Zero Motorcycles DSR Black Forest. Globetrotter ecologica. Silenziosa e divertente
Cosa c'è di più classico delle fiabe dei fratelli Grimm? Cosa c'è di meno tecnologico degli orologi a cucù? Ecco che in quel luogo incantato e congelato nel tempo, la Foresta Nera, nella quale i Grimm fecero correre Hansel, Gretel e anche Cappuccetto Rosso, e nella quale riecheggiano milioni di orologi a cucù, un'azienda motociclistica che nasce e cresce sulla tecnologia ha dedicato una delle sue motociclette. Zero Motorcycle, nata da un’idea in un garage di Santacruz (California) e che ha preso vita grazie a una start-up, ha voluto fare un altro piccolo ma ambizioso passo: creare una globetrotter elettrica.
Proprio così, perché per puntare in alto bisogna provocare e osare. L’autonomia è il limite maggiore in un veicolo elettrico? Benissimo, allora ti dimostro che Zero DSR Black Forest è anche viaggio, scoperta, ricerca del confine.
Non che rispetto alla DSR, sulla base della quale è allestita, ci siano modifiche e interventi strutturali o tecnici, ma questa versione, grazie a bauletto e valigie GIVI, parabrezza touring, barre di protezione e sella touring, sembra davvero non temere nessun viaggio. Da un sentiero polveroso alle vie lastricate dei centri storici, Zero DSR è uno dei più innovativi mezzi di locomozione, in grado di spostarsi azzerando tutto: rumore, vibrazioni, calore.
Lo scetticismo è comprensibile, ma vi garantiamo che la curiosità e l’apertura mentale nella vita premiano sempre, anche in questo caso. Elettrico? Che noia, vien da pensare. Non farà rumore (eccezion fatta per il solito sibilo dei veicoli elettrici), non vibrerà, ma accidenti va forte, sgomma, derapa, non inquina, accelera come un dragster… non vuole sostituire la moto, la vuole affiancare. Ecco, a nostro parere, qual'è la chiave di lettura.
Ovviamente non è leggerissima, non ha freni da staccatona, non ha la frizione ne il cambio, ma ha tanti altri pregi. Insomma per una volta, mettiamo da parte i pregiudizi, apriamoci al nuovo. Chiudiamo gli occhi e diamo gas. E poi, badate bene, non è così amichevole come sembra. Ha una coppia e uno spunto da dragster (produce il 100% della coppia alla partenza da fermo) e anche nella conduzione, ci vuole mestiere… Del resto 146 Nm di coppia e 70 cavalli non sono pochi!
DSR Black Forest è disponibile nel colore Graphene Black Metallic. Il prezzo è importante, ma la tecnologia è super raffinata, tanto da farci pensare che la moto sia quasi venduta a pari-costo, una sorta di investimento nel futuro da parte della società californiana. La moto in configurazione base verrà venduta a circa 22.535 euro, prezzo che sale fino a quota 25.295 con l’aggiunta del Charge Tank.
Ora però capiamo un po’ come è fatta, con un veloce ripasso. Quando si parla di Zero Motorcycle, tre sono le parole che vengono ripetute: motore Z-Force, pacco batterie Z-Force, Power Tank. Capiamo meglio di cosa si tratta.
Motore proprietario
Il motore Z-Force è stato integralmente sviluppato da Zero Motorcycle. Trattasi di un brushless molto compatto, e se paragonato a un altro motore brushless equivalente, con stesso peso e volume, e alle stesse condizioni di guida, è in grado di migliori prestazioni. Per capirci: è in grado di sviluppare fino al 130% di potenza in più e una coppia superiore del 150%.
Presenta una configurazione a magnete permanente (IPM) che migliora sensibilmente le prestazioni in condizioni di guida estreme, e consente di raggiungere velocità sostenute più elevate. Chi conoscesse questo tipo di motori sa che necessitano di un sistema di raffreddamento a liquido o ad aria forzata. Z-Force, no!
Autonomia e Power Tank
Zero utilizza batterie Z-Force agli ioni di litio di ultima generazione, e in particolare la DSR BF monta la 14,4 KWh, che con il Power Tank si alza di altri 3,6 KWh. Tradotto in chilometri di utonomia, che è la cosa che ci preoccupa maggiormente? 262 km in urbano e 126 km in autostrada (senza Power Tank) e fino a 328 km e 156 km rispettivamente.
Interessante segnalare un altro dato diffuso da Zero Motorcycle: una qualsiasi moto della gamma Zero S o Zero DS può percorrere oltre 320.000 km prima che la sua capacità massima iniziale si riduca all'80%. Ecco, poco fa parlavamo di Power Tank. Di cosa si tratta? E’ un accessorio che permette di aumentare la capacità di accumulo del pacco batterie.
