – delle moto punta per lo più ad una valorizzazione estetica, e solo in secondo ordine guarda a quella prestazionale e funzionale quando addirittura non sacrifica del tutto questi aspetti sull’altare della personalità e della caratterizzazione secondo i gusti di cliente o preparatore. Insomma, perdonateci il cinismo, ma ormai abbiamo fatto il callo a moto bellissime (o bruttissime, se il risultato non è in linea con il gusto personale) ma inutilizzabili per qualunque cosa non sia l’impiego a mo’ di soprammobile o al massimo per arrivare al bar.
Questa Rebel, invece, segue la filosofia contraria. Un sabato mattina Emiliano Armani ed Enrico Casella ricevono la chiamata di un potenziale cliente che vorrebbe una special. Un (raro) cliente con le idee ben chiare in testa: Enrico Sanna, motociclista praticante e con un passato nel cross, vuole un mezzo da usare tutti i giorni. Versatile, con grande capacità di carico e bassi costi di manutenzione.
Insomma, una special in cui l’estetica passi in secondo piano rispetto alla funzionalità, un po’ come ha fatto un mostro sacro come Borile sulla sua Multiuso. E la scelta cade su uno dei mezzi più sottovalutati (almeno in Italia) del panorama: una Suzuki Van Van 125.
Com’è andata ve lo lasciamo raccontare dalla penna degli stessi autori, ma il risultato a nostro avviso è riuscito. Non sarà uno dei capolavori visti recentemente su base BMW R NineT, certo, ma siamo sicuri che Sanna sarà rimasto soddisfatto. Perché la funzionalità è da moto davvero totale.
Cediamo la parola ad Emiliano Armani, che ci racconta la storia di questa Rebel. Intanto, complimenti – non fosse altro per aver creato una moto che va davvero controcorrente.
Questa è la storia della Rebel 8 Bulloni.
Questa è la storia di magia mista a follia nata dalla passione di tre persone per le due ruote.
La Rebel nasce in un sabato mattina di lavoro come tutti gli altri.
In un sabato qualunque di lavoro mi suona il telefono (premetto: mi chiamo Armani Emiliano ed insieme con il mio socio Casella Enrico siamo i titolari di un’officina riparazione moto e costruzioni special) e dall'altra parte si presenta un signore distinto di nome Sanna Enrico che con aria seriosa mi chiede informazioni sulla costruzione di una special. Come al solito gli dò appuntamento e chiedo di passare nella mia officina. Dopo un'ora si presenta il sig. Sanna, persona distinta, dall’aria misteriosa e grandissimo carisma.
Si comincia a parlare di moto e di special in generale, mi dice che possiede 4 moto e che ha avuto un passato da crossista. I discorsi di moto si intrecciano ai sogni e si comincia a delineare la costruzione di questa special.
Mi bastano 10 minuti per rendermi conto che la persona che ho di fronte è seria, con tanta passione ma con anche tante idee e sogni. E la realizzazione di questa moto non sarebbe rimasta un sogno ma si sarebbe concretizzata.
Sanna dice che questa special non avrebbe dovuto essere la solita moto fine a se stessa come se ne vedono tante ma che dovesse essere invece una moto completamente funzionale, con costi di gestione minimi e alla portata di tutti. Da lì le idee cominciano a fluire naturalmente, come se io ed il Sanna fossimo amici da sempre ed avessimo un feeling comune.
Si parla di gestibilità, di porta borse, di kit da campeggio e di costruire una moto non vincolata all'utilizzo ludico ma che possa essere anche un mezzo professionale, con la possibilità di allestirlo in base alle esigenze del frangente: dal lavoro, con cassette porta attrezzi o ceste per un uso agricolo, all’uso nei fine settimana, per portare una tenda o delle canne da pesca.
Tutto bello, ma tra mille idee e qualche volo pindarico ci troviamo ad avere un problema di base. Su che moto si può puntare per un uso del genere? Dopo aver pensato per un po’ il Sanna ha un’autentica illuminazione! Enrico mi dice che tra le moto che lui possiede ha anche una Suzuki Van Van 125. Io resto allibito, ma sentire Enrico illustrarmi la bontà del mezzo con costi di gestione bassissimi uniti ad una versatilità enorme mi incuriosisce.
La cosa che prima mi sembrava folle mi entra in testa in 10 minuti di conversazione e comincia a delinearsi naturalmente. Decidiamo di provare, troviamo subito una Van Van e ci lavoriamo in comune accordo tra me, il mio socio Enrico ed Enrico Sanna. Fin da subito la moto si presenta tanto brutta esteticamente quanto molto adatta a subire modifiche, tanto che già dopo lo smontaggio si delinea moto semplice ed esteticamente piacevole. Dalla ruota anteriore ai vari porta pacchi fino allo scarico, come in un film d'azione le idee si concatenano. Molte innovative e originali, molte altre bocciate senza diritto di replica. Enrico (Sanna) lascia a me e al mio socio Enrico carta bianca, ma allo stesso tempo è rende sempre presente, passo dopo passo, dando consigli grazie ad una visione globale della moto. Sembra quasi che lui riesca a vedere l’opera finita, al di là del tempo.
Come un’opera d'arte la moto prende forma, ad ogni modifica cresce in noi l'idea di star costruendo una cosa unica, folle ma allo stesso tempo perfettamente in linea con le nostre idee.
Dopo mille problemi e ritardi la moto nasce. Ed eccola lì, davanti a noi. Quella moto che solo pochi mesi prima in un sabato qualunque avevamo solo sognato. Una moto affascinante, semplice, versatile e con quel pizzico di follia che ci contraddistingue.
Questa è una storia di follia mista a sogni che solo tre folli come noi potevano partorire ma che allo stesso tempo ribadisce come la passione per le due ruote non abbia barriere né limiti. E che l'idea di libertà non ha forma né cilindrata né misure, ma che basta chiudere gli occhi e sognare.
Questa e la storia della Rebel. Nata da una follia e fatta per sognare.
Che mania......
il resto è carino anche se avrei fatto una scarico vistoso e doppio, considerata la mole della " motoretta "
Processo reversibile
La maggior parte delle modifiche che ho visto su questa bellissima moto, non hanno apportato nulla di più al personalissimo design d'origine. Il rischio è di banalizzarne invece che innovare.
Conviene partire da modelli più ordinari per ottenere una special di cui ci si possa vantare. Con il VV si toppa quasi sempre.
Questa "Rebel" potrebbe essere comunque una buona base per fare un VV, proprio come quello della Suzuki con sella a -lingua- e tutto il resto.