Honda riduce il calo delle vendite mondiali. Facendo meglio di altri big
Le somme si tireranno a fine anno, ma quello che si è visto finora è più che sufficiente a descrivere l'andamento delle vendite mondiali di moto e scooter in questo 2020 condizionato dalla pandemia.
Honda, che resta il riferimento dell'industria delle due ruote ormai dal lontano 1964, da gennaio a ottobre ha venduto poco più di 13 milioni di unità fra moto e scooter, significa un calo del 22,8% rispetto allo stesso periodo del 2019.
L'anno scorso Honda aveva sfiorato quota 20 milioni e le previsioni per quest'anno sono di una flessione oscillante fra il 17 e il 18% per circa 17 milioni di unità vendute.
Va detto che nel 2018 il colosso giapponese, che ha 33 impianti produttivi dislocati in 22 paesi, aveva raggiunto 20,9 milioni di veicoli venduti e segnando anche il record assoluto fra tutti i costruttori.
Nel primo semestre di quest'anno il calo era stato più accentuato arrivando a -33%, poi si è registrata una certa ripresa che ha ridotto il divario.
Tuttavia in alcune aree la crisi è stata più pesante, come in India che per Honda vale oltre il 21% delle sue vendite mondiali. Altro mercato enorme, e con una contrazione del 30% come in India, è quello indonesiano (20,8% delle vendite di marca), seguito da quello cinese con il 15% dei volumi complessivi.
In Europa e negli USA la situazione è stata meno complicata e in Germania - fra i pochi mercati in positivo - Honda ha anche ottenuto un aumento pari a +18,3%.
Fra l'altro va osservato che tutti gli altri maggiori produttori mondiali (ovvero Hero Motor, Yamaha Motor, Bajaj Auto e TVS: tre costruttori indiani su quattro) hanno tutti subito perdite superiori a quelle di Honda.
Nel contrastare l'andamento negativo di quest'anno Honda conta ridurre i costi di produzione del 10% e quelli di sviluppo del 30% entro il 2025. Punta inoltre ad aumentare il margine operativo di un punto percentuale, dal 7 all'8%.
Sul piatto ci sono intanto investimenti in ricerca e sviluppo per quasi sette miliardi di euro nel corrente anno fiscale. Un modo per consolidare la propria tecnologia e contrastare la concorrenza crescente di Cina e India.
Fonte dati MotorCyclesData.com
Rispetto a anni fa ha sicuramente un catalogo più ristretto e poco aggiornato, con prodotti che spesso putano più alla marca che non ai contenuti per vendere (cosa che per altro pare in Italia funzioni ancora, in altri paesi tipo Francia decisamente meno) nonchè prezzi in alcuni casi decisamente esagerati (es. Africa Twin 1100) in altri quasi fin troppo bassi, tanto da sminuire magari prodotti semplici ma validi (es. tutta la serie CB500). Parlo di moto ovviamente non di scooter.
Paolo