Il Power Tank viene fornito completo di un pacco batterie Z-Force modulare, della bulloneria necessaria e di una carenatura supplementare. Per l'installazione, vi consigliamo di rivolgervi a un rivenditore Zero Motorcycles autorizzato. Una volta installati, l'accessorio Power Tank e la nuova carenatura modificano completamente la zona serbatoio, mentre il Power Tank occupa la zona del serbatoio generalmente destinata alla borsa integrata. Ecco, una cosa è da precisare: il Power Tank non è compatibile con l'accessorio Charge Tank, che aumenta la velocità di ricarica di circa sei volte rispetto a una presa elettrica standard, consentendo ricariche in solo un’ora, in funzione delle dimensioni della batteria (0-95%).
E concludiamo ricordando che Charge Tank utilizza il connettore J1772 EV, che consente di collegarsi alle stazioni di ricarica di secondo livello (220 V) pubbliche e domestiche. Con un’ora di ricarica, il Charge Tank fornisce fino a 137 km di autonomia nel ciclo urbano.
Come va su strada
Guai a ripetersi. Lo abbiamo detto in più occasioni che Zero DSR è una piacevole scoperta, con solo qualche piccolissimo difetto di gioventù, come un impianto freno anteriore che non stupisce per potenza, una seduta un po’ dura e un peso che non è propriamente da ballerina. Lo abbiamo detto più volte che ha un’ ottima ergonomia, che si guida bene, che diverte e appassiona. Ecco, ovviamente anche il giudizio della Black Forest Edition segue la stessa direzione.
Del resto, ciclistica e unità motrice sono rimaste come le avevamo lasciate: ma è aumentato ancora un po’ il peso per via degli accessori, e ovviamente la capacità di carico, che ora, grazie alle borse laterali ed al bauletto Dolomiti di Givi, è da vera globetrotter.
Il peso è aumentato di circa 7 kg, ma non ce ne si accorge: l’unica sensazione che potreste avvertire, anche nell’utilizzo a pieno carico, è un alleggerimento dell’avantreno o un maggior rollio con vento laterale per via della maggior superficie esposta all'aria.
Dicevamo: ergonomia. La DSR, “inspiegabilmente” accetta piloti di quasi tutte le taglie, e quelli dotati di un’altezza standard (1,70 metri) troveranno un'accoglienza perfetta, con un’ottima triangolazione sella-pedane-manubrio. Ci si sente ben inseriti nel corpo del serbatoio, e la sensazione è di padronanza e controllo. Su questa versione, il cupolino molto alto protegge sicuramente bene collo e tronco, mentre lascia piuttosto scoperta la zona del casco innescando una leggere turbolenza: ma è anche vero che questa non è una moto da sparo, anche se è in grado di raggiungere velocissimamente, con la mappa Sport, oltre 160 km/h.
Ecco, a voler immaginare una Zero 2020, ci piacerebbe trovare un bel doppio disco anteriore e un impianto posteriore un po’ più modulabile e sensibile. Il peso c’è, e con la mappa Sport anche il freno motore ci fa “ciao ciao”, quindi un impianto frenante di spessore serve, soprattutto se si è a pieno carico e magari in discesa su qualche passo di montagna.
Abbiamo utilizzato:
Casco: Scorpion Carbon Evo 1400
Giacca: Ixon
Scarpe: Ixon
Pantaloni: Icon
In tutto ho consumato meno del 60% di carica, partendo dal 100%.
Sono stato colpito molto positivamente da questa esperienza, sia per l'ottima sensazione alla guida della moto (fluidità e reattività del motore unite al quasi completo silenzio durante la marcia) che per l'autonomia a dir poco sorprendente (per i miei standard, almeno).
Mi rendo conto che, al momento, parlare di mobilità a lungo raggio con questi veicoli sia prematuro sotto molti aspetti, ma meritano moltissimo ed è giusto che si sostenga il loro sviluppo.
Già il fatto che abbiano potenziato le batterie e aggiunto dispositivi per aumentare l'autonomia mi sembra una gran cosa e mi invoglia ancora di più a fare un pensiero per eventuali futuri acquisti! (denaro a disposizione permettendo... :)).
A parte i mega-esperti che spacciano per oro colato ogni loro spiegazione tecnica (che poi viene smentita regolarmente dalla realtà dei fatti) le obiezioni che si leggono qui sono tutte fatte da chi su una moto elettrica non ci è salito mai. Tranquilli, nessuno vi obbligherà ad acquistare una moto elettrica, ma prima di giudicare abbiate almeno il buon senso di provarla per poi esprimere un giudizio sulla base di un esperienza, no su quella di un pregiudizio.
Il giornalista che ha scritto l'articolo, l'ha provata a fondo, ha espresso un giudizio su pregi e difetti. Ma d'altro canto, lui ha una mente aperta e una certa curiosità che gli permette di provare, analizzare e poi giudicare.
A titolo informativo invece, da un punto di vista tecnico, a Marzo a Berlino, la moto con la ricarica rapida ha fatto 1.123 km in un giorno (vorrei sapere quanti di voi li hanno mai fatti in moto in un giorno). In merito alla vita media della batteria invece, la batteria più vecchia che abbiamo è su una moto del 2010, a Los Angeles e ad oggi ha percorso 380.000 km, e udite udite, è al 92% di capacità residua.
Il mercato invece, cresce a ritmi del +90% anno, il che significa che qualcuno che la guida tutti giorni e che la apprezza, c'è.