Nico Cereghini: “Quella carezza di Davide Tardozzi rimette a posto le cose”
Ciao a tutti! L’abbiamo scampata bella, domenica a Barcellona, e il primo pensiero va a Marco Simoncelli e ai piloti che, come lui, abbiamo perso per i tragici investimenti che purtroppo sono un’ombra nera del nostro sport. A mamma, papà e sorella del Sic va subito l’abbraccio, il nostro e quello di tutti coloro che non dimenticano. Proprio domenica, il 3 settembre, alla Cisa c’era il tradizionale raduno davanti al monumento che lo ricorda: è un raduno motociclistico sempre molto sentito.
Per un attimo, in quella esse che termina con la curva 2 del Montmelo, abbiamo tutti temuto il peggio e trattenuto il respiro. Qualche secondo dopo, quando il gruppo degli inseguitori è passato e il solo Binder non lo ha potuto evitare, abbiamo capito che Pecco poteva avere “soltanto” dei danni alle gambe. Ma quanto gravi? Una MotoGP che ti passa sopra agli arti, per giunta una MotoGP in frenata con tutto quel carico sulla ruota anteriore, potrebbe spaccare tutto.
Certamente Marco guardava giù, forse addirittura insieme al Grande Capo. Ed è andata bene. Una gran botta e contusioni e dolori, ma niente di rotto, niente di grave. E allora, il giorno dopo e a mente fredda, una mia considerazione che non è medica, ma riguarda piuttosto la comunicazione e lo spettacolo televisivo.
Nei lunghi minuti dopo l’incidente ho visto - anzi abbiamo visto tutti - delle immagini molto belle ed emozionanti. La sorella di Pecco impietrita dall’ansia e impegnata a comunicare con la famiglia lontana, la fidanzata di Pecco spaventata, angosciata nell’attesa di avere notizie. Emozioni difficili da trattenere, nelle quali leggevamo la nostra stessa ansia. E abbiamo visto Davide Tardozzi avvicinarsi alla ragazza e farle una carezza. Non vedevamo Davide in volto, ma quel gesto esprimeva in pieno una partecipazione sincera e delicata insieme.
Ecco, c’era bisogno di una immagine così. Oggi la televisione spesso si sofferma, indugia, insiste non sulle emozioni - che pure nel nostro sport sono tante - ma piuttosto sulla loro rappresentazione. Sono in tanti che lo avvertono: forse per il timore di perdere pathos lo si a va costruire, spostando sempre di più la cronaca verso il reality.
E’ un trend generale, non è colpa della televisione. Si chiama spettacolarizzazione. Ma quelle esagerate manifestazioni di gioia che quasi tutte le domeniche vediamo rappresentate nel garage della squadra che ha vinto il GP. E i sorrisi, le urla, i canti, le docce di prosecco che neanche avessero vinto lì per lì il campionato mondiale inseguito da vent’anni: alla lunga queste scene perdono la loro carica emotiva, stancano, sanno di teatro costruito a tavolino. Quella spontanea carezza di Tardozzi a Domizia rimette un po’ a posto le cose.
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beppexy, Bergamo (BG)Caro Nico apprezzo i tuoi articoli però questa volta non sono del tutto d'accordo. Le immagini della sorella e della fidanzata di Pecco in ansia, secondo me sono momenti intimi e privati che le telecamere non dovrebbero inquadrare punto. Ma ormai purtroppo questo modo morboso di intromettersi nella vita altrui è la regola del giornalismo, lo vediamo tutti i giorni anche nelle cronache dei TG. Come ha notato un altro lettore spesso ci mostrano immagini di persone ai box perdendo i momenti salienti della gara, anche questa è spettacolarizzazione nonché incompetenza.
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mrgollins_4836611528Splendido articolo di un sempre equilibrato Nico, bravo a notare questi dettagli, con l’intento di esaltarne la grande umanità. Tardozzi è un personaggio che anche in passato me ne aveva trasmessa coi suoi gesti: lo ricordo ad Assen (nell’ormai lontano 2000, si parla all’epoca di mondiale Superbike) andare a muso duro contro uno steward olandese alto due metri che aveva rimosso troppo velocemente una bandiera giallorossa con l’olio ancora presente in pista e Chili finito rovinosamente a terra