#ioalgpvadoinmoto. Honda XL750 Transalp: “La tuttofare che si guida con due dita…”
#ioalgpvadoinmoto: una volta sempre, adesso molto più raramente, purtroppo. Ma qualche gara riesco ancora a farla e quest’anno ho sfruttato il trittico Italia-Germania-Olanda - tre GP uno in fila all’altro - per provare la nuova Honda XL750 Transalp, bicilindrica ispirata a un modello storico della Casa giapponese.
Come ricordo sempre, la mia non è una prova - lascio volentieri questo compito ad Andrea Perfetti, Antonio Privitera e a tutti i bravissimi tester di Moto.it -, ma semplicemente un resoconto di viaggio, con la fortuna di poter utilizzare un modello che in qualche modo mi ispira.
La Transalp mi è sempre piaciuta, è una moto che ha fatto storia: ci riuscirà anche questa nuova versione? Non lo so, non ho la risposta: adesso, rispetto ad allora, è più complicato proporre qualcosa di veramente innovativo.
Il tempo ci dirà del successo o meno di questo modello: da parte mia, posso dire che ha soddisfatto in pieno le mie aspettative. La Transalp 750 si guida “con due dita”, è facile, dà sicurezza, permette di fare belle pieghe e ha un motore da 92 cavalli con un ottimo carattere. Ecco, il bicilindrico mi ha sorpreso in positivo: spinge più del previsto (da me…) e ha una erogazione convincente.
Personalmente, non amo così tanto la ruota da 21 pollici, ma io non faccio fuoristrada e ho viaggiato solo su strada asfaltata: diciamo che il mio è un giudizio da stradista puro. Percorrendo - ahimè… - tanti chilometri in autostrada, mi è mancato il regolatore di velocità; altri difetti, non ne ho trovati (faccio sempre più fatica a trovarne sulle moto di oggi).
In definitiva, mi è piaciuta? Sì, molto. Voto 9: la vedrei bene nel mio garage…
Prima tappa: Milano-Mugello, andata e ritorno (con qualche deviazione)
Si comincia dal GP d’Italia, quindi una tappa corta. Questa volta, però, non viaggio da solo: con me c’è mio figlio Leonardo, 11 anni, alla sua prima trasferta su due ruote.
Autostrada fino a Bologna, poi il passo della Raticosa e della Futa, con, purtroppo, tante deviazioni per le strade devastate dall’alluvione che ha colpito nel mese di maggio l’Emilia Romagna. Impressionante. Al ritorno, deviazione verso Faenza, per vedere i lavori al “Dovi 04 Park Monte Coralli”, la nuova struttura di Andrea Dovizioso, quindi autostrada fino a Milano.
Seconda tappa: Milano-Sachsenring (poco meno di 900 km)
Mercoledì 14 giugno parto per il Sachsenring. Scelgo di passare da Livigno, che non ho mai visto: devio per la Svizzera, dopo Livigno faccio altri passi, la strada è meravigliosa fino a Germania inoltrata. Poi faccio circa 300 km di autostrada e mi fermo a meno di 200 km dal Sachsenring: mi godo la Transalp in tutti i suoi migliori aspetti. Giovedì 15 giugno sono in circuito.
Terza tappa: Chemnitz-Berlino (circa 300 km)
Da qui in poi, sarà quasi tutta autostrada. Prima di Berlino, faccio tappa a Dresda per un caffè, quindi nel primo pomeriggio sono a Berlino, città tanto affasciante quanto inquietante, almeno per me.
Arrivo facilmente in tempo per la puntata di DopoGP dedicata al GP di Germania.
Quarta tappa: Berlino-Hannover (circa 300 km)
Altra tappa breve, di avvicinamento, ad Assen. Solo autostrada.
Quinta tappa: Hannover-Assen (poco più di 300 km)
Giovedì 22 giugno parto per Assen, che raggiungo prima di mezzogiorno. Faccio un centinaio di chilometri di strade statali in Olanda, più o meno tutte dritte, con ovviamente nessun dislivello…
Ultima tappa: Groningen-Milano (circa 1.200 km)
Lunedì 26 giugno mi aspetta il “tappone”: tutta una tirata da Groningen a casa mia, a Milano, circa 1.200 km. Devo farli assolutamente in un giorno, quindi tutta autostrada, senza deviazioni, perché non posso permettermi di “perdere” tempo.
Ho modo di provare la Transalp in tutte le condizioni e anche in questo caso il giudizio è più che positivo: si comporta davvero bene.
Riesco anche a fermarmi in un autogrill in Svizzera con wifi per una ventina di minuti per partecipare al DopoGP dedicato al GP d’Olanda e dopo circa 12 ore di viaggio arrivo a Milano, stanco, ma felice. Perché andare in moto a me fa questo effetto: mi dà felicità. Ecco perché, quando posso, #ioalgpvadoinmoto.
Come erogazione, potenza , linearità.
E in generale è la moto più facile, poco impegnativa e divertente del segmento.
Alla faccia di quelli che davano addosso a Honda per il prezzo assurdo ecc.