Suzuki cosa fai? Dopo la MotoGP addio all'Endurance, che dominava
Trovando un accordo con Dorna Sport, i cui termini anche eventualmente economici non sono stati diffusi, è stato reso ufficiale il ritiro nella classe MotoGP di Suzuki alla fine del campionato 2022.
Della decisione già si sapeva da mesi da quando cioè, a sorpresa durante i test di Jerez di inizio maggio, la Casa giapponese comunicò a team e piloti che si sarebbe ritirata dal mondiale.
Alcuni giorni dopo arrivò l'annuncio ufficiale, nel quale veniva detto che la decisione aveva a che fare “...con l'attuale situazione economica e con la necessità di concentrare gli sforzi sui grandi cambiamenti che sta affrontando il mondo dell'industria motoristica”.
Immediatamente seguirono le rimostranze di Dorna – promoter del motomondiale – che richiamava Suzuki al rispetto contrattuale siglato in precedenza e che programmava la partecipazione Suzuki alla MotoGP fino al 2026.
Un comunicato rilasciato ieri da Suzuki conferma che un accordo con Dorna è stato trovato per cui la marca giapponese interromperà “La sua partecipazione alla MotoGP alla fine della stagione 2022”. La frase successiva è un'altra bordata nel motorsport poiché è scritto che “Suzuki interromperà anche la sua partecipazione ufficiale al World Endurance Championship (EWC) alla fine della stagione 2022”.
“Continueremo a correre nei campionati MotoGP ed EWC del 2022 – prosegue la nota - con i nostri massimi sforzi per vincere le restanti gare. Miriamo a continuare il nostro supporto per le attività racing dei nostri clienti attraverso la nostra rete globale di distributori”.
Ovvero la parte sportiva, immaginiamo Endurance, AMA Superbike, TT, piuttosto che 8 Ore di Suzuka, sarà portata avanti da squadre non ufficiali e sostenute dalle filiali nazionali.
“Vorremmo esprimere la nostra più profonda gratitudine a tutti i fan Suzuki, che ci hanno dato il loro entusiastico supporto, e a tutti coloro che hanno sostenuto le nostre attività sportive per molti anni”.
La breve nota ufficiale si conclude con le dichiarazioni del presidente della Casa nipponica Toshihiro Suzuki che ritorna anche sulla motivazione della decisione.
“Suzuki ha deciso di porre fine alla partecipazione di MotoGP e ad altro di fronte alla necessità di riallocare risorse su altre iniziative per la sostenibilità.
Le corse motociclistiche sono sempre state un ambiente stimolante per l'innovazione tecnologica, inclusa la sostenibilità e lo sviluppo delle risorse umane. Questa decisione significa che accetteremo la sfida di costruire la nuova attività di business motociclistico reindirizzando le capacità tecnologiche e le risorse umane che abbiamo coltivato attraverso le attività di motociclismo per lavorare su altri percorsi verso una società sostenibile”.
Come dire che una parte delle risorse destinate a quella attività sportiva, e probabilmente anche allo sviluppo di modelli tradizionali stando a quanto Suzuki sta mostrando negli ultimi anni nella produzione di serie dove è molto meno attiva di un tempo, andranno fondamentalmente alla mobilità elettrica.
“Continuerò a fare del mio meglio per supportare Alex Rins, Joan Mir, i Team Suzuki Ecstar e Yoshimura SERT nel partecipare in modo competitivo fino al termine della stagione. Grazie per il vostro gentile supporto”.
Suzuki si era già ritirata dalla MotoGP nel 2012, per poi ritornare nel 2015 con un progetto a lungo termine, una moto con il motore quattro in linea invece che V4 e una squadra guidata da Davide Brivio.
Ma ormai, le corse, sono solo un business fine a sé stesso.
Non stupisce che i costruttori inizino a scappare, soprattutto pensando all'incerto futuro della mobilità tradizionale (e relativi investimenti).